lunedì 20 maggio 2013

Credi nel lieto fine? (Ask.fm)


"...e vissero per sempre felici e contenti!"
"Ma papà, tutte le favole che mi leggi finiscono sempre con questa frase... perché?"
"È il lieto fine piccola Eva. Tutti hanno un lieto fine"
"Anche io quando sarò grande sposerò un bel principe e vivremo insieme felici e contenti?"
"Certamente piccola mia! Il tuo sarà un bellissimo lieto fine, ne sono sicuro. Ora dormi che è tardi"
"Buona notte papà, ti voglio bene *smack* "
"Buona notte angelo mio *smack* "

Eva era una bambina di 7 anni che viveva insieme al padre in un povero quartiere di Londra. La madre di Eva era morta durante il parto e loro due vivevano da soli ed in povertà (il padre con il lavoro che faceva, riusciva giusto a provvedere al sostentamento di sua figlia), ma nonostante ciò entrambi erano felici. I soldi però erano appunto pochi, quindi Eva bighellonava tutto il giorno oppure faceva qualche lavoretto qua e la, aiutando così economicamente il padre. Essendo quello un quartiere povero, non vigeva la legge e le risse, i furti e gli omicidi erano all'ordine del giorno. Eva quindi crebbe in un ambiente ostile ed imparò ad auto difendersi: combattimento corpo a corpo, con armi bianche e perfino con quelle da fuoco.
Gli anni passarono, Eva si faceva sempre più grande. Il suo 18esimo compleanno era oramai prossimo ed il padre stava risparmiando da tempo dei soldi per comprarle un vestito elegante. Però, da poco tempo era apparsa la mafia cinese in quel quartiere. Il loro capo, un certo Ching, voleva avere il controllo assoluto del quartiere, quindi andava in giro per le abitazioni ed i negozi a chiedere il pizzo. E chi non pagava, se la vedeva male. Molto male.

Il giorno prima del 18esimo compleanno di Eva.
"Papà io vado a fare la spesa, non ci metterò molto, tu aspettami che poi andiamo al cantiere insieme per il turno notturno!"
"Sì Eva, non preoccuparti, io ti aspetto qui"
Dopo pochi minuti bussarono alla porta. L'uomo si precipitò ad aprire: "Eva tesoro, ti sei dimenticat... e voi chi sareste?". Due uomini vestiti di nero e dai tratti orientali si stagliavano oltre la soglia. "Tu devi pagale il pizzo a Don Ching, altlimenti noi fale a te molto male!".
"Ma io non ho soldi, se pago voi a me poi non rimarrà più nulla"
"Non essele ploblema nostlo. O paghi o te la vedlai con noi".
Purtroppo l'uomo non poté pagare e venne picchiato a sangue.
"Lipasselemo, falesti meglio a tlovale i soldi pel Don Ching". Detto questo i due se ne andarono.

Quando Eva tornò, trovò la porta aperta. Si precipitò all'interno della sua abitazione e trovò il padre pieno di ferite e sangue. Aveva in mano un biglietto.
"PAPA'! RISPONDIMI, COS'È SUCCESSO, PAPA'!"
L'uomo oramai era morto. Eva, dopo essersi ripresa, prese la lettera e la lesse.

"Cara Eva, purtroppo gli uomini di Ching sono arrivati anche da noi. Non avevo i soldi per pagarli, così mi hanno picchiato. Purtroppo non sono mai stato forte di costituzione e sento che sto morendo, quindi ti scrivo quest'ultima lettera. Ho messo dei soldi da parte, sono sotto al divano. Volevo usarli per comprarti un bel vestito elegante per il tuo 18esimo compleanno, così da poter contribuire al realizzarsi del tuo 'lieto fine'. Utilizza quei soldi per scappare da questa città e farti una nuova vita altrove. So che riuscirai a realizzare il tuo lieto fine. Non ti arrendere e non perdere MAI la speranza. Spero di essere stato un buon padre nonostante tutto. Vai piccola mia e buona fortuna.

Il tuo papà"

Eva non aveva nemmeno più la forza di piangere. Prese i soldi ed andò al mercato nero per comprare: una spada, un fucile semi-automatico e dell'esplosivo. Si diresse quindi verso la base di Ching. Eliminò tutte le guardie che le si paravano davanti, fino ad arrivare all'ufficio di Ching, residente all'ultimo piano.

"E tu chi salesti?"
"I tuoi scagnozzi hanno ucciso mio padre!"
"Non ha pagato pizzo? Beh, non è un mio ploblema se non liesce ad incassale qualche colpo. Mi dispiace pel te, ma tutti devono pagale"
"Hai ragione, tutti devono pagare. Ora tocca a te"
Eva si scaglio contro Don Ching e gli puntò la spada alla fronte.
"F-felma, cosa cledi di fale? Ho dato l'allalme, sei platicamente spacciata! Se pelò mi lascelai andale, potlai salvalti. Perlché non te ne tolni a casa?"
"Quale casa? Una casa vuota, una casa senza nessuno che ti aspetti, una casa buia. Dimmi Don Ching, tu credi nel lieto fine?"
"Eh? Ti semblano domande da fale?"
"RISPONDI! CREDI NEL LIETO FINE?"
"NO CHE NON CI CLEDO, NON SIAMO MICA IN FIABA!"
"È quello che volevo sentire". Detto questo, infilzò la lunga lama nella testa del cinese. Arrivarono gli uomini di Ching che, vedendo la scena, cominciarono a sparare. Eva fu ripetutamente colpita in ogni parte del corpo. Ma prima di morire, pensò: "..sei un bugiardo papà.. non esiste il lieto fine... ma ti ringrazio per avermi dato la speranza... la speranza per una vita migliore... Ora cenerentola cadrà e la scarpetta andrà in frantumi. E non ci sarà nessun principe azzurro disposto a raccoglierla e sistemarla"

Eva era a terra esanime, in una pozza di sangue.
Era oramai mezzanotte. Il Big Ben stava facendo gli usuali 12 rintocchi. Giunto al 12esimo, un'enorme esplosione distrusse la base di Ching e tutti quelli al suo interno.

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