mercoledì 30 dicembre 2015

Pensieri #6

E questo qui è il mio ultimo post per quest’anno. Come ho già detto, siccome dal prossimo anno (il 2016 appunto) vorrei tentare di cambiare, ne ho approfittato di questi ultimi giorni del 2015 per parlare un po’ di me e sfogarmi di quello che mi passasse per la testa. Gli ultimi lamenti (spero), se vogliamo metterla in questo modo. Questo ultimo pensiero è il più importante perché parlerò interamente di te. Non so se leggerai questo intervento, ma in ogni caso non hai nulla di cui preoccuparti, la tua privacy verrà garantita. Questo intervento è solo per tentare di chiudere un capitolo della mia vita, il capitolo in cui ho amato una persona con tutto me stesso, giorno e notte, giorno dopo giorno, mese dopo mese ed anno dopo anno, malgrado tutto. E quella persona, sei proprio tu.
Ci siamo conosciuti così, per caso. Sei stata tu ad aggiungermi su facebook, lo ricordo molto bene, e ricordo anche il motivo per il quale mi aggiungesti. All’epoca avevo iniziato a leggere un manga davvero esilarante e stravagante. Non molti conoscono questo manga, però trovai comunque una pagina a lui dedicata su facebook. Pagina in cui tu eri una degli amministratori. All’epoca però non ci diedi molto peso, anche perché ero fidanzato e pensai ad un’aggiunta random come tante altre. Era il 2010. Ad inizio del 2011 poi mi sono lasciato e caddi in un periodo buio come ho scritto in un post precedente. Solo verso la fine del 2011 mi sono ripreso e, agli inizi del 2012, un episodio fondamentale mi ha fatto avvicinare a te. Un giorno, tu hai cambiato la tua immagine del profilo di facebook. Riconobbi subito quel personaggio, un personaggio di un vecchio videogioco per Nintendo 64, sconosciuto ai più. Tu però sembravi conoscerlo... allora ti feci i complimenti per quell’avatar. Da lì è iniziata una piccola conversazione che, devo ammetterlo, mi fece tanto piacere. Era da tempo che non parlavo con una persona così. Iniziai quindi, con delle scuse, a cercare di parlarti (sono una frana a contattare la gente per primo, dovevo quindi cercare un pretesto per attaccarti bottone XD). Mi piaceva davvero un sacco parlare con te, eri una persona matura con cui si poteva parlare di tutto, inoltre trasudavi simpatia ed intelligenza da tutti i pori. E, siccome chiederti banalmente l’età mi sembrava troppo da maleducati (io e le mie seghe mentali...), cercai uno stratagemma per saperla. Ci riuscii e... eri davvero piccola all’epoca (non che ora tu sia “grande”.... :P). Ma questa cosa non mi frenò e non mi fece allontanare da te o smettere di sentirti. Continuai a “frequentarti” su facebook finché, in occasione della cartoomics di marzo 2012, decidemmo di incontrarci. Ricordo quel momento come se fosse ieri: appena mi hai visto, feci cadere la gomma che stavi masticando e, per l’imbarazzo, ti accaparrasti il peluche che mi portavo dietro come accessorio per il mio cosplay. Lo stringesti forte, con lo sguardo chinato su di lui, evitando di guardarmi per il troppo imbarazzo. Lo so che ricordare questa cosa ti faceva sempre arrabbiare, ma a me diverte troppo. E poi penso che tu sia stata davvero dolcissima in quel momento, una rappresentazione genuina dei tuoi sentimenti. Abbiamo parlottato un po’, eravamo entrambi imbarazzati (o meglio, io ero imbarazzato visto anche che tu eri insieme ad alcuni tuoi amici). Abbiamo parlato poco, io pure non sapevo cosa dire (è sempre così con le persone che incontro per la prima volta dal vivo...), finché non ci siamo salutati perché avevo il treno di ritorno per Roma. La cosa però che mi ha lasciato perplesso era che tu mi avevi lasciato il numero del tuo cellulare per poterci accordare per incontrarci.... chi ti ha dato tutta questa sicurezza? Perché ti sei fidata a lasciare il tuo numero ad un estraneo? Te lo chiesi poi e mi risposi che ti sei fidata perché ti sentivi che c’era da fidarsi... beh, grazie!
Nei giorni successivi, approfondimmo di più la conoscenza. Un giorno ti aiutai a far partire una mod di Amnesia: abbiamo passato un pomeriggio intero a cercare di farla partire sul tuo mac, con tanto che dovevo lavorare (ma me ne fregava meno di zero in quel momento). È stata dura ma ce l’abbiamo fatta... o almeno pensavamo. La mod si era avviata, ma poi si bloccava più avanti. Pazienza, hai apprezzato lo sforzo e da allora iniziammo a parlare più spesso.   Diciamo che oramai ci sentivamo ogni giorno, sia che ti cercassi io (oramai senza più paure di alcun tipo) sia che mi cercassi tu. E da quelle discussioni, capii tante cose: capii che non mi ero sbagliato sul tuo conto, che ho fatto bene a continuare a frequentarti, che avevamo caratteri dannatamente simili, che avevamo molti interessi in comune, che mi piaceva parlare con te di tutto, non solo dei nostri interessi, che eri una persona estremamente matura per la tua età. E che, lentamente ma inesorabilmente, mi stavo innamorando di te. Sapevo che era uno sbaglio, che c’erano mille ostacoli, ma non ho potuto fare nulla per impedirlo. Arrivai perfino a fare una promozione col mio operatore telefonico per avere la possibilità di scriverti senza spendere un capitale (visto che ci sentivamo tanto anche per sms). L’apice della felicità la raggiunsi al Rimini comics 2012 in cui una sera uscimmo insieme ed andammo in sala giochi. Ricordo ancora che ero a cena con i miei amici, avevamo ordinato da poco e stavano iniziando ad arrivare le portate. Mangiai due bocconi veloci della mia portata, poi mi alzai, diedi i soldi per pagare a mio fratello e corsi da te. Questo perché mi dicesti che avevi il coprifuoco e che dovevi tornare in albergo al massimo a mezzanotte. Per stare più tempo possibile in tua compagnia quindi, saltai la cena ed “abbandonai” i miei amici (che comunque capirono l’esigenza). E quella serata in sala giochi fu bellissima: tu mi facesti il culo al taiko ed io pensai che fu soltanto perché stavo facendo lo scemo. Quando poi arrivarono anche i miei amici, cominciasti a farti più silenziosa. Non ti sei mai trovata a tuo agio con chi non conoscessi. Per molti questo potrà sembrare un difetto, ma a me questa tua caratteristica piace un sacco. Dopo che ti riaccompagnai in albergo, ero il ragazzo più felice del mondo. Saltellavo per strada, raccontavo tutto ai miei amici col sorriso sulle labbra, amavo veramente la vita. Ero veramente innamorato perso, innamorato della ragazza dei miei sogni, quella che per una vita intera ho cercato senza mai trovarla... fino a quel momento almeno. 
Ma si sa, la felicità è effimera ed è destinata a finire. Non passò molto tempo e mi dicesti che ti stavi sentendo con un ragazzo. Mi si gelò il sangue nelle vene, ma era normale per la tua età e sicuramente non potevi interessarti a me. Feci finta di nulla congratulandomi con te. Pensai che non fosse la fine del mondo, che fosse normale per te avere interesse per dei ragazzi e che magari, un giorno, ti saresti innamorata di me. Io, stupidamente, pensai di poter resistere fino a quel giorno, di starti accanto come se nulla fosse, di consolarti nei momenti tristi o ridere con te in quelli allegri. Non feci però i conti con i miei sentimenti. Ed infine arrivò quel giorno, il giorno in cui mi dicesti di esserti messa insieme a questo tizio. Mi crollò il mondo addosso. Un peso insostenibile, che non avevo mai provato in vita mia. Per la seconda volta nella mia vita provavo un dolore talmente forte da farmi scoppiare a piangere. Non una, non due, non tre, ma innumerevoli volte. Impazzii completamente. Cercavo di lanciare segnali del mio dolore a destra e a manca... per quale motivo, non saprei dire. Forse era un modo come un altro per sfogarsi. Siccome però non ragionavo, ovviamente queste cose le postavo su facebook, dove tu potevi tranquillamente leggerle. Finchè, non mi hai affrontato direttamente e mi hai chiesto a chi fossero rivolte tutte quelle attenzioni. Io allora dovetti confessarti tutto. Avevo intenzione di confessarti il mio amore di persona a quel Lucca comics 2012, ma le cose sono andate diversamente. E forse è un bene che siano andate così, non so come avrei retto un rifiuto di persona. Ti confessai il mio amore e, com’era ovvio, mi rifiutasti. D’altronde c’erano troppi problemi per una relazione tra noi due ed in più tu eri fidanzata. Ma io ero così follemente innamorato che sono andato anche contro uno dei miei principi (quello cioè di non provarci con ragazze già impegnate). Credimi, non l’avrei mai fatto se tu non fossi stata davvero così importante per me. Tu comunque hai voluto che restassimo amici, cosa che volevo anche io. L’idea di separarmi da te non era contemplabile. Incassai il colpo, piansi smisuratamente fino ad arrivare ad addormentarmi. Decisi quindi che era il momento di indossare una maschera, non dovevo più permettere che le emozioni prendessero il sopravvento e mostrassero a tutti il mio vero stato d’animo. Mi creai un blog che tutt’ora tengo segreto a tutti in cui sfogarmi liberamente senza far preoccupare gli altri. Sembrava tutto risolto.... ed invece non era risolto nulla. Io continuavo ad amarti ogni giorno di più e vederti insieme ad un altro mi faceva male. Mi faceva male anche sapere che non avrei mai potuto essere tuo, ma il mio cuore ci sperava sempre, SEMPRE. Non ho mai perso questa speranza, che diciamo è quella che mi ha spinto ad andare avanti, a provare, standoti vicino, di farti innamorare di me. Ci sentivamo più raramente e ci vedevamo ancora meno... ma quelle volte in cui ci vedevamo, il mio cuore si riempiva di gioia ed ero al settimo cielo. So che era una gioia temporanea ed illusoria, ma ero comunque felice di poter stare in tua compagnia, noi due da soli. Dal canto mio, cercavo di starti vicino come meglio potevo: detestavo l’idea che tu potessi essere triste, sia che fosse a causa del tuo ragazzo che per altro. Ero davvero... un buon amico. Sì, ero caduto nella friendzone, ma non mi importava. Non se potevo renderti felice e far comparire il sorriso sul tuo volto. 
Durante il 2013, sono state due le volte che ci siamo visti che mi sono rimaste particolarmente impresse. La prima fu a rimini comics, in cui mi hai dato la batosta a taiko e questa volta mi impegnai sul serio.... Sono stato davvero felice di venire battuto da te, questo non faceva altro che confermare che la tua passione per i videogiochi fosse vera e non soltanto una moda. Ricordo anche il momento di salutarci: eravamo in uno spiazzo, dovevi andare in macchina con tua sorella ed il suo ragazzo che ti avrebbe portato in stazione per prendere il treno. Ci siamo salutati ed io, anziché tornare con i miei amici, mi incamminai per la stazione. Tu mi mandasti un messaggio per dirmi che il treno sarebbe ritardato e che quindi avremmo potuto salutarci meglio e per più tempo... io però ti avvisai che ero in stazione perché avrei voluto salutarti di nuovo. Rimasi basita per quel mio gesto, anche tua sorella ed il ragazzo lo furono. Lo so, mi sono comportato un po’ da stalker... ma il desiderio di vederti ancora una volta era più forte di qualsiasi altra cosa. Dopo rimini comics ci saremmo rivisti al lucca comics a fine ottobre. Sarebbero passati troppi mesi. Dovevo vederti... non potevo lasciarti andare così. 
La seconda volta fu appunto al lucca comics. Abbiamo passato un’intera giornata insieme, in cosplay per giunta. È stato bellissimo, eravamo davvero in sintonia, ci lanciavamo delle frecciatine, ridevamo, scherzavamo, cantavamo... non sai quanto mi manca tutto ciò. La sera abbiamo visto anche il concerto del final fantasy italian project in cui mi sono commosso in due canzoni e tu per consolarmi mi hai abbracciato.... Ma non è per questo che mi ricordo di questo avvenimento: è per il regalo che mi hai dato per il mio compleanno oramai passato (21 settembre). Mi regalasti un piccolo e puccioso gattino da attaccare al cellulare, il videogioco per 3DS Animal Crossing così da poter giocare insieme e, cosa più importante.... quel videogioco per Nintendo 64 di cui misi l’avatar la prima volta che abbiamo veramente parlato. In quel momento il cuore mi si fermò. Era una cosa totalmente inaspettata e la speranza tornò a bruciare in pompa magna. Era un regalo troppo prezioso da fare per un “semplice amico”.
Arriviamo quindi al 2014 con quel pazzo del tuo ragazzo che ti lascia, questa volta definitivamente. Passatemi il paragone onepieceano: è come se Rufy trovasse lo One Piece e lo gettasse in mare. Superata questa parentesi, io non presi la palla al balzo anche perché sarebbe stato davvero ignobile: tu eri distrutta, sia fisicamente che psicologicamente. L’unica cosa che potevo fare era farti stare meglio, distrarti, cercare di non farti pensare a lui. Ci provai, ma senza successo. Tu eri ancora molto legata a lui e non riuscivi a pensare ad altro. Ed io mi odiavo. Mi odiavo perché non riuscivo a farti stare meglio. Però forse una possibilità c’era: a fine gennaio ci sarebbe stata la fiera dei fumetti a novegro. Potevamo vederci, stare insieme. Potevo distrarti, far comparire di nuovo il sorriso sul tuo volto. Ricordo che andammo a vedere il film di dragon ball, battle of gods. Ricordo che andammo in giro per Milano, in fumetteria, alla feltrinelli, in un bar anni ‘80, al disney store.... Niente da fare, non riuscivo più a far comparire il sorriso sul tuo bellissimo viso. Anche quando ci siamo lasciati dopo che ti ho accompagnata a casa, a malapena mi salutasti. Il giorno dopo ci siamo visti a novegro ed anche qui eri taciturna, non ti si riusciva proprio a smuovere. Io anche non sapevo che pesci pigliare e me ne son stato il più del tempo zitto, perso nei miei pensieri. Pensavo, pensavo e pensavo.... stavo pensando sulla decisione più difficile di tutta la mia vita. Quando poi ci siamo salutati, l’abbraccio che usavamo di solito per salutarci era più freddo del solito. Ricordo anche che sei stata tu la prima a volerti staccare dopo pochissimo tempo, cosa strana visto che i nostri abbracci duravano anche 5 minuti buoni. Eri decisamente troppo scossa ed ancora rivolta a lui con la testa. Ricordo che, dopo che ci siamo salutati, rimasi nella piazzezza della stazione del pulman che portava alla fiera, sotto la pioggia a piangere. Piangevo perché ci eravamo inesorabilmente allontanati e non riuscivo a ricongiungermi a te, perché non sono riuscito a consolarti, perché eri triste ed il tuo viso e la tua anima erano segnati da una ferita difficile da rimarginare. O almeno, che io non potevo rimarginare per quanto mi sforzassi.
Ed ora arriviamo a quel giorno nefasto, il 3 febbraio del 2014. Era una mattina di lunedì, ero a lavoro ma non avevo la minima concentrazione. Mi contatti su facebook per sapere come stessi. Iniziamo a parlottare e... ti dico che devo parlarti. Lei se lo immaginava visto il mio comportamento taciturno che ho avuto i giorni scorsi, per questo mi ha contattato. Mi dichiaro nuovamente, le dico che la amo, che questo sentimento non se n’è mai andato. Lei mi dice che se n’era accorta dal modo in cui la guardavo e da come mi rivolgevo a lei. Ma... che non può e non potrà mai ricambiare i miei sentimenti. Io allora, preso dallo sconforto e dalla disperazione, faccio l’errore più grande di tutta la mia fottuta vita: le dico che è meglio chiudere i contatti definitivamente. Lei ovviamente non vuole, però se questa è la mia decisione, vuole rispettarla, mostrando tutta la sua immensa maturità. E così chiudo i contatti eliminandola da facebook e da altre parti. Mi tengo solamente il suo numero di cellulare, l’amicizia su 3DS e su Tumblr. Successivamente sarà lei a rimuovermi da Tumblr. 
Perché ho fatto questo gesto? Oltre al perché sono una testa di cazzo, ma perché pensai che senza né vederla né sentirla, il sentimento che provo per lei sarebbe andato via via sparendo. Niente di più falso. I giorni e i mesi a seguire sono stati letteralmente devastanti. Non facevo altro che piangere non appena potevo rimanere da solo (ed in ufficio capitava spessissimo che rimanessi da solo). Mi mancava ogni giorno di più, ero disperato. Ho cercato anche di interessarmi ad altre ragazze, ma senza risultato: pensavo sempre a lei e la paragonavo alle altre che, ovviamente, perdevano su tutta la linea. Bastava anche il minimo difetto che subito perdessi interesse per la ragazza in questione. D’altronde, al cuore non si comanda e non è possibile interessarsi ad altre persone quando ce n’è solo una che ti fa perdere la testa.
Continuai a sentirla sporadicamente: a farle gli auguri per il compleanno e per le feste di natale e capodanno. Solamente in queste occasioni (per natale le avevo anche suonato una musichetta al piano, sentita sul suo Tumblr che mi era capitato di visitare). Ovviamente continuai a dedicarle scritti sia qui su Tumblr che su EFP ed altri blog... forse perché quando provi qualcosa di così forte per una persona, devi in qualche modo tirarla fuori. Ho cominciato anche ad evitare quelle fiere come cartoomics e rimini comics per evitare di incontrarla (perché se la incontrassi, potrei davvero scoppiare a piangere in mezzo alla gente). 
Arriviamo quindi al 2015, precisamente al giorno del suo compleanno. Come precedentemente detto, le mando un sms per augurarle buon compleanno. Mi arriva la sua risposta in cui mi ringrazia e però mi dice anche che non è più il caso di sentirsi così sporadicamente, di chiudere definitivamente ogni rapporto. Acconsento a malincuore. Ciò però non vuol dire che non la pensi più, tutt’altro. Come ho detto prima, non basta non sentire più una persona per dimenticarla e smettere di amarla. Ed ora ci avviciniamo alla conclusione di questa folle storia. Lucca comics 2015: mi sembra di vederla tra la folla e vado letteralmente nel panico. Comincio ad arrancare, il respiro mi si fa più affannoso e tento di allungare il passo per allontanarmi, ma sembra come se il suo gruppo stia seguendo il nostro. Prendono anche la nostra stessa scorciatoia. Io allungo il passo e faccio allungare il passo anche agli altri che però non fanno domande (o, per lo meno, non a me direttamente). Ovviamente presa a male incredibile e giornata rovinata. Il giorno dopo però, con mia grande sorpresa, scopro che mi aggiunge su Tumblr. Gioia, immensa gioia. Sono stato tutto il giorno a guardare il cellulare ogni qualvolta ne avevo l’occasione, aspettando un suo messaggio o comunque qualcosa (visto che mi aveva chiesto di non sentirci più, non potevo certo io fare la prima mossa). Niente. Nessun messaggio per tutto il giorno. La mattina del giorno dopo però, scopro che mi ha nuovamente tolto da Tumblr. Preso dallo sconforto, scrivo un messaggio pubblico su Tumblr, un appello a contattarmi qualunque cosa volesse dirmi. Mi contatta il giorno ancora successivo su facebook per dirmi che quell’aggiunta è stata fatta per sbaglio. Però aggiunge che ha delle cose da dirmi, ma preferirebbe dirmele di persona, però a causa dei nostri impegni questo non è possibile. Le dico allora che io sono sempre disponibile e quando se la sente di dirmi le cose tramite facebook, sa dove trovarmi. È stata l’ultima volta che l’ho sentita.
FINE
Ed ora, dopo questo riassunto (se dovessi descrivere tutta la storia di noi due, ce ne sarebbe da scrivere), vorrei fare qualche considerazione. Innanzitutto lo dico qui, pubblicamente, che.... MI DISPIACE. SONO STATO UNO STRONZO EGOISTA TESTA DI CAZZO, ME NE RENDO CONTO. TU ERI DEPRESSA, DEVASTATA DALLA TUA ROTTURA COL TUO RAGAZZO, UN RAGAZZO CHE AMAVI VERAMENTE, AVEVI BISOGNO DI AIUTO ED IO ERO L’UNICO CHE POTEVA DARTELO, MA HO PREFERITO FUGGIRE PER PENSARE A ME STESSO. MI ODIO, NON SAI QUANTO VORREI TORNARE INDIETRO ED IMPEDIRMI DI ALLONTANARMI DA TE. Ho sbagliato, me ne rendo conto e fai benissimo a non volerne più sapere di me. Sappi solo che mi dispiace, che farei qualsiasi cosa per rimediare a questo errore, anche se temo che non ci sia nulla che possa fare...
Detto questo, voglio che tu sappia un’altra cosa: sei stata la prima ragazza a farmi provare un sentimento tanto grande e puro, anche dopo aver ricevuto delle cocenti delusioni. Non so come tu abbia fatto, sarà per la tua bellezza, sarà per il tuo carattere, per la tua intelligenza, per la tua simpatia, per la tua timidezza o per tutte queste cose messe insieme.... sarà per il tuo essere speciale, fatto sta che io ti ho amato e ti amo come non ho amato nessun’altra al mondo. E sì, ribadisco che il mio amore per te non è mai morto. Non importa se tu non ricambierai mai questo amore, se tu stai vivendo la tua vita al fianco di un’altra persona, se nel frattempo sei cambiata... questo sentimento rimarrà vivo finché ne avrà la forza. Ed anche se dovesse nascere un nuovo amore che possa farmi perdere di nuovo la testa, stai pur certa che nel mio cuore è riservato un posto speciale solamente per te. Per te che sei la ragazza che mi ha fatto capire cosa vuol dire amare veramente una persona. Per la ragazza che mi ha fatto ridere di gusto. Per la ragazza che mi ha fatto sognare. Per la ragazza che mi ha fatto piangere lacrime di gioia e di dolore. Per la ragazza che mi ha fatto toccare il cielo con un dito. Per la ragazza che riesce a farmi commuovere anche mentre sto scrivendo queste righe. Per te e solo per te il mio cuore non smetterà mai di battere. Io ti amo e questa è una realtà che non si può cambiare. E non mi importa se rimarrò da solo, se queste mura che ho alzato lasceranno tutti al di fuori, se nessuna avrà il coraggio di tentare di scavalcarle o di distruggerle.... so che questo è un amore vero, senza alcun interesse secondario. Ti amo perché riesci a trasmettermi sensazioni che nessun altro riesce a trasmettermi. Ti amo perché quando sono in tua compagnia, il tempo si ferma ed io provo una gioia immensa. Ti amo perché basta tenerti per mano e passeggiare insieme a te per far di me l’uomo più felice del mondo. E non lo dico solo per fare scena, lo dico perché è ciò che sento veramente. Non avrei alcun motivo di dire queste cose se non le sentissi veramente dal profondo del cuore. In molti mi dicono che devo andare avanti, che oramai è tutto perduto, che ho ancora molte possibilità di essere felice e che non devo fossilizzarmi nel passato. Beh, hanno ragione. Loro però non provano ciò che provo io. Quindi ragazzi.... vi chiedo scusa. Non riesco ad ignorare i miei sentimenti.
Questo era il mio ultimo pensiero di questo 2015. Questo era il mio ultimo pensiero... sei tu. Come anche il primo pensiero di ogni mattina e l’ultimo di ogni sera. E, visto che non posso contattarti direttamente, ti auguro un felice e strepitoso 2016. Spero vivamente che tu ora sia felice e che lo sarai per sempre.
E chissà, magari un giorno potremmo rivederci.... potrei rivedere il mio piccolo Horcrux.
Il tuo Creatore.
P.S. Conservo ancora gelosamente le lettere e le cartoline che mi hai scritto. Adoravo quando inserive le faccine nel testo...
P.P.S. “L’amore è un po’ come Pokémon. Inizi con uno starter e ti affezionerai a lui. Ma, all’interno del gioco, troverai tanti altri Pokémon. Alcuni li catturerai con una Poké Ball, altri con una Mega Ball, altri ancora con una Ultra Ball. Incontrerai anche dei pokémon rari e perfino dei leggendari. Potresti catturarli oppure no, dipende da te. Ma non importa cosa farai; conserva la Master Ball. Conserva la Master Ball per quel Pokémon, quel Pokémon che è veramente leggendario”. Ed io conserverò la mia Master Ball, solamente per te.

Pensieri #5

Rabbia. La vita si sa, è un continuo susseguirsi di gioie e dolori. Teoricamente le cose dovrebbero equivalersi, ma non sempre è così. Capita quindi che esistano individui a cui capitano principalmente cose belle e ad altri invece quelle brutte (per il principio dell’equilibrio dell’universo... vabbè teoria mia). E quando ti capitano le cose brutte, quello che si può fare è cercare di superarle, di andare avanti continuando a sorridere senza farsi buttare giù. Ed è quello che ho sempre fatto: la vita mi ha sempre proposto sfide più o meno impegnative che ho sempre affrontato col sorriso sulle labbra, cercando di non buttarmi giù. Se anche cadevo, dopo un po’ mi rialzavo con nuove energie e voglia di fare. Arriva però quel momento in cui la vita ti da una batosta tale che non bastano più sorrisi e voglia di fare, non basta più la determinazione e l’entusiasmo per andare avanti e superare l’ostacolo. È quella batosta che non ti uccide, ma ti lascia in fin di vita, senza cure e senza aiuti di alcun tipo. E tu sei lì a terra che ti fai mille domande: perché è successo? Perché, malgrado il mio impegno, non sono riuscito ad ottenere ciò che volevo? Perché fa così male? Perché è andata a finire così? Domande a cui nessuno potrà dare risposta. Ed allora in noi comincia a cambiare qualcosa. Cominciamo lentamente a trasformarci: tutto il dolore provato, pian piano lo facciamo diventare rabbia. Una rabbia perpetua, infinita, che sfoggiamo giorno dopo giorno, non necessariamente verso gli altri. Questa è una rabbia non tanto fisica, quanto aggressiva, atta ad allontanare tutto e tutti, a farci vedere come un nemico da cui stare alla larga. È come un muro che ci costruiamo intorno, un muro per evitare di provare ancora quel dolore che la vita ci ha voluto “gentilmente” donare. Un muro che vorremmo qualcuno rompesse per venirci a prendere, per abbracciarci e dirci che andrà tutto bene. Ma nessuno è così impavido.
E quindi dovremmo rimboccarci le maniche ed essere noi a far sparire questa rabbia, ad abbattere questo muro, a ridare fiducia alla vita e tornare ad amare e a lottare.

lunedì 28 dicembre 2015

Pensieri #4

Oggi vorrei parlare dei due grandi problemi che possono intercorrere in una relazione: la distanza e l’età.
La distanza, da quel che ne so, ha mietuto e miete tutt’ora molte vittime. Analizziamo il perché: quando si è distanti, ci si sente tramite smartphone o pc e, al massimo, ci si vede in videochiamata. Niente contatto fisico di alcun tipo, niente coccole, niente baci, niente abbracci, niente carezze. Queste sono le prime cose che fanno crollare una coppia. A mio avviso, una coppia che ha SOLO bisogno di attrazione fisica, non è una coppia destinata a durare a lungo, ma solo una coppia di passaggio che cambierà spesso a seconda del partner più interessato alla parte puramente fisica della relazione. Un’altra cosa sono i fraintendimenti: può capitare che chattando si mal interpreti il “tono di voce” dell’interlocutore dando origine a discussioni inutili. Beh, già dal vivo è difficile gestire una discussione, figuriamoci a distanza! Senza contare che quando si cerca di fare pace, solitamente si prova col contatto fisico, cosa impossibile dalla distanza. Però la distanza ha anche i suoi lati positivi: quando i due partner si incontrano dopo tanto tempo, magari alla banchina della stazione, avviene un momento magico: il tempo si ferma, tutto il resto sparisce ed esistono solo loro due, immersi in un lungo, interminabile abbraccio. È una sensazione veramente stupenda ed indescrivibile. Il problema della maggior parte di chi vive una relazione a distanza, è che vorrebbero avere l’altra persona sempre con loro. D’altronde, chi non vorrebbe sempre stare con la persona amata? Però nel caso della distanza, questo non è possibile. Cosa fare allora? Il mio consiglio è: resistete. Resistete perché se ci tenete ad una persona, SE CI TENETE VERAMENTE, stringete i denti ed aspettate. La distanza è solo una situazione momentanea che prima o poi sparirà (dovreste andare a vivere insieme alla persona che amate un giorno, no?). Prendete la distanza come una sfida prima di poter coronare appieno il vostro sogno d’amore. Non dermordete, la distanza può essere sconfitta. Non fate in modo che sia lei a sconifggere voi.
La differenza di età invece è un problema più grave a mio avviso: qualsiasi cosa si faccia, non è possibile cambiare a piacimento l’età della gente e quindi quella differenza rimarrà per sempre. Ma perché TUTTI (e quando dico TUTTI, CRISTOIDDIO INTENDO VERAMENTE TUTTI), chi più chi meno, appena sentono di una coppia composta da due individui che hanno una vistosa differenza di età, DEVONO DARE DI MATTO? Nemmeno avessero rubato o ucciso qualcuno, sono semplicemente due individui che si amano ma che uno/a è più grande (o più piccolo/a) dell’altra/o. Perchè la gente non accetta questa cosa? Perché la gente non accetta il fatto che due individui con 10, 15 o 20 anni di differenza possano amarsi? Analizziamo questa cosa. A mio avviso i problemi sono sostanzialmente due
- Il primo e quello più banale, sono gli interessi in comune tra i due: il partner più grande può avere degli interessi o degli impegni in contrasto con quello più piccolo. Mettiamo che quello più grande lavori e torni stanco da lavoro, mentre quello più giovane la sera vuole uscire e andarsi a divertire. O che quello più giovane non riesca ad incastrarsi con i vari impegni di quello più grande. È ovvio che bisognerà ricorrere a dei compromessi, cosa del tutto normale in amore (non ho ancora visto una coppia che sia d’accordo su TUTTO).
- Il sesso. Sì, è sicuramente questo il problema più grave di tutti. Già il sesso di per se viene ancora visto come un taboo, figuriamoci tra persone di età diverse, specialmente se minorenni. ATTENZIONE: per minorenni non intendo bambini, ma ragazzi da 16 anni in su (età che ritengo matura per rapporti sessuali). Ma il sesso è solo una conseguenza dell’amore (non sempre è così ma vabbè, questo è un altro discorso), quindi che male c’è a farlo? Non dico che una debba rimanere incinta a 16 anni, ci mancherebbe altro. Basta usare le dovute precauzioni e non c’è problema (ma quello ad ogni età, non c’entra la differenza).
È quindi un problema se una ragazza di 17 anni frequenti un ragazzo di 30? Sono davvero quei 13 anni di differenza il vero problema? Secondo me no. OVVIAMENTE ENTRAMBI I PARTNER DEVONO AVERE LA MATURITA’ NECESSARIA PER PORTARE AVANTI UNA RELAZIONE DEL GENERE. Come dicevo prima, devono esserci dei compromessi, deve esserci maturità da parte di entrambi per accettare idee e situazioni di generazioni differenti. Senza contare i problemi derivanti da amici e familiari. Poi chi l’ha detto che persone di età differenti ABBIANO INTERESSI DIFFERENTI? La differenza di età è un argomento che prendo particolarmente a cuore (ad arrivare ad incazzarmi di brutto anche) perché NON È GIUSTO CHE DUE PERSONE NON POSSANO AMARSI SOLO PERCHE’ CI SONO TANTI ANNI DI DIFFERENZA TRA LORO.
Concludo dicendo di non aver paura di amare. Non abbiate paura a lasciarvi andare, anche se l’altra persona è più grande o più piccola di voi e vive a 1500 km di distanza. Se è importante e ne vale davvero la pena, amate fino a spremervi completamente, senza avere alcun timore e, soprattutto, alcun rimpianto.

domenica 27 dicembre 2015

Pensieri #3

In questo post, vorrei parlare del mio rapporto con l’amore. Fintanto che sono andato a scuola, non mi sono mai interessato all’argomento, preferivo passare le giornate rintanato in casa da solo a giocare oppure a studiare. Vivevo bene, ero felice e spensierato, i vari problemi della vita che mi si paravano davanti non erano nulla e li affrontavo tranquillamente col sorriso sulle labbra. Però c’era questa cosa dell’amore che non capivo. “Perché la gente soffre tanto per amore? Siamo tanti nel mondo, se non ci si trova bene con una persona, basta cercarsene un’altra no? Perché invece c’è gente che non fa altro che cambiare partner? È forse un gioco l’amore?”. Queste e tante altre domande mi facevo, ma che non ebbero nessuna risposta. Allora, erroneamente, pensavo che l’amore fosse una sciocchezzuola, che chi soffriva per amore non ne aveva motivo e avrebbe dovuto smetterla di lamentarsi…. Il Karma ragazzi, il Karma è un gran “’fio de na mignotta” (come diciamo qui a Roma). Ovviamente quelle cose non le dicevo con cattiveria, ma solamente perché ero ignaro di tutto, non avendo mai avuto esperienze amorose e non avendole mai cercate, anche perché in questo campo sono davvero molto selettivo e non scelgo la prima che capita solo perché ha un bel corpo.
Poi è successo. Improvvisamente, casualmente, senza che io cercassi. È stato l’amore a bussare alla mia porte ed io, senza pensarci su, gli ho aperto. Diciamo che ne sono stato travolto, essendo impreparato. Lei sembrava perfetta per me: stessi gusti, quasi stesso carattere, era gentile, bella, intelligente. L’unico neo era la distanza che ci separava (io a Roma e lei a Catania), ma a me questa cosa non pesava affatto: sapevo di poter contare su di lei in qualunque momento, anche a chilometri e chilometri di distanza. Purtroppo però, col passare del tempo, il rapporto si è deteriorato e lei ha mostrato il suo vero carattere egoista e geloso ai limiti del buon senso (colpa anche mia che le permettevo tutto e le davo anche ragione quando aveva palesemente torto… capitemi, era la mia prima esperienza amorosa, non sapevo impormi ed avevo paura che tutto potesse finire). E così ho chiuso tutti i contatti. Dal “volerla sposare” sono passato a “finalmente è finita!”. Due pensieri diametralmente opposti, me ne rendo conto, e mi rendo anche conto che questa mia prima esperienza l’ho vissuta veramente male. 
Mi sono quindi preso un periodo di pausa per stare per conto mio. Ho iniziato a darci dentro nel mondo del cosplay, ho conosciuto altra gente e… è ricapitato. È grazie ai cosplay che ho incontrato la mia seconda ragazza. Questa volta volevo andarci coi piedi di piombo… almeno inizialmente. Il mio problema è che quando qualcuno mi da più attenzioni del dovuto, ecco che comincio a lasciarmi andare. O almeno cominciavo…. ma arriviamoci con ordine. Conosco questa ragazza tramite un gruppo di amici in comune, entrambi appassionati di cosplay, giappone, anime e manga. Lei in quel periodo aveva anche problemi col suo ragazzo dell’epoca ed io, essendo sostanzialmente “buono” (o almeno, lo ero un tempo), le sono stato vicino. E forse era meglio se me facevo li cazzi mia. Ad ogni modo, lei lascia il suo ragazzo e, dopo qualche settimana, si mette con me (questa volta eravamo più vicini, lei di Nettuno ed io di Roma). Il ragazzo ovviamente mi odiava, alcuni suoi amici mi odiavano perché, giustamente, pensarono che fosse colpa mia l’accaduto. Ma a lungo andare hanno capito che io non c’entravo nulla e la situazione si sistemò. Reduce dall’esperienza passata, sono diventato più “esigente” ed “autoritario”: se lei sbagliava, glielo facevo notare. Se continuava a perseverare su quello stesso errore, mi ci incazzavo. Diciamo pure che ero abbastanza un rompicazzo. PERO’, a lei sembrava andare bene così. Mai nessuna lamentela, mai nessuna discussione (a meno che non sia stata spinta dalle sue amiche e questo fa capire quanto non ragionasse con la propria testa). Sembrava andare tutto bene… se non fosse per il fatto che tra l’oggi e il domani, se ne esce con “mi tratti male, mi sono stancata”. E non è tanto per dire. Il giorno prima “non so cosa farti per i due anni XD” (che li avremmo fatti la settimana successiva), ed il giorno dopo quella cosa detta poc’anzi. Venni a sapere successivamente che aveva già un altro e quindi, quando le consigliavo all’epoca del suo precedente ragazzo di parlare con lui, di chiarirsi ecc ecc, lei in realtà non aveva fatto nulla di tutto ciò. Lo ha semplicemente preso in giro, facendo finta di nulla mentre si guardava intorno e cercava di meglio. Questa cosa mi ha fatto molto, molto male. So di non essere perfetto, di avere un’infinità di difetti, ma tradire la mia fiducia facendo tutto alle spalle… questo non l’accetto. Ovviamente chiusi tutti i contatti pure con lei.
Dopo la mia seconda esperienza amorosa durata quasi 2 anni, sono stato male per quasi un anno (ci siamo lasciati a fine gennaio 2011). Tutto mi sembrava sbagliato, soffrivo perché non capivo cosa ci fosse di sbagliato in me, che cosa avessi fatto di male, perché non potevo avere una relazione normale con una ragazza seria che avesse un poco di cervello funzionante. Mi chiusi in me stesso, odiavo il mondo, odiavo l’amore. Finché un giorno, mi alzai dal letto e dissi “BASTA”. Senza un motivo preciso, era come se quella ferita fosse stata rimarginata, se il Tempo avesse finito la sua operazione ed ora la ferita è solamente una cicatrice che mi porto dietro e che non si vede più di tanto.
Ero di nuovo in pista. Ed è qui che il Destino, non ancora sazio di accanirsi contro di me, ha voluto calare la sua carta vincente, il suo asso nella manica. 
È qui che incontrai Lei…. ma questa è un’altra storia.

Pensieri #2

Sono nato nell’epoca sbagliata. Sarà questo il tema portante di questo post. Sono nato nell’ormai lontano 1986 e quindi ho una certa età sul groppone. All’epoca non avevamo tutta la tecnologia che abbiamo oggi: niente smartphone, niente internet da cellulare, niente whatsapp, niente instagram, niente facebook… niente di niente. Conoscevi la gente di persona, ti documentavi come meglio potevi su quelle tue poche passioni che erano prerogativa solo di pochi…. quelle stesse passioni che un tempo ti emarginavano, ti facevano passare per lo sfigato di turno, quello “diverso” perché, invece di andare a devastarsi in discoteca, preferiva rimanere a casa a giocare o vedere qualche film/anime. Cosa che invece sembra essere la prassi oggi. Facciamo un passo indietro: chi mi segue (o chi mi conosce) saprà che le mie passioni più grandi sono i videogiochi e gli anime/manga. Ebbene, all’epoca in cui andavo a scuola io, queste cose venivano considerate come per bambini, che se giocavi ai videogiochi eri un immaturo bimbo di merda da emarginare e/o perculare, che se guardavi i cartoni animati dovevi crescere e non potevi avere una ragazza perché eri ancora piccolo e immaturo e tutte queste stronzate qui. Ora la situazione si è ribaltata drasticamente: i videogiochi, gli anime, i manga (accompagnati dalle serie TV e dal cosplay) sono la moda del momento, quelle che tutti seguono, chi più e chi meno. Anche qui però c’è un problema: queste persone non sono realmente appassionati, lo fanno più che altro per moda o per amalgamarsi alla massa (e youtube qui c’ha messo il carico). Sono veramente poche le persone che sanno di cosa stanno parlando, che sono realmente appassionate e non fanno le “”””””nerd”””””” giocando a minecraft, a cod o a fifa. E quindi? Quindi, se in passato venivo allontanato per le mie passioni, ora sono io che mi allontano da questi individui che stanno stuprando queste mie passioni, dalla massa ignorante che vuole sentirsi alternativa ma che fa solo pietà. 
Però, come ho detto prima, ci sono anche le eccezioni…. e tu sei una di quelle. Ma non è ancora il momento di parlare di te. 
A te ho riservato l’ultimo dei miei pensieri di quest’anno.

Pensieri #1

Mancano esattamente 5 giorni all’arrivo dell’anno nuovo e ho deciso che proverò a cambiare, ad andare avanti. Non so se ce la farò, ma voglio provarci. Però prima di questo cambio repentino, vorrei usare questo mio spazio personale per parlare un po’ di me, per sfogarmi, per esprimere il mio punto di vista, cosa mi sta accadendo e come vedo il futuro e tutto ciò che comporta. Ovviamente siete liberissimi di smettere di seguirmi, anzi vi esorto a farlo se non siete amanti dei wot e dei drammi greci (o semplicemente non ve ne frega un cazzo della mia vita, com’è giusto che sia). In questi miei “spazi” parlerò di me, della mia crescita, del percorso che ho fatto per arrivare dove sono arrivato ora. Ed inevitabilmente, parlerò anche di te. Soprattutto di te. Non so se leggerai mai questi miei interventi, ma ti assicuro che la tua privacy e la tua identità non verranno intaccate in alcun modo (ci mancherebbe altro).
Questa era solo una premessa, prossimamente arriveranno altri post così. Non ho niente di scritto, non sto recitando un copione, voglio solamente omaggiare la mia vita fin’ora con la speranza di poter cambiare in vista di quest’anno nuovo. Tutto qui.
Stay tuned

domenica 13 dicembre 2015

Sento dentro

È la prima volta che ci incontriamo. Vedo una persona estremamente timida ed un po’ impacciata. “Che tenera” ho subito pensato. Sento dentro di me un sentimento di simpatia verso di te.

Cominciamo a sentirci, a scambiarci messaggi. Comincio a scoprire cosa ti piace, cosa non ti piace, il tuo modo di ragionare. “Abbiamo diverse cose in comune!” pensai. Sento dentro di me un sentimento di stupore che mi lascia alquanto perplesso. Non avrei mai immaginato di trovare qualcuno così simile a me.

Iniziamo a parlare quasi tutti i giorni, delle lunghe e stimolanti chiacchierate, a volte serie e, molte altre volte, a cazzeggio. “Con lei riesco ad essere me stesso… è strano, visto che ci conosciamo da poco” mi stupii. Sento dentro di me un sentimento di felicità che continua a crescere.

Ci sentiamo oramai ogni giorno e ci vediamo sporadicamente durante le fiere del fumetto. Giorni paradisiaci in tua compagnia. “Perché quando sono con lei mi sento così felice?”, non riesco a capacitarmene. Sento dentro di me un sentimento che cresce… non è gioia, è qualcosa di più.

È arrivato il fatidico giorno, mi sono dichiarato a te. O meglio, sono stato costretto, visto il mio essere impacciato. E, come prevedevo, mi hai rifiutato. Speravo potesse andare bene, lo ammetto, ma la realtà è un’altra. “Beh, devo andare avanti e farmene una ragione… resteremo buoni amici” pensai con le lacrime agli occhi. Sento dentro di me un sentimento di tristezza corrodermi dall’interno.

Ti sono stato vicino come meglio ho potuto. Ho fallito come amico, lo ammetto. Tutta colpa di questi sentimenti che non la smettono di tormentarmi. Ma ho sempre cercato di nascondere il tutto. Probabilmente non ci sono riuscito. “Chissà se un giorno potrai amarmi” pensavo in continuazione. Sento dentro di me tanta tristezza e frustrazione.

È arrivato il giorno della scelta decisiva. Sono stato indeciso fino all’ultimo, ma alla fine ho preso la mia decisione: mi sono allontanato da te. Ti ho abbandonata, nel momento del bisogno per giunta. “Sono stato un idiota, mi faccio schifo” penso ogni giorno che passa. Sento dentro di me tanta rabbia e tristezza. Avrei voluto che le cose fossero andate diversamente.

Non ci sentiamo più. Soffro, soffro come mai ho sofferto in vita mia. Ma la realtà non cambia e non può cambiare. Questo è il mio destino a quanto pare. Non penso più a niente, non provo più niente all’infuori di quel sentimento tanto magico e surreale che mi ha avvolto da quando ti ho incontrata. Sento dentro di me il buio e tanto freddo. E lì, in un angolo del mio cuore, una piccola e flebile luce. Quel sentimento che prima era un sole, ora sta per spegnersi, lasciando il posto alle tenebre più cupe. Sento che anche lui sta urlando dalla disperazione. “Ho freddo” urla. Non sa che l’inverno sta arrivando e siamo entrambi spacciati…

venerdì 27 novembre 2015

Sei come

Sei come il sole nei giorni invernali, un caldo tepore che ti da sollievo dal freddo pungente.

Sei come la luna nella notte più tetra, illumini il mio cammino.

Sei come una fresca brezza nelle giornate estive, rinfreschi il mio viso con il tuo tocco.

Sei come la cioccolata calda nelle fredde notti, riscaldi la mia anima.

Sei come l'oasi nel deserto, la mia zona di salvezza e ristoro.

Sei come lo specchio della mia anima, in te mi ci rifletto e mi vedo più bello che mai.

Sei come un ombrello nelle giornate di pioggia, mi ripari ed impedisci che mi ammali.

Sei come lo zucchero, rendi più dolce la mia vita.

Sei come il caffè, mi tieni sveglio la notte e non faccio altro che pensarti.

Sei come un cielo stellato, uno spettacolo indescrivibile.

Sei come una corsa senza sosta, mi lasci senza fiato.

Sei come il mare al tramonto, mi fai battere forte il cuore.

Sei come la donna dei miei sogni, ma secondo me la superi anche.

Sei la donna che amo, e che amerò per sempre.

lunedì 9 novembre 2015

L'innamorato

Ma voi pensate davvero che chi è innamorato dica smancerie così, tanto per? O per ricevere favori carnali o altri tipi di favori dal partner? No cazzo. Chi fa queste cose, semplicemente non è innamorato, è un approfittatore. Tutto ciò che dice l’innamorato, lo dice perché lo pensa veramente e perché non riesce a tenersi tutto dentro. Sente il bisogno di dire alla persona che ama ciò che sente dentro, sia a parole che tramite i gesti. All’innamorato basta anche solo tenere per mano la persona amata o guardare insieme a lei un tramonto o ancora stare semplicemente rannicchiati sotto le coperte a vedere un film mangiando schifezze. Vedo in giro fin troppe coppie false che stanno insieme o per convenienza o per moda (o entrambe le cose). Coppie in cui non c’è rispetto reciproco, in cui il dialogo o l’affetto è ridotto al minimo indispensabile, in cui ci si debba inventare scuse per non vedersi. Ed allora mi chiedo: esiste ancora la gente innamorata? Intendo innamorata sul serio. O sono uno dei pochi stronzi che crede ancora nell’amore vero (e che quindi viene deriso)? Ed ovviamente non dico che chi ama veramente non possa sbagliare, siamo umani del resto. Però chi ama veramente è più attento ad una serie di fattori che gli altri non prendono nemmeno in considerazione a volte. Peccato che l’innamorato vero venga sempre preso per pazzo e/o per sfigato, a volte anche per morto di figa (peccato che questo atteggiamento lo abbia solo con la persona amata e non con tutte, quindi chi dice ciò non ha capito un cazzo dalla vita).

Scusate lo sfogo, ma oggi è lunedì.

P.S. ovviamente il discorso è riferito ad entrambi i sessi

Ci ho creduto

È da poco dopo che abbiamo iniziato a frequentarci che ci ho creduto.

Ho creduto ad un ipotetico “noi”.

Ci ho creduto perché sei stata la prima ragazza ad avvicinarti a me senza alcun timore ed accettandomi per quello che sono.

Ci ho creduto perché potevo dare un senso al mio super potere inutile di sembrare più giovane.

Ci ho creduto perché in pochissimo tempo abbiamo creato un legame unico, un tipo di legame che solo con gli anni si viene a creare.

Ci ho creduto anche se la cosa era palesemente impossibile, perché tu eri e sei tutt'ora troppo importante.

Ci ho creduto perché avrei voluto prendermi cura di te, farti ridere e consolarti nel momento del bisogno, coccolati ed amarti in ogni momento della giornata.

Ci ho creduto perché eri l'unica persona a farmi stare veramente bene con me stesso e con il mondo.

Ci ho creduto perché per nessun altro al mondo sarei rimasto sveglio la notte, arrivando a vedere l'alba.

E lo sai qual è il brutto in tutto questo? Che ci credo ancora e continuerò a crederci fino alla fine dei miei giorni. Perché tu sei troppo importante e ne vali decisamente la pena.

martedì 20 ottobre 2015

Amare una persona

Sapete cosa vuol dire amare una persona? Amare VERAMENTE una persona? Non intendo quando si sta con una persona per motivi che nemmeno si sanno/per uniformarsi alla massa/per far piacere a qualcuno/per interesse/per altro motivo random. Io intendo proprio l’amore genuino, puro, sconclusionato, che ti porta a voler bene all’altra persona nonostante tutto e senza voler ricevere nulla in cambio, a parte l’essere ricambiati (che è quello che speriamo tutti quando siamo innamorati). Quindi, che cos’è amare una persona? Non sono le farfalle nello stomaco o il batticuore, quelle sono cose che normalmente avvengono PRIMA di incontrare tale persona, magari alla stazione o all’aeroporto. Quel nervosismo benigno che ci pervade poche ore prima di stringere tra le braccia la persona per noi più importante. Ma andiamo oltre. Amare una persona è... la calma. La nostra pace interiore. Il nostro paradiso. Pensateci. Quando siete con la persona che amate (e sottolineo AMATE), come vi sentite? Non notate un senso di calma? Di appagamento? Come se il mondo fosse per una volta giusto, come se non ci fossero più problemi. Anche se siete circondati dalla gente o i rumori del traffico cittadino sono assordanti, per voi esiste solo lei, la vostra persona speciale. Il solo tenerla per mano vi rassicura, vi tranquillizza, vi darà una forza tale da superare qualsiasi ostacolo. Anche il solo starle vicino ci fa capire quanto importante per noi sia, perché ciò che proviamo con lei, non lo proviamo con nessun altro. E la cosa bella, quasi magica se vogliamo, è che non è un comportamento che accade durante i primi mesi di frequentazione, ma è una cosa che accade SEMPRE. Questa è la magia dell’amore, del vero amore. Non importa il tempo che trascorrerete insieme o la distanza che vi separa: se c’è vero amore, niente potrà distruggervi. 
Quando amate una persona, la cercate quanto più possibile. Non per controllarla e nemmeno per sfruttarla per qualche favore. La cercate perché vi fa stare bene. Se vediamo, può essere considerata una cosa prettamente egoista, ma credo che tutti cerchiamo la felicità in un modo o nell’altro. Ed ecco che l’innamorato/a cerca la/il sua/o amata/o per stare bene, senza risultare stressante o invasivo/a. 
Amare una persona significa anche rispettarla. Amare non significa annullarsi per l’altra/o. Amare non significa possedere. Essere gelosi non è amare. Amare significa rispettare gli spazi dell’altra persona, di incoraggiarla nelle sue scelte se per lei sono importanti, di sostenerla e supportarla come meglio si possa fare. Perché il suo sorriso, la sua gioia, sono quelle cose che all’innamorato/a stanno più a cuore. E non devono essere forzate, ma genuine. Non devono nemmeno essere scaturite a forza da noi stessi, ma dalle cose che rendono felice l’altra persona (che se fosse innamorata anch’ella, una di queste cose saremo proprio noi).
Amare una persona significa esserci, nonostante tutto. Esserci nel momento del bisogno. Esserci anche per le cose all’apparenza più stupide, ma che per lei possono contare molto.
Amare una persona significa anche capirla a fondo, capire il perché di determinati comportamenti e porvi rimedio qualora siano deleteri. Amare una persona significa anche entrare in competizione con essa qualora la situazione lo richiedesse. Non bisogna solamente assecondare, specialmente quegli atteggiamenti che riteniamo sbagliati. Bisogna confrontarsi, discutere, capire e continuare ad amarsi, malgrado le differenze. È anche questo il bello: non siamo tutti uguali e non tutti vogliamo la nostra fotocopia.
Amare una persona significa crescere insieme a lei, imparare insieme a lei ed insegnarsi a vicenda. Cerchiamo una persona che ci completi, che ci migliori, non uno specchio in cui rifletterci.
Questo è l’amore: una potentissima alchimia, quasi fosse una stregoneria arcana, che ancora non si riesce a spiegare e a comprendere, ma che tutti possiamo provare almeno una volta nella vita. E quando ciò accade, tutto diventa più bello. L’energia che viene sprigionata sembra quasi infinita ed in grado di farci fare cose impossibili, in grado di stupirci e di farci cambiare.
Ma maneggiare tutta questa energia è un rischio molto, molto grande. Cosa accadrebbe nel caso non fossimo ricambiati? Dove andrebbe a finire tutta quell’energia? Come ci suggerisce la fisica con il suo principio di conservazione dell’energia: l’energia non può essere né creata e né distrutta, ma solo trasformata. E quindi tutta quell’energia positiva che ci ritrovavamo, ecco che si trasforma in energia negativa: rabbia, frustrazione, disperazione, tristezza, depressione.... E non c’è modo di liberarsene. Non puoi, di punto in bianco, smettere di amare qualcuno. Puoi solo sperare che, col tempo, l’energia venga pian piano dissipata o che un nuovo amore nasca e possa ritrasformare l’energia negativa in positiva. Se ciò non dovesse accadere, sei costretto a tenerti quell’energia, finché non verrà esaurita. Ma come si esaurisce una fonte di energia tendente all’infinito? Questa è davvero una bella domanda...
Amare una persona è un rischio. Sei disposto a correrlo? Sei disposto ad abbracciare una delle gioie più belle dell’esistenza o a cadere nell’inferno più cupo?

mercoledì 23 settembre 2015

Il mio grido

Il mio grido è forte e possente come un rumore, ma allo stesso tempo è debole e flebile come un sussurro.

Esso non può venire ignorato: tutti lo sentono e tutti se ne lamentano. C'è solo una persona a cui il mio grido non arriva, e quella sei tu.

Pieno di rammarico, tristezza e disperazione, il mio grido prova in tutti i modi ad esprimere qualcosa: alcuni lo percepiscono come un semplice lamento, altri riescono a scavare più a fondo e a capirne il senso. Nessuno però può fare nulla per farlo smettere.

Il mio grido è spaventoso: solamente in pochi, dopo averlo sentito, non scappano via. E più qualcuno provi ad avvicinarsi, tanto più sentirà questo grido che lo pungerà, fino a toccargli l'animo. Solamente chi resterà fino alla fine potrà definirsi davvero importante.

Il mio grido ti cerca, il mio grido ti brama, il mio grido spera con tutte le sue forze di farsi sentire da te. E per questo non smetterò mai di gridare, non finché avrò fiato in corpo. Non finché la vita mi permetterà di farlo. Anche se questo vorrà dire gridare per sempre da solo.

Io sono qui, che grido a più non posso. Sono qui che aspetto una tua risposta. Sono qui, con la gola che mi fa male e gli occhi gonfi di lacrime. Ma non mi arrendo. Continuerò a gridare.

Il mio grido d'amore... solo per te.

domenica 30 agosto 2015

Tra qualche anno

E se tra qualche anno dovessimo incontrarci, non noterai nessun cambiamento in me

Ti guarderò come ti ho sempre guardata

Ti parlerò come ti ho sempre parlato

Ti abbraccerò come ti ho sempre abbracciata

Ti sorriderò come ti ho sempre sorriso… 

Come un innamorato guarda, parla, abbraccia e sorride alla propria amata

giovedì 6 agosto 2015

Ti cerco

Ti cerco. Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, ogni secondo...

Il mio sguardo è rivolto sempre verso l’orizzonte, speranzoso di veder spuntare il tuo bellissimo viso.

Ti cerco al mattino appena mi alzo, mentre controllo il display del cellulare. Ma tu non ci sei.

Ti cerco quando esco di casa, tra la folla. Decine e decine di visi, ma non il tuo. Gente di ogni età, sesso e ceto sociale. Ma non sono te.

Ti cerco mentre lavoro, buttando ogni tanto l’occhio sul cellulare. Ma quel maledetto non ha mai nessuna notifica da mostrarmi.

Ti cerco mentre parlo con gli altri. Ma nessuno ha la capacità che hai tu di rapirmi completamente.

Ti cerco quando torno a casa. Quando ormai stanco, ho ancora la forza di alzare lo sguardo per trovarti. Ma resto ogni volta deluso.

Ti cerco la sera, al calar del sole. Quanto vorrei godermi un tramonto con te. Ma anche dieci. O cento. O mille. Ed ogni volta, starei a fissarti per tutto il tempo.

Ti cerco infine la notte, il momento in cui ti cerco di più in assoluto. Il momento in cui vorrei averti accanto per stringerti forte, per potermi addormentare con te vicino.

Ti cerco nei miei sogni, dove tutto è possibile. Anche stare insieme ed essere innamorati. Che cosa magnifica i sogni... peccato che non siano veri.

Ti cerco mentre scrivo. E spero tu possa trovarmi, un giorno.

Un pensiero a te

Un pensiero a te, che agiti le mie notti

Mentre tutti dormono, io sveglio ti penso

Il cuscino bagnato, gli occhi pieni di dolore

Tanti ricordi, tanti rimorsi

Eri bellissima e sorridente. Ero felice e spensierato

Adesso non ci sei. E non ci sono più nemmeno io

Un pensiero a te, prima di addormentarmi 

Quando le forze mi hanno ormai abbandonato e non mi resta che chiudere gli occhi

Vorrei averti qui e sussurrarti ‘ti amo’ dolcemente, mentre ti bacio la fronte

Abbracciarti anche col caldo estivo e stringerti forte a me

Addormentarmi con il sorriso ed il tuo profumo che mi inebria. Sarebbe fantastico

Un pensiero a te che sei la donna della mia vita. L'unica in grado di farmi battere forte il cuore. L’ unica in grado di farmi piangere dal dolore. L’ unica in grado di farmi amare veramente.

Un pensiero a te, sempre, perché ti amo.

mercoledì 5 agosto 2015

Penso che

Penso che il tuo sorriso sia il più bello e dolce del mondo.
Penso che i tuoi occhi siano i più profondi ed intriganti che abbia mai visto.
Penso che il tuo viso trasmetta gentilezza e felicità.
Penso che staresti bene con qualsiasi cosa addosso.
Penso che saresti bellissima sempre, sia appena sveglia che dopo una lunga e stressante giornata.
Penso che la tua voce sia rassicurante e melodica.
Penso che tu abbia la forza di poter fare qualsiasi cosa, se solo lo volessi.
Penso che nessuno ti ami come ti amo io.
Penso che chi ti starà vicino, sarà l’ uomo più fortunato di questo mondo.
Penso che saremmo potuti essere la coppia più bella di tutte, da far invidia perfino agli dei.
Penso che abbia fatto l’ errore più grande della mia vita ad allontanarmi da te. Volevo vivere, ma ho finito per uccidermi.
Penso che se dovessi tornare, tornerò a vivere.
Se tu tornerai, non scapperò di nuovo.
Se tornerai, ti starò vicino, nel bene e nel male.
Penso che il tesoro più grande sia anche solo averti vicino. Perché la tua presenza mi scalda il cuore. E la tua presenza mi da la vita.
Penso che ti amo. Ti amo in un modo indescrivibile. Ti amo di un amore che trascende lo spazio ed il tempo. E penso che questo amore non finirà.
Penso anche che mi ucciderà per quanto grande e pericoloso sia, ma non posso farci nulla.
Penso che il sentimento che provo per te sia la cosa più grande dell'intero universo.
E vorrei che anche tu pensassi queste mie stesse cose.
Penso che andrò a dormire, dedicando il mio ultimo pensiero della giornata a te, che sei anche il primo.
Penso che ti sognerò, provando per poco una felicità illusoria.
Penso anche che piangerò, lacrime vere di un dolore che non ha pace.
Penso che ti augurerò la buonanotte prima di chiudere gli occhi. Prima di chiudermi in me stesso.
Troppi pensieri in questa oscurità.
Penso che… smetterò di pensare.
Ma penso anche che stia mentendo a me stesso.
Perché l'unico pensiero fisso che ho…. sei tu.

martedì 28 luglio 2015

Pensieri

È notte fonda e non riesco a prendere sonno.

Mi giro e mi rigiro nel letto, sperando inutilmente di trovare una posizione adatta.

Chiudo gli occhi ed il pensiero di te mi assale con violenza. Non vuole andarsene, resta impresso nella mia mente.

Apro gli occhi, nell'oscurità della mia stanza. Non c'è nessuno, a parte tu.

Sì, ancora il tuo pensiero che mi affligge e mi allieta allo stesso tempo.

Ed i pensieri si accavallano, insieme ai ricordi.

Uno, dieci, cento…. mille!

“Andate via”, tento invano di trovare un po’ di pace, un po’ di riposo.

Ma questi pensieri sono più forti.

Tu sei più forte, di chiunque altro.

Sarà per questo che non ho mai smesso di amarti.

Sarà per questo che ogni notte, i pensieri mi uccidono.

martedì 21 luglio 2015

La proposta

«Ne sei proprio sicuro?»

«Assolutamente» replicai in tono deciso.

«Ma perché? Ti sto dando la possibilità di esaudire un qualsiasi tuo desiderio! Perfino portare in vita i morti o vivere la più bella storia d'amore che il mondo possa conoscere!»

«Se vuoi una risposta esaustiva, l'avrai», dissi continuando a fissare negli occhi il mio interlocutore. Presi fiato e cominciai ad espormi: «Tu mi hai proposto di esaudire un qualsiasi mio desiderio, in cambio però di uno dei miei cinque sensi. Il mio desiderio più grande è che la persona che amo ricambi il mio amore e di poter quindi vivere insieme una vita piena di felicità. Ma se dovessi darti uno dei miei sensi, tutto ciò non potrà mai accadere.

Mettiamo che decida di darti in cambio la mia vista: non potrei mai più vederla. Non potrei vedere i suoi occhi neri e profondi, non potrei più ammirare i suoi bellissimi capelli neri, né il suo magnifico sorriso. Non potrei più ammirare le sue mani che stringono le mie, il suo sguardo che si emoziona nel vedermi. Non potrei più ammirarla mentre fa le cose più normali e semplici del mondo, come cucinare o passeggiare. Non potremmo più guardare le stelle insieme ed emozionarci come due giovani ragazzi. Non vedrei i nostri figli ed i nostri nipoti. E, soprattutto, non potrei vederla invecchiare: vedere i suoi capelli che pian piano diventano bianchi ed il suo viso ricoprirsi di rughe. Per me rimarrebbe per sempre giovane nella mia testa, cosa che non vorrei mai e poi mai. Perché invecchiare insieme è una delle cose più belle al mondo.

Se invece decidessi di darti il mio udito, non potrei più sentire la sua voce soave. Non potrei sentire quando mi chiama, non potrei parlare con lei al telefono o raccontarci i nostri aneddoti di fine giornata o i nostri problemi. Non potrei più sentirla mentre suona il violino o mentre canta. E, più di ogni altra cosa, non potrei sentire il suo "Ti amo", che è la cosa che vorrei sentire di più al mondo.

Dandoti invece il gusto, non potrei mai godere delle pietanze che mi prepara, sia che abbiano un buon sapore, sia che invece siano pessime. E non conoscerei mai il sapore dei suoi baci, di cui mai ne sarei sazio. Non potrei ridere con lei se, al posto dello zucchero, in un dolce ci mettesse il sale. Non potrei complimentarmi con lei quando farà un piatto da leccarsi i baffi. E non potrei arrossire quando, per la prima volta, mi bacerà.

Senza il mio olfatto, non potrei più sentire il suo dolce profumo che pervade l'aria nelle sue vicinanze. L'odore dei suoi capelli quando poggia la sua testa sulla mia spalla. L'odore del suo bagnoschiuma non appena esce dalla doccia. Il suo odore quando mi abbraccia, che si avvolge intorno al mio corpo e mi inebria. E tutti quei posti che, insieme a lei, non avrebbero più lo stesso significato: l'odore del mare al tramonto, mentre passeggiamo sulla sabbia, l'odore della montagna, durante un'escursione, l'odore dei fiori al parco, mentre portiamo a passeggio i nostri figli, l'odore della pioggia che ci bagna.

Ed infine, il tatto. Senza di esso, non potrei più sentire il suo calore mentre mi abbraccia. Non potrei sentire il suo calore mentre mi bacia. Non potrei sentire alcuna emozione mentre camminiamo mano nella mano. Non sentirei il dolore mentre asciugo le sue lacrime o la felicità mentre l'accarezzo dolcemente quando dorme. Non sentirei nulla mentre le passo una mano tra i capelli o quando poso le mie mani sul suo viso per darle un bacio o una carezza.

Come vedi, non potrei essere felice dandoti uno dei miei sensi, pertanto dovrò gentilmente declinare la tua offerta»

«Ma ci deve pur essere qualcosa che potrai darmi in cambio!»

Scossi la testa.

Il Diavolo sbuffò e, con aria adirata, sparì, sprofondando nel terreno.

"Effettivamente c'era una cosa che potevo dargli", pensai tra me e me, "... la mia voce. Non ho bisogno delle parole per dimostrarle ogni giorno della mia vita, ciò che provo per lei"

domenica 3 maggio 2015

Addio

Addio. Una parola che detesto. Una parola che pone fine a qualsiasi contatto o interazione sociale, volente o nolente. Ed è quello che ci siamo detti. Inizialmente sono stato io a volerlo, per dimenticarti, per provare a continuare a vivere. Mi illudevo. Era tutta un'illusione. La verità è che non riesco a stare senza di te, non dopo averti conosciuta e frequentata.

Ci conoscevamo da relativamente poco, ma si è subito stabilita una grande sintonia tra noi due, quasi inquietante oserei dire. Una sintonia così l'ho acquisita solamente con i miei amici più intimi, che conosco da oramai 10 lunghi anni. E con te ciò è avvenuto nel giro di pochi mesi. Un altro segnale di questo è che tu mi facevi ridere. Ridere di gusto, cosa veramente ardua nel mio caso (anche qui, le persone che ci riescono sono davvero poche). Riuscivi a rendermi felice con qualche battutaccia e tanta dolcezza.

Tornando al discorso di prima, ho voluto dirti addio per tentare di trovare un po' di pace. Mentii a me stesso. Ma, cosa ancora peggiore, fui egoista. Tu stavi passando un periodo difficile ed io sono fuggito, abbandonandoti. Ho voluto pensare a me stesso, piuttosto che alla persona che più amo al mondo. Quel giorno, il 3 febbraio 2014, ho commesso l'errore più grande della mia intera vita ed ora è giusto che ne paghi le conseguenze. Se potessi tornare indietro, stai pur certa che non ti lascerò andare, a costo di soffrire più di quanto non stia soffrendo ora.

Passano i giorni, i mesi. È passato più di un anno da quel giorno, ed ancora non trovo pace. Non riesco a dimenticarti, a dimenticare la persona che ho sempre sognato di incontrare e con cui avrei voluto condividere la mia vita. Complice anche un Destino avverso, che non fa altro che ricordarmi di te, attraverso il tuo nome detto da estranei o le cose che ti/ci piacciono nella quotidianità. In realtà, come ho detto prima, quell' "addio" non è altro che un'illusione. Durante questo periodo mi sono fatto sentire sporadicamente, per farti gli auguri di compleanno o di feste varie, ricevendo solamente una risposta di cortesia, cosa che mi aspettavo. Hai tutto il diritto di odiarmi, di detestarmi e di ignorarmi: ti ho abbandonata nel momento del bisogno. Lo ripeto e continuerò a ripeterlo: sono stato un perfetto idiota. Non ho scusanti. Dicono che "errare è umano", ma certi errori non dovrebbero essere nemmeno pensati.

Arriviamo quindi al 15 aprile 2015, giorno del tuo compleanno. Ti faccio ovviamente gli auguri, scusandomi per non averti dedicato nessun pensiero o regalo. E tu, con tutta la maturità di questo mondo, mi rispondi, ringraziandomi, e dicendomi che dovremmo smetterla di sentirci in modo definitivo, che oramai non aveva più senso avere quel tipo di rapporto. Un "rapporto" abbastanza assurdo, lo ammetto, ma che almeno mi illudeva e mi dava un briciolo di speranza.

Ora quell'illusione è terminata. Mi son svegliato, mi hai svegliato. Un brusco risveglio, come una doccia fredda in pieno inverno. Quell'addio di un anno e passa fa, ora è effettivo. Non ci sentiremo più, come mi hai chiesto e come è giusto che sia. Ma questo non vuol dire che smetterò di pensarti, anche perché è impossibile: i ricordi di noi due insieme, le fortissime emozioni che ho provato nel parlarti e nello starti vicino, i momenti passati insieme tra risate e discorsi seri, tra sguardi e sorrisi, tra abbracci e silenzi. Tutte queste cose le porterò dietro per sempre, in un posto speciale nel mio cuore. Il posto riservato a te, che nessuna potrà mai prendere. Ed anche se il mio futuro è incerto, su di una cosa ho la certezza assoluta: questo sentimento che provo per te non sparirà mai. Potrà affievolirsi col tempo, potrà essere messo da parte in favore di un nuovo amore, ma non potrà mai e poi mai sparire. Rimarrà sempre lì, sempre in quel posto speciale del mio cuore. Quel posto riservato a te, la donna dei miei sogni. Quel posto dove risiede la mia felicità.

Ti amo, mio piccolo Horcrux, e ti amerò per sempre.

mercoledì 18 febbraio 2015

You've met with a terrible fate, haven't you?

Tramonto. La piana di Hyrule viene inondata da una splendente luce dorata. Il mercato sta per chiudere in città ed il ponte levatoio sta per essere innalzato. Nel vicino villaggio di Kakariko, i carpentieri tornano a casa stanchi, pronti a gustare un delizioso pasto preparato loro dalle proprie consorti. Perfino il becchino troverà un pasto caldo ad accoglierlo. Nel ranch Lon Lon, Talon, aiutato da Ingo, mette il bestiame nelle stalle, mentre Malon prepara la cena per tutti. Sul Monte Morte, i Goron banchettano con delle succulente pietre, mentre nel Dominio degli Zora, la principessa Ruto si diverte ancora a nuotare, aspettando il chiaro di luna. Le Gerudo continuano la loro ronda ininterrottamente, mentre nella foresta Kokiri, i suoi piccoli abitanti festeggiano la fine della giornata. Tutti tranne uno.
Nella profondità del Bosco Perduto, una povera fanciulla solitaria piange disperata, stringendo tra le mani una lettera. Indossa degli strani abiti ed un bizzarro cappello a punta. Non vi erano dubbi: era una Skull Kid, una bambina che si era persa nel Bosco Perduto e che non è stata più in grado di uscirne.
Piangeva, quella fanciulla, piangeva disperatamente mentre continuava a leggere quella lettera, inzuppandola di lacrime.

«Perché... perché sta succedendo questo? Perché proprio a me? Perché... dopo tutto l'impegno messo.... dopo tutta la costanza... Era l'unica cosa che desiderassi al mondo... perché è dovuta finire in questo modo?». La poverina non si dava pace e continuava a ripetere quelle frasi, come fosse un mantra, continuando a piangere e a singhiozzare.

Il sole era quasi calato del tutto. Qualche timido raggio faceva ancora la sua apparizione tra le foglie degli alberi della foresta. Il vento soffiava lieve, quasi volesse consolare la fanciulla. Qualche lucciola stava per fare la comparsa, mentre il suono dei flauti degli altri Skull Kid faceva presagire che anche nel Bosco Perduto era iniziata la consueta festa di fine giornata.

«Hai incontrato un fato terribile, non è così?»

Una voce misteriosa si udì alle spalle della fanciulla, che si asciugò di corsa gli occhi e si girò per vedere chi ci fosse lì, insieme a lei. Forse uno dei suoi amici? O forse un Kokiri che si era perso? Nessuno dei due. Davanti a lei vi era un uomo con un grosso zaino sulle spalle, da cui spuntavano delle maschere. Orecchie a punta, occhi socchiusi, bocca spalancata in un terribile ghigno. Quell'uomo vestito di viola le metteva abbastanza disagio, ma era troppo disperata per fuggire via.

«C..chi s..sei t-tu?» chiese timorosa e singhiozzante la fanciulla.

«Io? Non sono nessuno, solamente un semplice venditore di maschere. Sto partendo per un lungo viaggio verso un arcipelago lontano, nella speranza che possa trovare delle nuove maschere da poter poi vendere qui a Hyrule. Stavo per uscire dalla foresta, quando ho sentito il tuo pianto e quindi mi sono incuriosito. Dimmi, piccola creatura, cos'è che ti angoscia tanto?». L'uomo sembrava premuroso e gentile, malgrado il suo aspetto sinistro. La fanciulla decise quindi di confidarsi, cercando di contenere le lacrime.

«Io sono una Skull Kid. Siamo bambini maledetti, intrappolati per sempre in questo Bosco Perduto e con sembianze bizzarre. Chiunque ci veda, ci prende in giro o ci tira dei sassi contro, chiamandoci 'mostri'. Quindi indossiamo delle maschere per spaventare chi osa addentrarsi in questo posto maledetto, per evitare che possano farci soffrire. Ed anche per impedire che a loro tocchi una sorte come la nostra...
Un giorno, vidi entrare nel Bosco Perduto un giovane Kokiri. Era davvero molto carino, quindi decisi di volerlo incontrare e diventare così sua amica. Ma in questo stato, l'avrei fatto sicuramente scappare o prendersi gioco di me... così ho lasciato che si perdesse. Lo so, la mia è stata un'azione egoista... ma per una volta avrei desiderato qualcuno con cui instaurare un rapporto più intimo. Così divenne uno Skull Kid e diventammo amici per la pelle, ovviamente senza mai sapere che fui io a spingerlo in quel destino orribile». La fanciulla fece un lungo sospiro. Non andava fiera di ciò che aveva fatto e ricordarlo la faceva sentire triste.
«La nostra era un'amicizia fantastica: pensavamo allo stesso modo, ci piacevano le stesse cose, eravamo tutto il giorno insieme. Ed io mi stavo pian piano innamorando di lui.... Che cosa bizzarra, vero? Un mostro che si innamora». Cominciò a tremare in preda alla rabbia. «E poi avvenne quel giorno... quel giorno infausto in cui mi disse di aver trovato una via d'uscita da questo inferno. Mi propose di scappare insieme a lui, saremmo stati io e lui soltanto, in giro per il mondo. Ero al settimo cielo!». Le lacrime cominciarono a fuoriuscire copiosamente. «Ero così felice... che... che... che mi dichiarai senza pensarci su. Lui inizialmente restò come pietrificato. Forse non si era mai accorto dei miei sentimenti o faceva finta di niente. Non mi disse però nulla e, silenziosamente, si allontanò. Io non ebbi il coraggio di seguirlo. Da quel giorno non lo rividi più. Passarono diverse settimane in cui non ebbi sue notizie... settimane infernali in cui non sapevo più cosa fare. Ed oggi, casualmente, ho trovato, in mezzo a dei cespugli, questa lettera, legata intorno ad una freccia. La data riportata è quella del giorno dopo la mia dichiarazione....». La fanciulla fece un altro profondo respiro e, con un filo di voce, disse: «Se n'è andato. Lui non mi ama e quindi se n'è andato senza di me. Dice che l'ha fatto per il mio bene, perché possa dimenticarlo. MA SE L'HA FATTO PER IL MIO BENE, PERCHÉ STO COSÌ MALE? PERCHÉ STO PROVANDO UN DOLORE COSÌ INTENSO? Lui.... lui era tutto per me.... io... non posso vivere... senza di lui...». La fanciulla cadde in ginocchio in un pianto straziante.
L'uomo la guardava dall'alto, con quel grosso zaino che aveva sulle spalle che sembrava trasportare senza il minimo sforzo.

«Come ti chiami?» chiese lui.

«Che importanza vuoi che abbia?»

«Forse posso aiutarti»

«In che modo?»

«Posso lenire il tuo dolore, donandoti un po' di ristoro»

«Davvero puoi farlo?». La fanciulla si fece speranzosa.

«Certamente. Sei disposta però a dimenticarlo? A dimenticare tutti i momenti passati insieme? Sei disposta a perdere tutto?» disse cupamente l'uomo.

«Io ho già perso tutto, non ho nient'altro da perdere» rispose decisa la fanciulla, asciugandosi le lacrime.

«Bene allora, ci vorrà un attimo. Tu chiudi gli occhi e rilassati». L'uomo posò lo zaino a terra e cominciò ad intonare una melodia con la sua voce.

"SI - LA - FA - SI - LA - FA - SI - LA - MI - RE - MI".

La fanciulla, che teneva gli occhi chiusi, si sentiva inebriata da quel suono, dalla voce dello strano individuo. Tutto sembrava non avere più importanza ora, c'era solo quel dolce suono. Si stava calmando. La mente si stava liberando dai brutti pensieri. Il suo cuore, carico di dolore e di odio, stava raggiungendo la serenità. Una fortissima luce la stava circondando ed un senso di felicità la pervase tutta. Era finalmente in pace.
Finita la canzone, della fanciulla non vi era più nessuna traccia. Dove prima lei giaceva in ginocchio, ora vi era una strana maschera.

«Speravo diventassi una bella maschera, ma non pensavo potessi essere così bella!» esclamò l'uomo mentre la osservava dall'alto. Prese la lettera stropicciata e bagnata di lacrime da terra, curioso di leggere cosa vi fosse scritto.

"Cara Majora"

«Quindi il tuo nome era Majora? Davvero un bel nome! Questo non farà altro che aumentare il valore della maschera» disse volgendo una rapida occhiata alla maschera a terra, continuando poi a leggere: «blablablabla non provo ciò che provi tu blablablabla non proverò mai dei sentimenti di amore per te blablablabla mi sono infilato di nascosto in una carovana di mercanti diretti verso Termina blabla spero che resteremo buoni amici blablabla con affetto, Skull Kid». L'uomo accartocciò la lettera e la buttò a terrà, si mise lo zaino in spalla e raccolse da terra la maschera, ammirandola più da vicino. Provò una strana sensazione, come se la maschera fosse viva e gli stesse parlando. Fissò intensamente gli occhi della maschera e vide come un brillio. E, senza farci caso, disse bisbigliando:

«L'arcipelago può aspettare, devo fare una deviazione verso Termina...»

lunedì 2 febbraio 2015

Un anno


"L'Amore è come Pokémon. Inizi con uno starter e ti affezionerai a lui. Ma durante il tuo cammino, incontrerai tanti altri Pokémon. Alcuni li catturerai con una Pokéball, altri con una Mega Ball o addirittura con una Ultra Ball. Incontrerai anche dei Pokémon rari e perfino qualche leggendario. Potrai catturarli oppure no, sta a te decidere. Ma non importa cosa farai: conserva la tua Master Ball. Conservala per quel Pokémon, quel Pokémon che è veramente Leggendario"

Ricordi queste parole? Ti piacevano molto e me le consigliasti per dichiararmi a quella fantomatica ragazza che mi piaceva, ignara che fossi proprio tu. Ma io avevo già deciso di dichiararmi così con te, prima ancora che tu me lo suggerissi. Ma non l'ho fatto a causa della mia ottusità. Mi feci scoprire troppo presto, mandando tutto all'aria per colpa della mia fretta e irrequietezza. Ma forse è stato meglio così sai? Non so come avrei reagito ad un tuo rifiuto dal vivo. Non so nemmeno se avrei avuto la forza per dichiararmi sinceramente. Ma dopo quell'episodio siamo rimasti amici, nessuno dei due voleva allontanarsi dall'altro. Ed allora ho cominciato a sperare. Ho sperato con tutte le mie forze che un giorno, tu potessi ricambiare i miei sentimenti. Ma così non è stato. Passò molto tempo e cambiarono un po' di cose, così mi dichiarai un'altra volta, ma sotto quel punto di vista rimase tutto come un tempo. Anzi, mi dicesti chiaramente che mai avresti ricambiato ciò che provavo per te. Ed allora presi la decisione più difficile di tutta la mia vita, quella cioè di allontanarmi da te. Dovevo ritrovare la forza per andare avanti ed averti vicino solo come amica mi faceva stare male. Sono stato un perfetto egoista ed un idiota, me ne rendo conto. Ho preferito pensare a me stesso invece che a te, che eri in una situazione delicata, in un brutto periodo della tua vita. Mi detesto per questo. Se potessi tornare indietro, resterei al tuo fianco e farei di tutto per vederti felice, anche se ciò mi farebbe del male.

Decisi di allontanarmi quindi, credendo ingenuamente che questo potesse farmi bene, potesse farmi dimenticare di te, di tutti i bei momenti passati insieme e di quello che provo per te. Oggi, 3 febbraio 2015, è passato precisamente un anno da quel nefasto lunedì in cui scelsi di scappare. È servito a qualcosa? No. Mi sento meglio? Per niente. Sono riuscito a dimenticarti? Nemmeno per un secondo. Il sentimento che provo per te è sempre vivo ed incontenibile, continua a bruciare di passione e a logorarmi pian piano. Durante questo anno ci siamo sentiti sporadicamente o meglio, sono stato io a farmi sentire qualche volta per auguri vari. E tu hai sempre risposto freddamente, come se fossi obbligata, solo per cortesia (e posso immaginarlo, visto che conosco il tuo carattere, gentile con chiunque). Questo dovrebbe scoraggiarmi, non è così? No, nemmeno questo riesce a scoraggiarmi. Nemmeno questo riesce a far sparire quel sentimento che provo per te.

Perché allora sto scrivendo tutto questo? Essenzialmente per chiederti scusa: sei la ragazza che amo e mi dispiace per tutto il male che ti ho fatto. Mi dispiace essermi allontanato nel momento del bisogno e mi dispiace anche di essermi innamorato di te, incrinando la nostra splendida amicizia. Perché non ti dico queste cose direttamente allora? Un po' per vergogna, un po' per non disturbarti visto che non vuoi chiaramente sentirmi. Ed allora scrivo. Scrivo questi pensieri nella speranza che tu possa leggerli, prima o poi, che sia tu a leggerli o che sia qualcun altro a farteli leggere. Che capisca quanto grandi siano i sentimenti che mi legano a te. Che possa accettare le mie scuse. E non credere che lo faccia per farti cambiare idea: "al cuore non si comanda", non è possibile quindi costringere qualcuno ad amare qualcun altro.

Concludo riprendendo la metafora iniziale. In vita mia ho avuto solamente due Pokémon: il mio starter ed un Pokémon abbastanza comune, come può esserlo un Rattata o un Pidgey. Ed anche se in giro vedevo Pokémon belli ed anche rari, ero affezionato ai miei due perché erano stati loro a scegliermi. Poi però rimasi solo e per di più senza Pokéball, ma solamente con una sola Master Ball. Decisi allora che il prossimo Pokémon da catturare sarebbe stato il Pokémon perfetto, il Leggendario che ho sempre sognato. Ed alla fine arrivasti, bella come non mai. Eri tu quel Leggendario a cui tanto ambivo ed ambisco tutt'ora. Provai a catturarti, ma mi sfuggisti.
Ora vago senza una meta, nella speranza di incontrarti di nuovo. So che, molto probabilmente, è tutto inutile. So che non puoi, anzi, che non vuoi essere catturata da me, né ora, né mai.

Ma ciò non mi importa.

Conserverò la Master Ball.
La conserverò per te, che sei QUEL Pokémon. Quel Leggendario che ho sempre desiderato. Darò fondo a tutte le mie energie, se necessario.
Perché sei tu, e ne vali assolutamente la pena.