venerdì 13 settembre 2013

Il principe e la stella

«.....uhmf.....»

Il principe Noland stava nuovamente sospirando, appoggiato alla ringhiera del grande balcone di camera sua che si affacciava sullo sterminato giardino. Aveva gli occhi rivolti verso il cielo, verso quel manto stellato che lo sovrastava e che illuminava le notti più buie, accompagnato dal chiarore della luna. Ogni sera, dopo aver cenato, il principe si chiudeva nella sua stanza chiedendo di non essere disturbato per nessun motivo. Tutti a corte si domandavano cosa facesse il principe nella sua stanza da solo. Perfino i suoi genitori ne erano all'oscuro. Tra i domestici giravano i più svariati pettegolezzi: c'è chi supponeva scrivesse lettere d'amore a qualche fantomatica principessa, chi invece pensava che dipingesse in gran segreto, altri ancora pensavano si auto flagellasse con strumenti di tortura quali fruste o catene. Ma Doroty, la domestica più anziana al servizio della famiglia reale da quando Noland aveva 5 anni, non dava peso a questi pettegolezzi. Era comunque preoccupata per il giovane principe a cui era molto affezionata, arrivandolo a considerare come un figlio. Una sera decise quindi di andare ad investigare. "Usare la chiave che mi ha donato il Re in persona per spiare Noland è un'azione riprovevole... ma è per il suo bene!" pensò Doroty che, dopo un attimo di esitazione, aprì lentamente e silenziosamente la porta della stanza del principe. La domestica era l'unica ad avere la chiave universale del castello, in grado di aprire le porte di tutte le stanze. Solamente la persona che è stata a più stretto contatto con la famiglia reale e che quindi si è guadagnata la loro più totale fiducia poteva ambire ad un tale beneficio.
Richiuse la porta dolcemente dietro di se, attenta a non fare rumore. La stanza era in perfetto ordine, così come l'aveva lasciata la mattina stessa dopo che aveva finito di pulirla. Nessuna lettera d'amore, nessuna tela o pennelli, nessun strumento di tortura. "Alla fine erano solo stupidi pettegolezzi" pensò Doroty tirando un sospiro di sollievo. Subito dopo notò che le tende stavano oscillando, spostate dalla lieve brezza estiva. "La finestra è aperta... che il principe sia fuori, affacciato al balcone? Non penserà mica al suicidio?", Doroty cominciò ad allarmarsi e, con passo svelto, si diresse verso il balcone.

«Sei tu Doroty?». Nell'udire quella voce, la domestica si fermò di colpo.

«Come ha fatto a capire chi fossi?» chiese Doroty incredula.

«Ho sentito dei passi e tu sei l'unica ad avere la chiave della mia stanza, oltre a mamma e papà. Ma so per certo che loro non si sarebbero mai spinti fino a questo punto, quindi la scelta è ricaduta inesorabilmente su di te»

«Chiedo umilmente scusa mio principe... non accadrà mai più. È solo che... ero terribilmente preoccupata per lei: ogni sera si ritira nella sua stanza e Dio solo sa cosa le passa per la testa...»

«... avvicinati Doroty, voglio mostrarti una cosa»

La domestica lentamente scansò le tende e vide Noland appoggiato alla ringhiera del balcone, intento ad osservare il cielo stellato.

«Quindi... è questo che fate ogni sera? Osservate le stelle?» chiese Doroty.

«Non esattamente... a me non interessano tutte le stelle, ma una in particolare. Quella lì». Il principe puntò il dito in direzione del cielo, ma Doroty non riuscì a capire quale stella indicasse.

«La vedi, Doroty? Non è bellissima?», il principe continuava ad indicarla.

«Sono desolata mio principe, ma non riesco a capire quale stella stiate indicando»

«Guarda meglio Doroty, sto indicando quella più bella che si trova in mezzo a quel gruppetto di cinque stelle», il principe insisteva tenendo ancora il braccio proteso verso il cielo.

«... Mi dispiace, ma a me quelle stelle sembrano tutte uguali», disse mortificata Doroty.

«... Non importa. Evidentemente solo io riesco a coglierne l'incredibile bellezza...», desolato, abbassò il braccio e sospirò, senza togliere gli occhi di dosso alla sua stella.

«Mi scusi se mi intrometto, mio principe, ma quella stella sulla destra non è più bella? È più grande di quella che state osservando»

«Più grande non significa più bella, cara Doroty» disse Noland senza distogliere lo sguardo.

«... e che ne dite di quell'altra? Guardate quanto è luminosa e brillante, è veramente uno spettacolo per gli occhi!»

«Come sei superficiale cara Doroty...» disse il principe sospirando nuovamente.

Doroty non riusciva a capire. Cos'aveva di speciale quella stella? Non era grande, non era così brillante, era uguale ad altre milioni di stelle presenti nel cielo. Perché proprio lei? La domestica continuava ad osservare il giovane principe che disse: «Perché mi stai osservando Doroty?»

«Mi stavo domandando... ecco... come si sentisse»

«Vuoi sapere come mi sento, Doroty?»

«Gliene sarei grata»

«Ogni sera vengo qui e rimango ore ed ore ad ammirare quella stella... sapendo che non potrò mai averla. E la cosa mi distrugge dentro. So che può sembrare una follia, ma non riesco a fare a meno di lei. Durante la giornata aspetto con trepidante attesa l'arrivo della notte, riuscendo a fatica a pensare ad altro. Nei giorni in cui il cielo è coperto dalle nuvole che mi impediscono di vederla, mi assale una grande tristezza e desidero che quelle nuvole spariscano. Solamente quando sono qui con lei, che la osservo, mi sento veramente felice.... anche se è una felicità effimera ed illusoria»

Nel sentire quelle parole, il cuore di Doroty si strinse e lei provò un forte dolore: non poteva vedere il suo giovane principe ridotto in quello stato. Così, molto debolmente, disse: «C'è.... c'è qualcosa che posso fare?»

Il principe si girò lentamente verso di lei, la fissò negli occhi e disse: «Puoi portarmi quella stella?»

Doroty, soffocando il dolore, rispose: «Mi dispiace... ma non ne sono in grado»

Il principe tornò ad osservare la sua stella, dicendo: «Allora no, non c'è niente che tu possa fare».

«Con il suo permesso, mi ritiro. Le auguro una buona notte». Doroty fece un breve inchino e si avviò verso la porta. Quando fu al centro della stanza, una voce la raggiunse.

«Doroty»

La domestica si girò, ma vide solamente le tende immobili. Il vento si era calmato.

«Quanto hai visto e sentito questa sera... non parlarne con nessuno»

Una forte folata di vento fece scostare le tende e Doroty riuscì ad intravedere il viso del principe, rigato dalle lacrime.

«Come desidera, mio principe»

Un principe. Un membro di una famiglia reale. Una persona che può avere tutto dalla vita.... ma che non può avere ciò che realmente desidera.