lunedì 30 luglio 2018

Distrazioni

Distrazioni. La nostra vita ne è piena. Volenti o nolenti, siamo continuamente distratti. Ma, il più delle volte, siamo noi che, volutamente, vogliamo distrarci. C'è chi si distrae con l'alcool. Chi si distrae con una serata in compagnia di amici. Chi con del sesso occasionale. Chi con lo sport e chi col gioco. Chi si distrae lavorando fino allo stremo e chi si distrae uscendo il più possibile. C'è pure chi si distrae dormendo! Ma perché ci distraiamo così tanto? Perché siamo insoddisfatti. Perché stiamo vivendo una vita che non è come ce l'eravamo immaginata. E, anche impegnandoci, non riusciamo a cambiarla. Quindi... ci distraiamo per evadere a questa realtà che, ogni giorno, ci opprime e ci schiaccia sempre di più. Ma le distrazioni sono, purtroppo, momentanee. Prima o poi dobbiamo tornare ad affrontare la realtà. Quella realtà che non è nostra e che ci schiaccia. Finché non siamo a terra doloranti. Fino a lasciarci senza forze, agonizzanti... ma ancora capaci di distrarci.

lunedì 23 luglio 2018

Cuore nero

«P... perché è nero? È completamente nero! IL MIO CUORE... È NERO!»

«Ragazzo... è del tutto normale. È ciò che succede quando una relazione finisce, ma una delle due parti non vuole che finisca. Inevitabilmente si finisce per soffrire. Inevitabilmente ci sono delle colpe. E, sempre inevitabilmente, dal dolore si genera odio»

Erano su quella scogliera, intenti a fissare il tramonto, quei due individui. Uno, un ragazzo senza niente di speciale. L'altro, invece, era una strana creatura con un paio d'ali da pipistrello ed un altro paio da angelo, due corna in testa ed un'aureola dietro la nuca. Era completamente nudo, indossava solo un arco ed una faretra piena di frecce.

«Ma... perché il mio cuore è diventato nero?» chiese sconsolato il ragazzo.

«Perché l'hai fatta soffrire, ed ora lei ti odia» ribatté la creatura.

«Ma.... è stata una decisione difficile ed anche io ho sofferto molto nel prenderla! Sono stato deluso ed amareggiato, credevo veramente in questa relazione, ma purtroppo non è andata! Non per questo vuol dire che la odi, anzi...»

«Beh, lei ti odia, fattene una ragione» disse la creatura senza distogliere lo sguardo dal tramonto.

Il ragazzo chinò la testa sospirando. Sempre con la testa chinata disse: «C'è qualcosa che io possa fare per rimediare al mio errore?»

«No», rispose decisa la creatura.

«Dovrò tenermi questo cuore nero? Essere marchiato a vita come quello che non sono?»

«.... solo il tempo potrà darti le risposte che cerchi»

«Ma io non sono cattivo!»

«Per lei lo sei»

«IO NON SONO CATTIVO!». Il ragazzo alzò la voce, perdendo la pazienza.

«.... Perché invece di scaldarti tanto non ti godi questo meraviglioso tramonto?»

Il ragazzo tremava dalla frustrazione e, come se non avesse sentito quelle parole, continuò: «E tutti i bei momenti passati? Quelli non contano niente?»

«Evidentemente no, te l'ho già detto. Rilassati, perché ti scaldi tanto?»

«Perché voglio capire! Ho bisogno di capire come si è creata questa situazione e come posso porvi rimedio»

«Te l'ho detto, non c'è rimedio se non aspettare che le cose si sistemino da sole. Interferendo con il naturale scorrere degli eventi, rischieresti solo di peggiorare la situazione»

«Oppure potrei migliorarla!» disse scocciato il ragazzo.

«... provaci allora. Accomodati pure» disse ridendo la creatura.

Il ragazzo capì che non poteva fare niente per migliorare quella situazione. Si rassegnò e si sedette, mirando il tramonto.

«Come siamo finiti qui?» chiese lui.

«Ti serve il mio aiuto» disse dolcemente la creatura.

«Beh, che bell'aiuto che mi stai dando»

«... rispondi a questa domanda: cosa ti aspettavi che succedesse? Che una volta lasciata rimaneste amici come prima? Come se niente fosse successo? Eliminare mesi e mesi di intimità, di coinvolgimento emotivo, di complicità e di esperienze? Se è così, sei un povero idiota»

Il ragazzo non ribatté, si limitò a fissare la creatura, come per volerne sapere di più.

«Posso farti una domanda?» chiese il ragazzo.

«Dimmi pure»

«Chi sei tu?»

«Era ora che me lo chiedessi. Ho tanti nomi: Cupido, Eros, Astarte, Hathor... ma, sostanzialmente, sono il Dio dell'Amore. Appaio a chi ha dei problemi d'amore e non riesce a superarli. Ho visto che sei molto agitato per una storia finita da un po' di tempo e ho deciso di intervenire. So che ti dispiace di averla persa anche come amica, che provi ancora dell'affetto per lei, che il fatto di essere odiato da lei ti intristisca... ma devi andare avanti. Lei ha tutto il diritto di reagire così. Il fatto che tu l'abbia ferita, non significa però che tu sia cattivo. Questo è l'amore, caro il mio ragazzo. Un giorno vi volete bene ed il giorno dopo siete dei perfetti estranei. L'amore è una forza grande ed imprevedibile: può donare una grande gioia e felicità come anche un grande dolore e tanta frustrazione e rabbia. Ma col tempo tutto questo può acquietarsi, fino a sparire del tutto. Col tempo si possono ricostruire intere nazioni, figuriamoci delle amicizie distrutte! Devi avere fiducia e non lasciarti scoraggiare»

«Sì ma... come faccio con gli altri?»

«Gli altri chi?»

«Gli altri... le amicizie che abbiamo in comune...»

«E di cosa hai paura? Che facciano una scelta? Che abbiano una preferenza?»

Il ragazzo annuì senza dire una parola.

«Mio caro ragazzo, può capitare che alcune persone preferiscano la sua compagnia alla tua, come anche il contrario. E capirai anche che i veri amici sono quelli che, intelligentemente, capiranno le vostre motivazioni ma sceglieranno comunque di stare con entrambi. Perché l'amore non è una guerra. L'amore non ammette schieramenti. Si chiama "amore" proprio per un motivo, altrimenti si sarebbe chiamato "odio"»

«Ma tu hai detto che dall'amore può nascere odio» disse lestamente il ragazzo,

«È assolutamente vero e questo avviene quando c'è troppo amore e si viene delusi. Ma se c'è o c'è stato amore, allora quell'odio non può durare»

Il ragazzo rimase di nuovo in silenzio, fissando quella creatura.

«Dai retta a me, smettila di angosciarti e di sbattere la testa. Vivete la vostra vita. Siate felici. Continuate a percorrere il vostro cammino nel migliore dei modi. E, chissà, magari le vostre strade si incroceranno di nuovo, quando entrambi sarete di nuovo pronti»

«Lo.. lo pensi davvero?». Gli occhi del ragazzo erano ricolmi di speranza.

«Devi avere fiducia. E dare tempo al tempo. Solo così le cose potranno sistemarsi, in un modo o nell'altro»

Il ragazzo fece un profondo respiro, ringraziò la creatura, si alzò e si avviò verso casa.

La creatura rimase a fissare il mare, con il sole oramai quasi completamente tramontato. Prese un sasso e lo lanciò nel mare. Sembrava malinconico.

«L'amore è una cosa terribile...»

Fece un lungo sospiro prima di proseguire.

«Come può da un sentimento tanto bello nascere tanto odio, rabbia e frustrazione?»

Prese un altro sasso e lo lanciò nel mare, con più violenza.

«No... non è l'amore ad essere terribile... questo è l'egoismo umano... un sentimento capace di distruggere una cosa tanto nobile e bella come l'amore...»

Prese un altro sasso con rabbia e lo sgretolò nella sua mano.

«Detesto gli esseri umani. Li detesto con tutto me stesso! E finché non capiranno a gestire un sentimento bello come l'amore... continuerò a farli innamorare...»

Con la mano destra prese una freccia dalla faretra. Era una bellissima freccia dorata, in cui si riflettevano gli ultimi raggi di sole, generando dei magnifici riflessi e giochi di luce. Incoccò la freccia al suo arco, mirò verso l'alto, in direzione del sole e scoccò la freccia che in pochi secondi sparì verso l'orizzonte.

«E per ogni amore che inizia... un altro dovrà finire»

Questa volta prese una freccia con la mano sinistra. La freccia che estrasse era di colore viola, con sfumature nere. Sembrava pesante ed emanava un'energia negativa. Si girò dando le spalle al sole, oramai completamente tramontato, incoccò la freccia nell'arco, lo puntò in alto e scoccò la freccia. In pochi secondi anche questa sparì all'orizzonte.

"Prima o poi imparerete il vero valore dell'amore, abbandonando il vostro egoismo..."

martedì 17 luglio 2018

Niente di speciale

Non erano niente di speciale quei due: un uomo ed una donna, come se ne vedono tanti in giro. Lui, né alto e né basso, capelli medio-lunghi scuri, occhi castani, fisico magro e per niente muscoloso, naso pronunciato e bocca abbastanza grande. Lei, poco più bassa di lui, capelli lunghi e rossi, occhi verdi smeraldo, un bel sorriso, fisico nella norma. Entrambi con un lavoro umile: lei una cassiera in un supermercato, lui dipendente alle poste. Entrambi hanno a che fare ogni giorno con tante persone diverse. Entrambi, hanno sempre storie tragicomiche da raccontare, accumulando livelli di stress non indifferenti. Eppure, quando li guardavi, vedevi la felicità nei loro occhi e nei loro sorrisi. Non potevano stare molto tempo insieme durante il giorno e c'erano giorni in cui avevano anche altri impegni personali che li tenevano separati. Ma loro si amano ed anche se non possono essere sempre insieme, questo non importa: sanno che possono sempre contare e fidarsi l'uno dell'altra.

Non erano niente di speciale, quei due, eppure stavano benissimo insieme. Baci, abbracci, carezze, tenere parole e semplici gesti per essere felici, senza togliere uscite di gruppo o separati.

Non erano niente di speciale, eppure si piacevano. Si piacevano davvero tanto. Senza screditare o disdegnare gli altri, in loro c'era un'attrazione unica, che non poteva funzionare con nessun altro. Facevano l'amore quei due. Tanto. Spesso. Era uno dei tanti modi per dirsi "Ti amo, voglio stare con te". Entrambi si sentivano desiderati.

Ma il momento più bello era la sera, quando entrambi rientravano a casa. Malgrado la giornata infernale passata, malgrado tutti i problemi che la vita potesse appioppargli, una volta messo piede a casa erano di nuovo felici, loro due soltanto. Era il momento ideale per parlarsi, per raccontarsi la propria giornata, per supportarsi e capire gli eventuali sbagli commessi.

Arriva poi il momento di andare a dormire. Stanchi e stremati, si mettono a letto e cominciano a coccolarsi. Perché, malgrado la stanchezza, loro si amano. Dopo aver fatto l'amore, è tempo di dormire... salvo poi svegliarsi nel cuore della notte e, desiderosi di dare e ricevere amore, svegliare l'altro, felice di venire desiderato a tal punto nonostante la stanchezza e la nuova giornata lavorativa che li aspetta. Ma loro sono felici così. Felici di desiderarsi. Felici di amarsi.

La mattina seguente, dopo una notte praticamente passata in bianco, fanno fatica ad alzarsi. Gli occhi stanchi, gli sbadigli, la difficoltà ad arrivare in cucina per fare colazione. E le risate nel vedersi in quello stato, la gioia nel fare colazione insieme e parlare, ridere, scherzare, baciarsi ed accarezzarsi.

Un ultimo, lungo bacio prima di separarsi per andare a lavoro. Un normalissimo "Buona giornata amore", da essere inteso come un "Ti amo, ci vediamo questa sera!". Ed un'altra altrettanta normale risposta: "Ti chiamo in pausa pranzo". Una semplice bugia, visto che si sarebbero scritti in ogni momento morto, il prima possibile.

Insomma, come ho detto... niente di speciale.

Semplicemente, una coppia che si ama.