giovedì 30 maggio 2013

Il Patto

"Lei era la sola cosa che più desideravo al mondo. Lei era perfetta. Non in senso assoluto, si sa che la perfezione non esiste. Ma ognuno di noi ha una sua personale idea della perfezione. E lei era la MIA perfezione. Lei era tutto quello che potevo desiderare in una donna. Anzi, in un altro essere umano. Moltissime cose ci accomunano, moltissimi interessi ci spingono ad avere conversazioni sempre più stimolanti, lasciando che il tempo scorra inesorabilmente. Non importa di cosa parliamo, non importa quanto conosciamo effettivamente l'argomento, ognuno rimane stregato dal modo di scrivere dell'altro, dal modo di esprimersi. Siamo fatti l'uno per l'altra. Peccato che... il destino ci impedisca di stare insieme. Non so bene il motivo, non riesco a capacitarmene. Cerco una risposta, ma non la trovo. Sbatto la testa più e più volte, ma non riesco... non riesco...."

"Ogni giorno la vedo, ogni giorno ci parlo, ogni giorno stiamo insieme, anche se per poco. Però siamo solo amici. Me l'ha ribadito più volte. Eppure per lei farei di tutto. Non capisco proprio cosa mi manchi...."

"Non ce la faccio più. Vederla è oramai diventata una sofferenza. Non posso essere un 'semplice amico', voglio qualcosa di più. Voglio che il nostro rapporto si evolva ad un livello superiore, voglio stare con lei, voglio baciarla, voglio abbracciarla, voglio consolarla, voglio essere il suo mondo perché lei è già il mio. Sarei disposto a vendere la mia anima al Diavolo in persona per far sì che ciò avvenga"

«Ne sei davvero sicuro?»

Una strana voce lo fece tornare in se. Era sull'autobus, come ogni giorno per andare a lavoro. Sapeva che tra due fermate sarebbe salita anche lei per andare all'università ed ogni volta, prima che l'autobus si fermasse alla fatidica fermata, lui si perdeva nei suoi pensieri. Questa volta però, una strana voce l'ha distolto da quei pensieri. L'autobus era troppo pieno per capire bene da dove provenisse.

"Mah, me lo sarò sognato... son veramente a pezzi se comincio a sentire anche le voci"

«Non era un sogno, sono io che ti ho parlato»

La voce proveniva da dietro di lui. Si girò e vide un uomo alto, in giacca e cravatta e con degli occhiali scuri. Metteva un po' di inquietudine. Era a pochi centimetri da lui.

Ragazzo: «Lei... mi ha parlato?»

???: «Sì, so che cosa ti turba e posso aiutarti»

Ragazzo: «.... forse si confonde con qualcun altro»

???: «No, non mi confondo. Scendi alla prossima fermata, tanto lei oggi non verrà; si è beccata l'influenza perché ieri avete chattato fino a notte fonda»

"Ma che diavolo...?"

???: «Hey che sono queste imprecazioni? Comunque tra poco riceverai un suo sms, scendi alla prossima fermata avanti»

*BBBBBZZZZZZ*

Il telefono del ragazzo vibrò. Era un suo sms, proprio come aveva predetto il misterioso individuo. Recitava così: "Hey, scusami ma oggi non posso proprio venire.. devo aver preso freddo l'altra notte ed ora sono influenzata... ci rivedremo presto, scusami ancora >__<". L'autobus si fermò, l'uomo scese ed il ragazzo si affrettò nel seguirlo.

Ragazzo: «Ma lei.... come fa...»

???: «Ancora non l'hai capito? Caspita, sei più tonto di quel che pensassi. Io sono il Diavolo, è un vero piacere!»

Ragazzo: «Forse sono veramente diventato matto»

Diavolo: «Ancora non mi credi? Uff, quanto sei noioso. Beh io non ho tempo da perdere, quindi se non mi credi non ti interessa nemmeno l'offerta che volevo farti. ADDIO»

Ragazzo: «NO NO ASPETTA! Che tipo di offerta?»

Diavolo: «Bene, siamo passati al 'tu', lo preferisco. Da quel che ho capito leggendo i tuoi pensieri, tu sei innamorato di questa ragazza e faresti di tutto pur di averla.»

Ragazzo: «Innamorato è un eufemismo...»

Diavolo: «Aaaahhh l'amore, mi domando perché voi umani vi fate fregare da un sentimento tanto stupido quanto inutile. Bah, contenti voi. Comunque, se vuoi io posso fare in modo che possiate stare insieme. E non solo! Posso fare che la vostra storia sia una delle storie d'amore più belle di sempre, piene di felicità!»

Ragazzo: «Sì vabbè, credi che sia stupido? Se sei il Diavolo pretenderai sicuramente qualcosa in cambio»

Diavolo: «Effettivamente sì, credo che tu sia stupido. D'altronde solamente uno stupido si innamorerebbe a quel modo e darebbe la sua anima al diavolo per vedere realizzato il proprio sogno d'amore. Ad ogni modo hai detto bene, pretendo un pagamento. Ma non mi piace chiamarlo pagamento, sa di truffa. Diciamo più uno scambio equivalente: io realizzo il tuo desiderio e tu in cambio mi darai la tua vita.»

Ragazzo: «Sì certo così tu avrai una vita a buffo mentre io non potrò godermi il mio sogno»

Diavolo: «Vedi che sei stupido allora. Se tu non usufruirai del tuo desiderio, finché non sarai completamente felice ed appagato, il contratto non sarà adempito e quindi non potrò avere la tua vita. Come vedi non c'è fregatura, tu sarai felice ed io avrò un'anima. Allora, affare fatto?»

Il Diavolo allungò la sua mano verso il ragazzo.

"Mmmmm forse vuole dire che quando morirò non potrò andare in paradiso ed invece dovrò seguirlo all'inferno... oh beh, una vita terrena con la persona che desidero più di ogni altra cosa è più che sufficiente al posto della beatitudine eterna in paradiso... non posso aspettare così tanto!"

Ragazzo: «AFFARE FATTO!»

I due si strinsero la mano. Il Diavolo fece un ghigno terrificante.

Diavolo: «Perfetto, è tutto sistemato allora. Ora devo andare, ci si rivede per il pagamento! Divertiti con la tua lei»

Ragazzo: «Aspetta! Dimmi quando potrò finalmente stare con lei?»

Diavolo: «Prima di quanto immagini!». Detto questo, sparì nell'ombra.

Il ragazzo arrivò tardi a lavoro e per tutta la giornata non fece che pensare a lei.

"Chissà perché non mi scrive.... starà davvero male? O quell'individuo mi ha solamente preso in giro? Vorrei tanto scriverle, ma se poi la disturbo? Non riesco a pensare ad altro... dovrei concentrarmi sul lavoro, ma non ci riesco"

Al termine della giornata, il ragazzo venne richiamato nell'ufficio del suo capo.

Capo: «È da un po' di giorni che sei distratto, non sei molto produttivo, hai la testa tra le nuvole e perdi tempo con il tuo cellulare. Sei già stato richiamato più volte, ma continui imperterrito»

Ragazzo: «Lo so... mi dispiace. Non accadrà più»

Capo: «È la stessa risposta che dici sempre. Oggi poi non hai fatto niente di niente, sei solo stato seduto alla tua scrivania a sospirare e guardare il cellulare. Mi dispiace, ma a me serve gente in gamba che sia concentrata e produttiva durante l'orario di lavoro. Sei licenziato.»

Il ragazzo sapeva di essere in torto, quindi non ce la faceva a replicare. Uscì dall'edificio con la testa chinata e lo sguardo sofferente.

"Lei che non si fa sentire, la perdita del lavoro... almeno su una cosa aveva ragione quel tipo: la mia vita è finita."

«Perché sei così giù?»

"Un momento... riconosco quella voce!"

Improvvisamente il ragazzo si ringalluzzì e vide la sua amata di fronte a se

Ragazza: «Va tutto bene? Mi sembravi giù di morale»

Ragazzo: «Oh no, non è niente, ho solo passato una giornata terribile... Ma tu non eri influenzata?»

Ragazza: «Per fortuna non era nulla di grave, mi è bastata un'aspirina ed una bella dormita per tornare in forze! Ho dormito per tutto il giorno, mi sento stravolta»

"Ah, ecco perché non mi mandava nessun messaggio!"

Ragazza: «Sai.... ho fatto un sogno. Ho sognato noi due che vivevamo felicemente sposati e con dei bambini», cominciò a diventare rossa in viso per l'imbarazzo, «Ho finalmente capito quanto sia stata stupida fino ad ora... Io voglio... stare con te».

Il ragazzo corse da lei per darle un forte e lungo abbraccio.

"Era tutto vero, tutto vero! Non sono mai stato così felice in vita mia"

I mesi passarono, la loro relazione era magnifica: mai una litigata, andavano sempre d'amore e d'accordo. Erano la quintessenza della felicità, da far invidia a tutti.
Sì stava per avvicinare la data del loro primo anniversario insieme. Il ragazzo era emozionatissimo e voleva organizzare qualcosa di magico. Prenotò un viaggio in Giappone, visto che molte delle loro passioni erano riconducibili a questa magica terra. Il ragazzo imparò perfino a parlare un poco il giapponese. Tutto era perfetto. Finalmente arrivò il grande giorno: cenetta a lume di candela nel ristorante sotto la Torre di Tokyo, passeggiata romantica ed, infine, fermarsi su di una collina ad ammirare le stelle, accompagnati da uno spettacolo pirotecnico di una festa nelle vicinanze. Era come se tutto il mondo volesse benedire la loro unione. Il ragazzo tirò fuori un anello e disse:

«Tu sei tutta la mia vita, senza di te non posso vivere. Voglio averti sempre al mio fianco, perché ti amo con tutto me stesso»

La ragazza era in lacrime. Indossò l'anello che gli calzava perfettamente ed avvicinò il suo viso a quello del ragazzo per dargli un sincero bacio d'amore. Nessuno poteva prevedere cosa sarebbe successo pochi secondi dopo.

Ragazza: «Non... non mi sento molto bene...», la ragazza ebbe un malore e si accasciò a terra. Sul braccio vi era un serpente.

Ragazzo: «Un serpente? E da dove è saltato fuori? Vai via bestiaccia!», il ragazzo prese il serpente e lo scaraventò lontano. Chiamò subito dei soccorsi e cominciò a succhiare via il veleno imitando le scene che aveva visto in diversi film. Passarono 5 minuti, la febbre stava aumentando ed ancora nessuna ambulanza. Il ragazzo richiamò in preda al panico ed alla rabbia.

«Ci dispiace, ma purtroppo c'è stato un incidente ed il traffico è bloccato. Stiamo inviando dei soccorritori a piedi, impiegheranno un po' di tempo.»

Il tempo passava inesorabile. La ragazza stava soffrendo sempre di più»

Ragazzo: «Amore, i soccorritori stanno arrivando, resisti ti supplico»

Ragazza: «Non preoccuparti per me... sto bene... se tu rimarrai sempre qui con me non mi accadrà nulla»

Finalmente arrivò una squadra di medici ed infermieri.

Medico: «Cos'è successo?»

Ragazzo: «È stata morsa da un serpente»

Medico: «Ragazzo mi prendi in giro? In questa zona non ci sono serpenti, è impossibile»

Ragazzo: «TI STO DICENDO QUELLO CHE HO VISTO!» rispose adirato il ragazzo.

Medico: «... va bene, calmati, non facciamoci prendere dal panico. Dov'è questo serpente? Così potremmo sapere che tipo di veleno sia e creare un antidoto»

Ragazzo: «... l'ho scaraventato via dalla rabbia»

Medico: «Perfetto, altre belle notizie? Presto, somministrate alla ragazza l'antidoto base, dovrebbe bastare a rallentare il veleno e permetterci così di portarla in ospedale per farle altri esami più accurati»

Un infermiere prese una fiala dalla borsa. Stava andando a consegnarla al medico quando mise male un piede ed inciampò, facendo cadere la fiala che cadde sull'unica pietra nel giro di 50 metri, rompendosi inesorabilmente.

Medico: «MALEDIZIONE, ERA L'UNICA FIALA! ORA MI SPIEGHI COME FAREMO A CURARE QUESTA RAGAZZA? NON RIUSCIRA' MAI A RESISTERE FINO ALL'OSPEDALE»

Mentre il medico ed alcuni infermieri erano intenti a discutere, il ragazzo era disperato. La ragazza allungò una mano verso il suo viso e, molto dolcemente, gli disse: «Non essere triste. Troverai un'altra ragazza e vivrete felici insieme. Avrei voluto essere io quella ragazza.... ma purtroppo non è possibile. Sii felice, fallo per me....»

Il ragazzo scoppiò a piangere: la persona più importante per lui stava per andarsene senza che lui potesse fare nulla. Un infermiere che era rimasto in disparte, si avvicinò al ragazzo. Gli mise una mano sulla spalla, ed a bassa voce disse:

«Te l'avevo detto che sarei venuto a prendermi la tua vita»

martedì 28 maggio 2013

Che cos'è l'amicizia? (Ask.fm)

"Mantieni la calma... non agitarti.... respira profondamente senza fare rumore.... prendi bene la mira e.... ATTACCA!"

*ARF*

"Mmmmm *gnam* adoro il coniglio.... oh ma non sono solo! Salve lettori, il mio nome è Jack Wolf. Sì lo so.... non è il massimo dell'inventiva.... prendetevela con lo scrittore. *Coff* comunque, come dice il nome (grazie scrittore) sono un lupo. La vita del lupo non è proprio malaccio: dormo, caccio, schiaccio un pisolino, caccio, faccio una nuotata di tanto in tanto e caccio di nuovo. Esatto, la mia vita si basa principalmente sulla caccia. ADORO cacciare. Beh, diciamo che ne sono costretto, per vivere sapete. Non sono fortunato come voi che vi basta entrare in quella specie di foresta piena di cadaveri surgelati e frutta e farne incetta. Io devo faticare per guadagnarmi del cibo e così sopravvivere. Oh questo? È la mia ultima preda, bella eh? E deliziosa aggiungerei, il coniglio è senz'altro il mio piatto preferito, ne mangerei a quintali! Beh dopo un pasto così appetitoso (lo scrittore mi suggerisce di dirvi che ha scritto una "storiella" su di "un pasto appetitoso"... boh, sono sotto contratto, dovevo dirvelo per forza anche se non so cosa significa...) quel che ci vuole è una bella dormita! Domani esplorerò la foresta più a fondo in cerca di qualche cibo ancora più prelibato."

Il giorno seguente...

" *YAAAAAWWWNNNN* che bella dormita! Sono pronto all'esplorazione, mi sento carico. Si va!"

Jack cominciò a correre, incurante di dove stesse andando. Improvvisamente si fermò sentendo dei brontolii provenienti dal suo stomato.

"Cavolo, non ho fatto colazione... devo trovare assolutamente qualcosa da mettere sotto i denti altrimenti non riuscirò a proseguire... mmm qui intorno non vedo niente e... UN CERBIATTO! Non ci posso credere, che colpo di fortuna. Bene, prepariamoci.... mantenere la calma... non agitarsi... respirare profondamente.... strano, è completamente immobile. Si sarà addormentato in piedi? Bah, a chi importa? Pancia mia fatti capanna! *ARF*"

Con un balzo Jack raggiunse la sua preda, accorgendosi troppo tardi che si trattasse di una trappola. Non appena ebbe toccato terra, una corda si strinse intorno alla sua zampa mentre un meccanismo lo tirò e lo mise a testa in giù. Era praticamente immobilizzato.

"Un cerbiatto di pezza? Che scherzo è mai questo? Ed ora come faccio a scendere? Dovrò rimanere qui per sempre? Ho troppa fame... sento che morirò tra 5 minuti...."

«Un idiota che è cascato al trucco del cerbiatto di pezza esiste allora! Non sei l'unico idiota Carl IHIHIHIHIH»

«'Sta un po' zitto Al. EHEHEHEH ma cosa abbiamo qui? Un bel lupetto! Mmmmm non sei molto grasso, ma penso che basterai per tutti e tre»

«Scusate ma non credo che basti... vi ricordo che ho un grande appetito... UHUHUHUH»

"Iene? Perché delle iene qui, in mezzo alla foresta? Cosa vogliono?"
Jack: «Sentite ragazzi.... ero qui solo di passaggio, quindi se mi aiutaste a scendere prendo le mie cose e me ne vado»

Carl: «Tu non vai da nessuna parte, sei il nostro pranzo! EHEHEHEH»

Al: «Esatto, come possiamo lasciare andare così il nostro pranzo? Non esiste proprio IHIHIHIHIH»

Bob: «Ho talmente tanta fame che divorerò le tue ossa per intere, UHUHUH»

Jack: «Sentite ragazzi... possiamo trovare un accordo. Che ne dite se mi liberate e poi io vado a cercare qualcosa di più succulento per voi? Magari un bel maiale che è più grasso e saporito di un vecchio lupo come me! Che ne dite?»

Bob: «Maiale.... *sbav* vorrei tanto mangiarne uno *sbav*»

Al: «"Mmmmm sai che la tua idea non è male? Massì dai, lasciamo che ci porti un delizioso maiale, IHIHIHIHI»

Carl: «MA SIETE DUE DEFICIENTI! VI PARE CHE UNA VOLTA LIBERATO CI PORTERA' DAVVERO UN MAIALE? EHEHEH»

Jack: «Non mi sembrava una cosa da ridere, perché ridi?»

Carl: «PERCHÈ SONO UNA IENA RIDENS! Basta, questo qui sta facendo troppo lo spiritoso, buon appetito ragazzi!»

"Cavolo, questa volta sono veramente nei guai... Fenrir se puoi ascoltarmi, ti prego.... salvami! Non mangerò più conigli per il resto della mia vita"

Le tre iene si stavano avvicinando minacciose, quando ecco che dai cespugli si sente un urlo...

«UATTAAAAAAAH»

Dai cespugli spuntò un coniglio che con un forte calcio volante sul muso di Carl lo mise fuori uso.

Al: «Hey Carl, tutto bene? IHIHIHIH non puoi esserti fatto stendere da uno stupido coniglio»

???: «Stupido sarai tu, cavallo nano ingobbito»

Al: «IHIHIHIHIHIH COME MI HAI CHIAMATO? ADESSO TI FACCIO VEDERE IO!»

Al si scagliò contro il coniglio che schivò il colpo e, con un paio di calci ben assestati stese anche la seconda iena.

???: «E tu cicciobomba che fai? Vai via portando con te i tuoi amici o le vuoi anche tu?»

Bob: «UHUHUHUHUH», fece una fragorosa risate e fuggì insieme agli altri due.

"Wow... il coniglietto ne sa! Vediamo se lo convinco a farmi scendere...."

Jack: «Hey tu... ehm 'cibo'. Puoi darmi una mano a scendere?»

???: «Tu si che sai come chiedere un favore a qualcuno.»

Jack: «Hai ragione, scusami... è che non so il tuo nome»

???: «Puoi chiamarmi Kun Fu Rabbit»

Jack: «.... capisco che vedere un lupo appeso come un salame possa sembrare una situazione molto ilare, ma non mi pare il caso di prendermi in giro in questo modo....»

???: «Lo so, ma era troppo divertente fare un paragone con quel Panda. Ad ogni modo, il mio nome è Ra-Ra, piacere di conoscerti»

Jack: «Sono appeso a testa in giù, ti pare che sia un piacere? Fammi scendere così ci presentiamo come si deve»

Ra-Ra: «Detto fatto!»

Con un salto ed un calcio ben assestato, il coniglio riuscì a tagliare la fune che teneva legato il lupo.

Jack: «Non ci hai pensato un secondo a liberarmi... perché? Lo sai che sono un lupo e che potrei divorarti in men che non si dica?»

Ra-Ra: «Sei troppo debole ed ora come ora non riusciresti mai a battermi. Smettila di essere così ostile e proviamo ad essere amici, ti va?»

Jack: «Amici? un lupo ed un coniglio? Ma sei fuori o cosa? Conosci poi l'espressione 'lupo solitario'? Io vivo da solo, non esiste che mi leghi a qualcuno men che meno a del 'cibo'!»

Ra-Ra: «Potresti smetterla di chiamarmi 'cibo'? Sai, è fastidioso....»

Jack: «Ma è quello che sei! Per questa volta ti lascerò andare visto che mi hai salvato, ma è meglio se non ti fai più rivedere in giro... la prossima volta potresti non essere così fortunato»

Ra-Ra: «È così che sei grato a chi ti ha salvato la vita?»

Jack: «Ti sto risparmiando la tua, ecco come sono grato. Ed ora se vuoi scusarmi... addio»

*SSSSMMMUUUURRRRPPPPP*

Ra-Ra: «Cavolo era il tuo stomaco o il tuo sedere?»

Jack: «STO MORENDO DI FAME, È NORMALE CHE IL MIO STOMACO BRONTOLI!»

Ra-Ra: «Vieni con me, so dove trovare del cibo»

Jack: «Sveglia, ci vedi? Eppure sei un coniglio.... sai cosa sono? Sono un LUPO! Io e te siamo troppo diversi, mangiamo anche cose diverse: tu mangi la verdura mentre io mangio la carne. Non mangio la tua roba, mi fa schifo!»

Ra-Ra: «Mi hai preso per uno stupido? So bene cosa sei e cosa mangi, mi hai chiamato 'cibo' per ben due volte! Forza seguimi, non lontano da qui c'è una fattoria»

"Dovrò fidarmi di questo piccoletto?", pensò Jack, "beh sicuramente non può farmi del male... cos'ho da perdere? Diamogli una possibilità»

I due arrivarono alla fattoria.

Jack: "Wow! Questa fattoria è enorme e piena di animali: ci sono mucche, galline, maiali, cavalli, pecore.... è un vero paradiso! Come mai mi hai portato qui?»

Ra-Ra: «Vedi, il fattore una volta ha tentato di cacciarmi, sparandomi contro. Mi ha lasciato una cicatrice qui, sul fianco destro. Devo fargliela pagare. Per questo ti ho portato qui: mangia quello che vuoi, ti chiedo solo di non toccare i miei simili se ne dovessi vedere uno... sai, è più che altro una questione etica»

Jack: «Con tutto il ben di Fenrir che c'è qui, ti pare che vado ad accontentarmi dei piatti piccoli?»

Ra-Ra: «Penso comunque che sia anche una forma di vendetta tua personale: sai, è lui ad aver piazzato quella trappola nella foresta. Più tardi sarebbe passato a prendere il tuo cadavere per mangiarselo»

Jack: «Questo brutto figlio di una gallina, gli mangerò qualche gallina per cominciare!»

Ra-Ra: «Bravo, io invece punterò all'orto. Se qualcosa va storto ulula»

Jack: «D'accordo.... ma se qualcosa va storto a te come faccio a capire qual è il segnale?»

Ra-Ra: «AAAAAUUUUUUUUUU»

Jack: «.... ok inizi a spaventarmi»

La strana coppia consumò molte delle risorse del povero fattore, tra animali e vegetali. E lasciarono qualche 'ricordino' qua e la come ulteriore sbeffeggiamento.

Jack: «Wow amico, ma quanta ne fai a volta? Ahahahahah»

Ra-Ra: «Beh sai... sono un coniglio. La mia pupù è anche una marca di cereali eheh»

Jack: «Che strane creature gli umani... Comunque ti devo delle scuse Ra-Ra, ti avevo giudicato male, non sei affatto male»

Ra-Ra: «Grazie Jack. Anche tu non sei male per essere un lupo»

Jack: «Aveva tutta l'aria di essere un insulto....»

Ra-Ra: «Tu dici Jack?», disse il coniglio con un sorrisetto beffardo sul volto.

I due cominciarono ad essere inseparabili: stavano tutto il giorno insieme, mangiavano insieme, giocavano e si divertivano insieme, correvano rischi e pericoli insieme. Erano felici finalmente di aver trovato qualcuno con cui stare l'un l'altro. Una sera, i due erano nella foresta: dopo aver spaventato un gruppo di campeggiatori, si accamparono attorno al fuoco e mangiarono un po' delle schifezze che trovarono lì in giro.

Jack: «Questa carne fa veramente schifo....»

Ra-Ra: «Quello è un hamburger infarcito di sottaceti, cipolla, ketchup e mayonese»

Jacka: «Bleah! Ecco perché aveva quel saporaccio.... Ma dimmi Rà, come mai sai tutte queste cose?»

Ra-Ra: «Come vedi sono un coniglio un po' fuori dalla norma: conosco le arti marziali, ho uno spirito avventuroso e mi interesso del mondo degli umani. Per questo gli altri conigli non vogliono avere molto a che fare con me. E per questo ho provato a fare amicizia con altri animali che reputavo interessanti e che quindi potessero capirmi»

Jack: «Ah, quindi ti son sembrato interessante?», chiese incuriosito Jack, con una punta d'orgoglio.

Ra-Ra:  «Un lupo appeso come un salame che faceva delle battute sul ridere a delle iene ridens poco prima di essere sbranato... se non è pazzia questa!»

Jack: «Lo prendo come un complimento» disse sbuffando Jack, continuando con: «Sai, sei il mio primo ed unico amico. Tutti gli altri non hanno mai voluto neanche avvicinarsi a me. Anzi, quando mi vedevano o scappavano o mi ignoravano»

Ra-Ra: «Per forza, se cerchi di mangiare ogni essere vivente!»

Jack: «Ma con te non l'ho fatto!»

Ra-Ra: «Perché sapevi che ti avrei fatto il culo!»

I due scoppiarono in una sonora risata.

Jack: «Beh, sono stato proprio fortunato ad incontrarti. Per fortuna che ho fatto quel giuramento a Fenrir di non mangiare più conigli se mi avesse salvato, altrimenti avrei perso per sempre la possibilità di trovare un simile tesoro»

Ra-Ra: «Non mi chiamo Fenrir, smettila di darmi questi nomignoli!»

Jack: «Ahahah. Dammi un brofist, avanti!»

Ra-Ra: «Forse volevi dire un bropaw?»

I due si addormentarono dentro una tenda dopo aver riso e scherzato per tutta la notte.
L'inverno era oramai arrivato: la vegetazione cominciava ad appassire e la selvaggina a scarseggiare. Gli animali cercavano di migrare quanto più possibile verso luoghi caldi. Solo due impavidi eroi... o semplicemente dei pazzi, rimasero nei paraggi della foresta. Il cibo però scarseggiava, fuori dalla foresta non era rimasta più selvaggina.

Jack: «Sto morendo di fame... non so ancora per quanto possa resistere. Sarà rimasto qualcosa alla fattoria?»

Ra-Ra: «Ci sono stato ieri ed è tutto chiuso, senza un'anima in giro... probabilmente avranno chiuso dopo le nostre scorribande»

Jack: «Dannazione... questa non ci voleva. Forse l'unica cosa che mi resta da fare è andare verso il centro della foresta. Magari riesco a beccare un orso»

Ra-Ra: «E come pensi di sconfiggere un orso!?»

Jack: «Oh non mi conosci bene allora. Anche se non sembra, sono abbastanza temibile!»

Ra-Ra: «Sì, come quella volta con le iene. Verrò con te, in due riusciremo sicuramente a gestire meglio gli eventuali pericoli. E poi il mio kung fu potrà esserci d'aiuto»

Jack: «Ma tu non sei obbligato a venire, qui hai erba a sufficienza per vivere senza problemi. All'interno della foresta probabilmente sarà tutto ghiacciato, se verrai anche tu non troverai nulla da mangiare!»

Ra-Ra: «E dovrei stare qui ad aspettarti senza far nulla, con l'angoscia che ti possa succedere qualcosa? Giammai! io vengo con te e non si discute!»

Jack: «....grazie Rà. Non lo dimenticherò e ti renderò il favore»

I due si avventurarono nella foresta. Andarono sempre più in profondità, sempre più al centro. Più avanzavano e più desolazione trovavano. Improvvisamente si levò una bufera di neve. La visibilità stava cominciando a calare, la temperatura ad abbassarsi vertiginosamente. Benché avessero la pelliccia, i due animali cominciarono a sentire freddo. La fame poi non aiutava, rendendoli deboli.

Jack: «Questa tempesta non ci voleva.... forse dovremmo tornare indietro»

Ra-Ra: «Non possiamo arrenderci, non ora... sono sicuro che tra qualche metro trov..mo sic...nte la ta... di qualc... or....»

Il povero coniglio cadde a terra stremato.

Jack: «Rà! Che ti succede?! Rispondimi ti prego! Rà! APRI GLI OCCHI!»

Ra-Ra: «Ti sent.. sento... n-non... c'è bisogno di... urlare... Asc...ascolta Jack... non... non sono così forte... come voglio... dimostrare... Per me... è finita... purtroppo... pec...peccato, mi sa-sarebbe... piaciuto fare qualche... altra caz...cazzata.. insieme a te....»

Jack: «Stai zitto, risparmia il fiato, ti porterò via da qui»

Ra-Ra: «È... troppo tardi... Jack... La cosa... migliore da... fare... sai bene qual è.... mangiami Jack... mangiami... solo così potrai... potrai sopravvivere... quest... è il mio.... ultimo desiderio... voglio... voglio che tu ti salvi... jack... Oramai non servo... più a niente.... voglio rendermi utile... un'ultima volta... e salvare la vita.... del mio migliore... ed unico... amico....»

Ra-Ra svenne, abbozzando un lieve sorriso.

"Che devo fare? Il mio istinto dice di mangiarlo... come posso controllare il mio istinto? È sempre più forte.. sto morendo di fame e qui c'è un succulento coniglio. Basteranno pochi morsi per sbranarlo e tornare in forze, abbastanza per proseguire e trovare un'altra preda per continuare a vivere.... Il mio istinto.... il mio migliore amico... il mio unico amico.... OH AL DIAVOLO!»

Jack si avventò sul collo del povero Ra-Ra.



"Mmmm dove sono... che sta succedendo.... perché sento del vento sulla mia faccia? Un vento gelido.... un momento... JACK! Era nella foresta insieme a me! Ma che..."

Ra-Ra piano piano riaprì gli occhi. Il suo collo era tenuto ben saldo nella bocca di Jack, senza però essere ferito. Jack stava correndo come un disperato.

Ra-Ra: «Jack, che diavolo stai facendo? Ti avevo detto di mangiarmi!»

Jack: «*anf anf* ti scei sveiato, meno male, mi sciavo preoccpndo *anf anf*»

Ra-Ra: «Dove stai correndo? E cosa sono quelle ferite sulle zampe e sul corpo? Sei stato attaccato da qualcuno? Rispondimi Jack!»

Jack continuò a correre, non curante delle domande del suo amico.

Ra-Ra: «Prima di svenire eri praticamente a pezzi, riuscivi a malapena a camminare ed ora stai correndo come un razzo. Dove hai trovato tutte queste energie Jack?»

Jack: «....*anf anf*»

Ra-Ra: «No Jack... non può essere... non puoi esserti cibato della tua carne per trovare le energie necessarie... NON PUOI AVER FATTO QUALCOSA DI COSI' FOLLE JACK!»

"Non permetterò che tu muoia. Non tu. Tu che non sei scappato di fronte a me. Tu che mi hai accettato per quello che sono. Tu che mi sei sempre stato vicino, in ogni momento e mi hai aiutato. Tu che avresti sacrificato la tua vita per salvare la mia...."

Finalmente uscirono dalla foresta. La bufera era finita.

Jack: «Si....siamo fuori... Sono riuscito... a portarti in salvo... Guarda, lì è rimasta un po' d'erba.... mangiala e sopravvivi... non vanificare il mio sforzo....», queste le ultime parole di Jack prima di accasciarsi a terra esanime.

Ra-Ra: «Ora mangerò quell'erba e ti porterò in un luogo sicuro. Quando saprò che sarai al sicuro, andrò a cercarti qualcosa da mangiare. Tu devi resistere però. Promettimelo!»

«Ma guarda che colpo di fortuna, del cibo!»

Ra-Ra: «Quella voce.... non ora....»

Carl: «Chi non muore si rivede EHEHEHEH»

Al: «Cercavamo giusto qualcosa da mangiare... direi che abbiamo fatto centro IHIHIHIHIH!»

Bob: «FAME, CIBO, VOGLIO MANGIARE UHUHUHUH!»

"Dannazione... normalmente questi tre non rappresenterebbero un problema... ma ora sono troppo debole... ma non posso cedere. Non posso permettergli di toccare il mio amico. Lo difenderò. A costo della mia stessa vita!"

Ra-Ra: «Se volete mangiarci *anf*, prima dovrete vedervela con me»

Carl: «È quella l'idea, visto che tanto dobbiamo mangiare anche te EHEHEHEH»

Al: «ADDOSSO IHIHIHIHIH!»

Bob: «UHUHUHUUH!»

Le tre iene si fiondarono contemporaneamente contro Ra-Ra che si difese come poté. Assestò qualche calcio e ferì lievemente le iene, ma queste erano troppo forti per lui. Il povero coniglio venne morso e graffiato diverse volte, finché non cadde a terra, senza forze.

Carl: «Tsk, aveva ancora delle energie, quel calcio sugli stinchi mi ha fatto male! Vorrà dire che sarà la prima cosa che mangerò»

Al: «Io invece prenderò le orecchie, ho sempre desiderato assaggiare le orecchie del coniglio... chissà se potrebbero incrementate il mio udito, IHIHIHIHIH!»

Bob: «Io mangerò il corpo, in un sol boccone. UHUHUHUHUH!»

"È finita... non sono riuscito a proteggerlo... avrei tanto voluto continuare a vivere insieme a lui... se non altro, moriremo insieme, magra consolazione lo so.... però..."

«UUUUUUUUOOOOOOOOOOOHHHHHHHHHHHH»

Al: «COSA DIAVOLO È STATO? IHIHIH»

Bob: «Non era sicuramente il mio stomaco.... UHUH»

Carl: «Non promette nulla di buono... presto, scappiamo prima che la situazione diventi pericolosa!»

Le tre iene fuggirono in preda alla paura.

"Ed ora... che sta succedendo...." si domandò Ra-Ra.

Ecco che dalla vegetazione comparve un enorme e possente orso. Veniva proprio verso di loro.

"Oh.... è un orso.... quello che cercava Jack... quello per cui abbiamo rischiato la nostra vita... a saperlo che era così vicino... gli scherzi della vita... ora però... ho tanto sonno...."

Ra-Ra chiuse gli occhi. L'ultima cosa che vide, era il possente orso sopra di lui.

lunedì 27 maggio 2013

Il luogo dove i desideri si avverano

Sole. È una bellissima giornata d'estate. Due ragazzi, Anastasia e David, stavano passeggiando lungo la spiaggia. Una leggera brezza accarezza dolcemente i capelli di lei. Ad un tratto lui si fermò, guardò Anastasia negli occhi e le disse: «Anastasia, ci conosciamo oramai da 15 anni, eravamo piccoli la prima volta che ci siamo incontrati ed ora siamo degli ottimi amici, veramente inseparabili... e dopo tutto questo tempo mi son accorto che io non so quali siano i tuoi desideri.»

Anastasia: «Come fai a sapere che ho dei desideri?»

David: «Perché tutti hanno dei desideri che vorrebbero vedere realizzati. Avanti dimmi i tuoi»

Anastasia: «Va bene... ma non metterti a ridere, ok?»

David sorrise ed annui con la testa. La ragazza iniziò ad elencare: «Beh, come prima cosa mi piacerebbe fare una bella cavalcata. Non sono mai salita su di un cavallo e mi piacerebbe provare. Poi mi piacerebbe fare un viaggio in nave: anche se abitiamo vicino al mare non ho avuto ancora modo di salire su di una nave o una barca... sarà che non abbiamo un porto. Vorrei inoltre scoprire un fiore raro ed un reperto di un'antica civiltà! Per concludere vorrei vincere la mia paura dell'altezza, poter toccare una nuvola ed infine vedere un immenso panorama stellato con tanto di luna piena. Sono questi i miei desideri», piccola pausa per riprendere fiato. «Invece quali sono i tuoi?»

David: «Non posso dirti qual è il mio desiderio. Posso solo dirti che domani partirò per un viaggio di lavoro, starò via un mese. Quando tornerò, ti porterò nel luogo dove i desideri si avverano»

Anastasia: «Esiste un luogo simile? E dove si troverebbe?»

David: «Mi dispiace, ma non posso dirti nulla. Saprai tutto a tempo debito. Ci rivediamo proprio qui, tra un mese esatto, alle 7:00 di mattina. Mi raccomando, sii puntuale». Detto questo, David salutò la ragazza e si diresse verso casa.

Passò un mese, Anastasia arrivò sul luogo dell'appuntamento alle 6:55. Era molto emozionata, sia di scoprire dove l'avrebbe portata David, sia di rivederlo; non era mai capitato che i due si separassero per così tanto tempo.

Ad aspettarla c'era David in riva al mare, seduto su una barchetta.

Anastasia: «Eccoti qua finalmente! Ma dove mi vuoi portare con quella?»

David: «Non fare domande e salta su»

Anastasia era titubante, ma si fidava di David: erano pur sempre cresciuti insieme. Salì sulla barchetta e David cominciò a remare. Dopo qualche minuto si scorse all'orizzonte un'enorme nave.

Anastasia: «Wow! Chissà di chi è quel barcone enorme»

David: «Quella è la nostra nave; ci porterà sull'isola dov'è ubicato il luogo dove i desideri si avverano»

Anastasia era visibilmente eccitata: non era mai stata su di una nave e non vedeva l'ora di godersi il viaggio. 

Durante il tragitto poté ammirare numerosi pesci che non aveva mai visto prima. Intravide perfino una balena.

Arrivati sull'isola ad attenderli c'era un cavallo.

Anastasia: «cosa ci fa un cavallo qui da solo su quest'isola?»

David: «ci sposteremo con questo d'ora in poi. Sai, il luogo da raggiungere non è vicinissimo ed a piedi non ce la faremo. Forza, monta in sella!»

Anastasia salì a fatica sull'equino, mostrando un po' di imbarazzo. I due cominciarono a cavalcare per la foresta. I raggi del sole penetravano a malapena la fitta vegetazione, rendendo l'atmosfera magica.

Era il momento di fare una sosta per far riposare il cavallo. Anastasia notò qualcosa di particolare.

Anastasia: «Non ci credo! Presto David, vieni a vedere!»

David: «Cosa hai trovato?»

Anastasia: «Guarda questo quadrifoglio... ha tre foglie in più!»

David: «Wow, è davvero insolito. Non credo che ne esista un altro al mondo. Penso proprio che tu abbia scoperto una nuova specie di pianta, congratulazioni!»

Anastasia: «Come potrei chiamarla?»

David: «Beh, considerando che ha sette foglie... che ne dici di Ettafoglio?»

Anastasia: «Sì suona bene! Solo che non posso coglierlo o si rovinerà.... scatterò una foto per confermarne l'esistenza»

I due ripartirono e David tirò un sospiro di sollievo.

Anastasia: «Perché stai sospirando?»

David: «Perché siamo ripartiti, mi stavo annoiando a stare lì fermo senza far niente»

Mentre i due si allontanavano al galoppo, una folata di vento particolarmente forte fece volare le tre foglie in più del fiore....

Arrivarono finalmente ai pendici di una montagna.

David: «Da qui non possiamo più usare il cavallo... non siamo mica in Skyrim»

Anastasia rise ed aggiunse: «Hai ragione, però mi sono veramente divertita. Grazie cavallino per la corsa, ora goditi il meritato riposo»

David porse ad Anastasia dell'equipaggiamento per alpinismo: «Indossalo che ora ci apprestiamo a scalare la montagna»

Anastasia: «Ma David... lo sai che ho paura dell'altezza.... non credo che riuscirei a muovere un solo muscolo lì sopra»

David: «Solamente perché non hai fiducia in te stessa. Ci sono io qui, vicino a te, non avere paura. Ti prometto che non ti succederà nulla»

Anastasia era più sollevata e, con tutto il coraggio che aveva in corpo, iniziò l'arrampicata. La montagna non era 
così scoscesa e dissestata, quindi l'arrampicata procedeva tranquilla, ma un po' lenta a causa dell'inesperienza di Anastasia. Arrivati a metà strada, si fermarono in una piccola grotta per riposarsi. Era oramai calata la notte e stava cominciando ad abbassarsi la temperatura. David, vedendo che Anastasia stava tremando, le diede il suo cappotto. 

Ma una cosa balzò all'attenzione della ragazza che fece cadere il cappotto a terra per lo stupore.

Anastasia: «E questa.... che cos'è?»

David: «Sembrerebbe una statua»

Davanti a loro c'era una scultura in pietra raffigurante due delfini posizionati uno di fronte all'altro, formando un cuore con i loro corpi ed al centro un altro cuore più piccolo.

Anastasia: «Chissà da quanto tempo è qui.... chi l'avrà scolpita?»

David: «Forse una qualche antica civiltà di pescatori.... probabilmente qui migliaia di anni fa c'era il mare e non questa montagna»

Anastasia: «Hai ragione! Cavolo, questa potrebbe essere una scoperta sensazionale! Dobbiamo assolutamente scattare una foto, informare le autorità competenti, e...»

David: «Calma Anastasia. Avremmo tempo di fare tutto questo dopo che avremmo raggiunto la nostra meta. Tanto questa statua non scappa mica, ahah. Curioso il fatto che ci siano raffigurati dei delfini, il tuo animale preferito»

Anastasia: «Evidentemente questa popolazione aveva buon gusto»

I due ragazzi ripresero la scalata. Erano oramai giunti quasi in cima.

David: «Attenta che ora stiamo per entrare in una nuvola. Reggiti forte e continua a salire. Non aver paura, puoi tranquillamente toccarla se vuoi»

Anastasia non se lo fece ripetere due volte e cominciò a sfiorare la nuvola: «È... diversa da come me l'aspettassi!»

David: «E come te l'aspettavi? Soffice e morbida come quelle dei cartoni animati? Ahahahah!»

Anastasia: «Smettila di prendermi in giro, antipatico!»

Fortunatamente la nuvola copriva il suo rossore in volto per la vergogna. Finalmente giunsero in cima e lo spettacolo che gli si parava davanti era maestoso: non c'erano nuvole, non c'erano fastidiose luci artificiali... c'era solamente un cielo stellato con una luna piena a capeggiare il tutto. Anastasia era estasiata. La cima della montagna non aveva la punta ed era abbastanza spaziosa, quindi si misero al centro, seduti l'uno vicino all'altra ad ammirare quello spettacolo.

Anastasia: «È.... è.... è uno spettacolo bellissimo...», disse con le lacrime agli occhi.

David: «Sono veramente felice che ti piaccia»

Anastasia si accorse che David la stava osservando, quindi gli chiese:«Perché non stai guardando anche tu questa meraviglia?»

David: «Perché sto osservando uno spettacolo ancora più bello»

Anastasia arrossì. Improvvisamente David si alzò in piedi, estrasse un foglio dalla tasca e disse: «Come promesso ti ho portato nel luogo dove i desideri si avverano. Per arrivare qui abbiamo viaggiato su di una nave e galoppato su di un cavallo. Abbiamo inoltre trovato un fiore raro ed un reperto archeologico che sembra appartenesse ad un'antica civiltà. Infine hai superato la tua paura dell'altezza, hai toccato una nuvola e hai assistito allo spettacolo del cielo stellato con tanto di luna piena. Come vedi questo è il luogo dove si realizzano i desideri!»

Anastasia, che aveva capito tutto, scoppiò a piangere. Corse ad abbracciare David e gli diede un lungo ed intenso bacio. Dopo quel bacio, David fissò intensamente Anastasia e disse:

«Allora è veramente il luogo dove i desideri si avverano...»

Se c'è una cosa che potresti cambiare del passato, quale sarebbe? (Ask.fm)

Ragazzo: "La mia vita è finita. La mia ragazza mi ha lasciato, oramai non ha più senso vivere. Vorrei tanto non averla mai incontrata, ora non starei soffrendo così..."

*POFF*

Ragazzo: "E tu chi saresti?"

???: "Oh solamente un tizio di passaggio che si annoia. Puoi chiamarmi Mucca"

Ragazzo: "Mucca? Perché dovrei chiamarti Mucca?"

Mucca: "Beh perché è un nomignolo simpatico"

Ragazzo: "Ma non voglio chiamarti Mucca e non sono in vena di simpatia"

Mucca: "Beh, allora chiamami John e finiamola qui. Come mai sei triste?"

Ragazzo: "Beh, la mia ragaz... un momento. Sei un tizio spuntato dal nulla, perché ti parlo come se nulla
fosse?"

John: "Beh... questo non ha importanza. Effettivamente io so perché stai così e..."

Ragazzo: "E allora che me lo fai dire a fare, ci sto solo più male!"

John: "Calma calma, ora arrivo al punto: sei sicuro che non vorresti mai averla incontrata?"

Ragazzo: "Sicurissimo! Ora non starei soffrendo le pene dell'inferno"

John: "E queste me le chiami pene dell'inferno? Non farmi ridere, conosco gente che sta soffrendo molto più di te e per delle cose più serie. Ma siamo fuori luogo. Dicevamo... ah sì, di questa ragazza che ti ha lasciato... Barbara giusto?"

Ragazzo: "E tu come lo sai?"

John: "Non ti deve interessare. Voglio dirti un paio di cose: cosa fosse successo se tu non avessi mai incontrato Barbara? Non avresti provato le gioie di stare insieme a lei, i dolori di quando vi facevate del male a vicenda. Non avresti vissuto queste esperienze, belle o brutte che siano e non avresti quindi imparato dai tuoi errori e da quelli degli altri. Non hai semplicemente trovato la persona giusta per te. Il che è un bene non averla trovata alla tua età: sei ancora giovane, hai ancora molta esperienza da fare, ma quando troverai quella giusta lo saprai e potrai vivere felice."

Ragazzo: "E che ne sai tu che Barbara non era quella giusta?"

John: "... vi siete lasciati. Secondo te se era quella giusta per te vi sareste lasciati? Poi non ho finito: immagina di averne trovato una simile ad un'età più avanzata. Probabilmente vi sareste sposati, avreste avuto dei figli.... e poi? Vi sareste lasciati. Problemi economici, problemi sull'affidamento dei figli. Poi arriva un'ulteriore botta: perdi il lavoro. Chi ti consola? Chi ti aiuta? Eh? CHI? RISPONDIMI AVANTI!"

Ragazzo: "Ok ok ho capito... non c'è bisogno di scaldarsi tanto. Perché te la prendi a questo modo?"

John: "Fatti miei. Ora però devo andare, il mio tempo sta per scadere. Mi hai capito? Non buttarti giù. Continua a cercare, continua a fare esperienze, anche brutte che son quelle che fortificano di più. Ma non arrenderti, MAI! Ah e se puoi, evita di usare il bagnoschiuma di Dolce&Gabbana, mi si è rovinata la pelle.... Un'ultima cosa... lo One Piece è"

*POFF*

Ragazzo: "... come sapeva che bagnoschiuma usassi? E cosa stava dicendo riguardo a One Piece???"

sabato 25 maggio 2013

Ancora una volta, ancora una speranza

Il Destino a volte è bizzarro. Sono passati due anni da quando ci siamo salutati. Un saluto che doveva essere un "arrivederci" ed invece si sta tramutando in un "addio".

Chissà quanto ancora dovrò soffrire prima di perdonare me stesso. Ricordo quanto dolore sopportavo prima di poter rivedere ancora il tuo viso. Ancora una volta, dimmi perché le stagioni continuano a cambiare. Ancora una volta, mi manca tutto il tempo che abbiamo condiviso insieme.

Anche se discutevamo ed avevamo opinioni diverse, io amavo tutto di te. Chissà quale incantesimo devi avermi fatto... Ancora una speranza, quando mi sono perso in quei ricordi. Ancora una speranza, anche se non so dove andare.

Non importa dove io mi trovi, ti cercherò sempre. Alle fermate dei bus, nei riflessi delle finestre. Penso sempre, come un folle, di trovarti. Non sono mai stato ambizioso, volevo semplicemente averti accanto. Non c'è niente che vorrei fare, solo abbandonare tutto. Mi basterebbe tenerti per mano, ancora una volta.

Se tutto ciò che volevo era non rimanere solo, allora sarei stato felice con chiunque. Ma questa notte le stelle sono piene di ricordi e non posso più mentire a me stesso. Ancora una volta, dimmi perché il tempo continua a scorrere. Ancora una volta, mi mancano quei giorni insieme.

Non importa dove io mi trovi, ti cercherò sempre. In ogni strada, perfino nei miei sogni. Sapendo bene che non ti troverò. Se credessi nei miracoli, farei di tutto per mostrarti il nuovo me. Dirti quelle parole che non riuscii a dirti tempo fa: "Ti amo".

I ricordi di questa estate insieme. I nostri cuori non si incontreranno mai più...

Non importa dove io mi trovi, ti cercherò sempre. Nella nostra città, in ogni momento del giorno. Continuo ad illudermi follemente che potrei trovarti. Se potessi esprimere un desiderio, sarebbe quello di essere al tuo fianco. Non vorrei nient'altro, solamente tenere la tua mano, ancora una volta.

Non importa dove io mi trovi, ti cercherò sempre. In ogni abitazione, in ogni dove. Sapendo chiaramente di non trovarti. Vorrei sperare in un miracolo ed aprire nuovamente il mio cuore, per mostrarti un nuovo me e dirti le parole che non riuscii a dirti tempo fa: "Ti amo".

Non importa dove io mi trovi, ti cercherò sempre. Alla stazione, guardando i treni che passano. E sapere che  non sarai su nessuno di essi. Se potessi vivere la mia vita di nuovo, sarei insieme a te per tutto il tempo. Non c'è niente in questo mondo che vorrei più di quello che ho già avuto. Non c'è niente a parte te che vorrei avere.

Ancora una volta, ancora una speranza. Desidero solo rivivere i nostri ricordi.

venerdì 24 maggio 2013

Cosa ci uccide e cosa ci rende eterni? (Ask.fm)


C'era una volta, un demone dalle sembianze umane di nome Konji. Il demone non era particolarmente forte, né incuteva timore, non aveva intenti bellici e non rappresentava una minaccia. Però era odiato ed invidiato perché aveva una particolarità: era immortale. Non poteva essere ucciso né ferito da nessun'arma. Lui, dall'alto della sua superbia, sfidava chiunque incontrasse a fargli provare almeno un po' di dolore. Ovviamente nessuno riusciva lontanamente a scalfirlo e lui si prendeva gioco degli sfidanti. Passava le giornate a prendere in giro gli altri, finché un giorno non incontrò una bambina di nome Fuju.

Fuju: "Tu sei Konji, il demone che va in giro a vantarsi della sua immortalità e del fatto di non poter essere mai feriti?"

Konji:"Sì bambina, sono io. Perché lo vuoi sapere?"

Fuju: "Perché io potrei ferirti"

Konji:"AHAHAHAHAH MA NON FARMI RIDERE! Bambina, uomini molto più forti e possenti di te hanno provato a ferirmi e hanno fallito. Come puoi tu, una piccola e gracile umana riuscire quantomeno a scalfirmi? Niente può uccidermi, io sono l'unico che vivrà in eterno!"

Fuju: "Se la pensi così, allora lasciami tentare"

Konji: "Prego, accomodati pure. Voglio proprio farmi quattro risate".

Fuju estrasse della polvere da una sacca e la spruzzò contro il demone.

Konji:"EEETTTCCCIIIùùùùù! Bambina, non è con gli starnuti che riusc... ma è scomparsa? Evidentemente non voleva farsi sbeffeggiare ulteriormente. Meglio così, spero di non rivederla mai più, questo scherzetto non mi è piaciuto molto."

Konji si diresse verso il prossimo villaggio, pronto per sfidare ed inesorabilmente sbeffeggiare qualcuno. Lì però incontro una giovane e bellissima donna, dai modi di fare gentili e con tante passioni in comune. Cominciarono a frequentarsi come buoni amici, ridendo e scherzando dei loro interessi. Lui era sempre più innamorato, finché un giorno non le si dichiarò. La ragazza però lo respinse, dicendo che lo considerava solamente come un buono amico. Konji si sentì morire. Non ce la faceva a sopportare tutto, quindi fuggì da lei. Corse lontano, in lungo ed in largo, il più lontano possibile da colei di cui era follemente innamorato, sperando che quel dolore potesse spegnersi. Al contrario, era più vivo che mai. Provò allora a piangere, a farsi del male fisico, a provare interesse per un'altra donna... niente, quel dolore non voleva sparire.

Pioggia. Cadeva incessantemente. Konji era intento a disperarsi contro un albero.

"Alla fine ho vinto io"

Dietro di lui, Konji udì una voce che conosceva bene. Sì girò di scatto in preda alla rabbia e la vide: una donna alta e bellissima.

Konji: "Tu... tu.... chi sei tu?"

Fuju: "Ma come, non mi riconosci? Ah già, non ho più l'aspetto di una bambina"

Konji: "Maledetta strega, che cosa mi hai fatto! Liberami da questa maledizione!"

Fuju: "Non sono una strega, sono una fata e ho voluto punire la tua superbia. Tu hai detto che niente può ucciderti e che sei l'unico che può vivere in eterno. Come vedi ti ho dimostrato che sei vulnerabile come un qualsiasi altro uomo, che i sentimenti possono ucciderti e ferirti anche se sei immortale e che lei, la ragazza di cui ti sei follemente innamorato, ora è diventata immortale: vivrà per sempre nei tuoi pensieri ed avrà sempre un posto speciale nel tuo cuore."

Konji: "Va bene, ho imparato la lezione... ora ti prego, liberami da questa maledizione!"

Fuju: "Mi dispiace, i miei poteri non mi permettono di manipolare un sentimento forte come l'amore."

Konji: "E come posso fare per liberarmi da quest'agonia?"

Fuju: "Non credo che esista una cura. Forse con il tempo potresti guarire, altrimenti dovrai continuare a soffrire. Per sempre."

Konji: "...."

Fuju: "Ora non ti vanti più della tua immortalità?"

Qual è la tua missione? (Ask.fm)


Mi sono allenato tanto. Ho dato anima e corpo, tutto me stesso per prepararmi a questo. La mia missione. All'inizio pensavo fosse impossibile e mi accontentavo di sognare. Poi, grazie agli incoraggiamenti degli amici, mi son fatto coraggio. Ho davvero pensato che anche uno come me potesse riuscire in un'impresa simile. Ma con le mie attuali capacità non potevo certamente sperare in un successo. Decisi quindi di iscrivermi ad un' "accademia", dove avrei imparato tutto ciò che mi serviva sapere, dalla teoria alla pratica. Certo era duro, non avevo mai provato una simile esperienza essendo stato sempre molto introverso e rintanato in casa. Era come essere nella legione straniera e per fortuna che era ancora l'addestramento! Figuriamoci quando sarei dovuto andare veramente in terra straniera....
Impiegai ben 6 mesi per completare l'addestramento ed apprendere le abilità necessarie per completare la missione con successo! Per sicurezza vidi anche molti film inerenti al tema, anche se molti mi sembrarono "esagerati"... mah, sarà per attirare più pubblico. Era finalmente giunto il momento. Ricevetti l'ok del mio istruttore, avevo sempre il sostegno dei miei amici. Mi misi una divisa adeguata, presi le mie munizioni e, pieno di speranza, mi incamminai verso il mio destino.

Obiettivo puntato. Ero nervoso. Non posso fallire, non posso. Ci sono persone che hanno creduto in me, non posso deluderle. Ma soprattutto, non posso deludere me stesso. Mi sono impegnato tanto per raggiungere questo risultato. Se dovessi fallire... no, non devo fallire. Il fallimento non è contemplato. Se fallissi... non potrei più rivedere nessuno. La mia vita sarebbe finita.... ecco perché, non posso fallire.

100 metri. L'obiettivo si sta avvicinando. Devo trovare un modo per ingaggiare lo scontro nel modo più saggio ed indolore possibile... non riesco a trovare un modo indolore! La mia mano sta tremando... e questo non è un bene per un "soldato". Devo calmarmi e fare mente locale. Ricorda l'addestramento.... ricorda l'addestramento.

50 metri. Si avvicina lentamente. Devo stare attento a non farmi scoprire. Devo puntare sull'effetto sorpresa. La sorpresa è alla base di ogni buona strategia. Questo mi hanno insegnato e questo attuerò.

25 metri. Comincio a sentire l'adrenalina in corpo. "Posso farcela", continuo a ripetermelo per darmi coraggio.

10 metri. Ci siamo, devo muovermi.

L'obiettivo è davanti a me, immobile con un'espressione sorpresa e contenta allo stesso tempo. Ed ora sfodererò le mie armi: le allungai un mazzo di fiori e, con la testa chinata, dissi istintivamente "TI VA DI USCIRE CON ME?".

"Beh... ecco... io..." sono le sole parole che abbia sentito prima di fuggire in preda alla paura.

Mission Failed...?

mercoledì 22 maggio 2013

Cosa ti piace fare in una giornata di pioggia? (Ask.fm)


Un altro giorno di pioggia. Non smette mai di cadere.... è da quando sono nata che non smette di piovere. Ed io non posso fare altro che rimanere dentro casa ed aspettare che smetta. Non che la cosa mi dispiaccia, alla fine qui ho tutto quello di cui ho bisogno. Però... sento che mi manca qualcosa... qualcosa che non è qui. Qualcosa che è distante, che dovrei raggiungere, ma che non posso raggiungere perché fuori piove troppo e non posso avventurarmi con questa pioggia, rischierei di perdermi o di ammalarmi. È troppo rischioso, aspetterò che smetta.

Mi alzo, vado alla finestra e... pioggia. Sempre, incessantemente. Anche oggi me ne starò a casa. Tra due giorni sarà il mio compleanno, chissà se il mio desiderio si avvererà... Qual è il mio desiderio? Che questa pioggia smetta una volta per tutte, che mi lasci vivere...

Quest'oggi ho dormito più del solito. Tanto sapevo già lo spettacolo che avrei visto al mio risveglio: pioggia. Sento delle voci in lontananza, vorrei tanto stare con loro. Ma questa pioggia me lo impedisce. Esplorare nuovi orizzonti, fare nuove conoscenze, trovare la persona giusta adatta a me... ma questa maledetta, odiosa, incessante pioggia me lo impedisce. Pregherò affinché domani esca finalmente il sole....

Mi sveglio alle 6:00. Sono fiduciosa. Oggi compio 20 anni. Il mio desiderio sicuramente si sarà avverato. Deve essersi avverato! Vado alla finestra, piena di speranze. Apro le tende e.... ancora. Ancora quella maledettissima pioggia. È un incubo. Non ce la faccio.... Piansi. Piansi tanto. Cominciai a pensare. Perché piango? Cosa risolvo piangendo? Cosa risolvo stando qui senza fare nulla? Cosa risolvo a "vivere" in me stessa? Devo svegliarmi. Devo reagire. Non importa quali difficoltà dovrò affrontare. Non importa cosa accadrà... io voglio vivere! E lo farò, affronterò la peggiore delle tempeste se necessario. Ho preso tutto il coraggio che avevo e sono uscita. La pioggia si abbatteva su di me, sul mio viso, sul mio corpo. Avanzavo a fatica. Ce la potevo e dovevo fare! La pioggia non accennava a diminuire, Il fango mi rallentava. Ero stremata, ma non potevo mollare. Continuai ad avanzare. Verso quelle voci. Verso quel mondo che avevo sempre sognato. Non volevo arrendermi. Quando finalmente.... un ombrello mi riparò dalla pioggia. Un ragazzo dallo sguardo gentile mi sorrise e mi porse il suo ombrello. Avanzammo insieme. La pioggia si stava attenuando. Incontrammo altre persone, visitammo diversi posti. Finché arrivammo a destinazione. Un posto dove finalmente c'era il sole. Il mio desiderio si era finalmente avverato.

Senza osare, non si può ottenere nulla.

martedì 21 maggio 2013

Qual è la scienza più interessante? (Ask.fm)

Istituto di ricerca internazionale. Durante la pausa pranzo, un gruppo di ricercatori si sono riuniti per discutere su quale sia la scienza più interessante tra tutte.

Fisico: "Illustri colleghi, mi dispiace per voi ma la fisica è la scienza più interessante. Con la fisica possiamo spiegare le leggi che regolano il nostro mondo ed il nostro universo ed agevolare la nostra vita."

Chimico: "Si ma senza la chimica nemmeno ci sarebbe la vita! Senza tutte le particelle che formano il nostro mondo, non avreste nulla da studiare. La chimica è la vera scienza, da cui ha origine tutto."

Medico: "Signori, signori, ci stiamo dimenticando che senza la medicina non potremmo curare le persone e salvare vite umane. È innegabile che questo sia ben più importante delle vostre regolette."

Matematico: "Guarda che senza le nostre 'regolette', non potrebbero esistere tutte le strumentazioni che tutti voi utilizzate. Senza la matematica non potrebbero esistere le altre scienze! È quindi ovvio che..."

Psicologo: "Che senza la psicologia non saremmo in grado di curare tutti i matematici o, più in generale, tutti quelli che impazziscono. È innegabile, fate lavorare troppo il cervello e quello giustamente crolla. Se non ci fossimo noi psicologi, vivremo in un mondo di matti e regnerebbe il caos."

Astronomo: "ma qui si sta parlando di quale sia la scienza più interessante e non quella più utile. E quale se non l'astronomia? Cosa c'è di più bello di studiare i misteri dell'universo? Scoprire nuove cose, vedere quanto siamo insignificanti... aaaahhh che poesia"

Il chiacchiericcio stava aumentando, ognuno voleva far prevalere le proprie idee. Un ragazzo che stava ascoltando tutto da lontano, infine si avvicinò: "Scusate, ho per caso sentito la vostra discussione e se me lo permettete vorrei anche io dire la mia."

Fisico: "Ma tu sei il figlio del magazziniere, cosa ci fai qui?"

Ragazzo: "Sono venuto a salutare mio padre. Allora, posso dire la mia?"

Fisico: "E cosa potrebbe mai saperne il figlio di un magazziniere più di noi illustri scienziati? Vai a salutare tuo padre, poi torna pure a casa.

Psicologo: "Aspetta, io voglio dargli una possibilità. Prego caro, esponici la tua teoria". Tutti gli altri scienziati annuirono, così il ragazzo cominciò a spiegare.

Ragazzo: "Per me la scienza più interessante è l'amore: ha le sue leggi che regolano una relazione, alcune di queste sono rigide, altre più flessibili, altre ancora da scoprire. Può generare strane e bizzarre reazioni, a volte benefiche altre volte nocive, altre volte ancora inaspettate! E queste reazioni possono creare o distruggere. Possono salvare la vita di un uomo rinvigorendolo come nemmeno il vaccino più potente potrebbe fare, oppure distruggerla completamente, annientando le sue funzioni vitali come un terribile virus. A volte è si presenta come una funzione lineare, altre volte sono in gioco tante di quelle variabili... altre volte ancora è totalmente randomico, impossibile quindi stabilirne un'espressione. Ed impossibile cercare di capirlo completamente ed a fondo. Quando colpisce l'amore, non c'è ragione che tenga, tutti i concetti che abbiamo imparato negli anni spariscono e c'è posto solo per la passione o il dolore. Ed infine... l'amore è uno spettacolo unico, sempre da scoprire. Ad ogni scoperta, una piccola meraviglia. E tutte queste piccole meraviglie vanno a formare il nostro personale universo, dentro ognuno di noi. Quando siamo soli, non lo siamo mai del tutto: intorno a noi c'è sempre questo piccolo universo, nostro e solamente nostro, che con la sua spirale di emozioni non ci abbandona mai. E come dei pianeti, noi giriamo su noi stessi, convinti di essere soli, quando invece siamo circondati. Finché non arriva quel satellite o noi diventiamo il satellite di qualcun altro. Questa per me è la scienza più interessante: una scienza che racchiude le altre ma che è impossibile capire a fondo."

I ricercatori guardarono sbigottiti il ragazzo, incapaci di proferire parola. Ad un tratto il fisico cominciò a battere le mani. Lo seguirono lo psicologo, l'astronomo ed il matematico. Infine era la volta del chimico e del medico. Tutto il gruppetto si era lanciato in un applauso esagerato verso quel semplice, ma allo stesso tempo geniale ragazzo.

lunedì 20 maggio 2013

Credi nel lieto fine? (Ask.fm)


"...e vissero per sempre felici e contenti!"
"Ma papà, tutte le favole che mi leggi finiscono sempre con questa frase... perché?"
"È il lieto fine piccola Eva. Tutti hanno un lieto fine"
"Anche io quando sarò grande sposerò un bel principe e vivremo insieme felici e contenti?"
"Certamente piccola mia! Il tuo sarà un bellissimo lieto fine, ne sono sicuro. Ora dormi che è tardi"
"Buona notte papà, ti voglio bene *smack* "
"Buona notte angelo mio *smack* "

Eva era una bambina di 7 anni che viveva insieme al padre in un povero quartiere di Londra. La madre di Eva era morta durante il parto e loro due vivevano da soli ed in povertà (il padre con il lavoro che faceva, riusciva giusto a provvedere al sostentamento di sua figlia), ma nonostante ciò entrambi erano felici. I soldi però erano appunto pochi, quindi Eva bighellonava tutto il giorno oppure faceva qualche lavoretto qua e la, aiutando così economicamente il padre. Essendo quello un quartiere povero, non vigeva la legge e le risse, i furti e gli omicidi erano all'ordine del giorno. Eva quindi crebbe in un ambiente ostile ed imparò ad auto difendersi: combattimento corpo a corpo, con armi bianche e perfino con quelle da fuoco.
Gli anni passarono, Eva si faceva sempre più grande. Il suo 18esimo compleanno era oramai prossimo ed il padre stava risparmiando da tempo dei soldi per comprarle un vestito elegante. Però, da poco tempo era apparsa la mafia cinese in quel quartiere. Il loro capo, un certo Ching, voleva avere il controllo assoluto del quartiere, quindi andava in giro per le abitazioni ed i negozi a chiedere il pizzo. E chi non pagava, se la vedeva male. Molto male.

Il giorno prima del 18esimo compleanno di Eva.
"Papà io vado a fare la spesa, non ci metterò molto, tu aspettami che poi andiamo al cantiere insieme per il turno notturno!"
"Sì Eva, non preoccuparti, io ti aspetto qui"
Dopo pochi minuti bussarono alla porta. L'uomo si precipitò ad aprire: "Eva tesoro, ti sei dimenticat... e voi chi sareste?". Due uomini vestiti di nero e dai tratti orientali si stagliavano oltre la soglia. "Tu devi pagale il pizzo a Don Ching, altlimenti noi fale a te molto male!".
"Ma io non ho soldi, se pago voi a me poi non rimarrà più nulla"
"Non essele ploblema nostlo. O paghi o te la vedlai con noi".
Purtroppo l'uomo non poté pagare e venne picchiato a sangue.
"Lipasselemo, falesti meglio a tlovale i soldi pel Don Ching". Detto questo i due se ne andarono.

Quando Eva tornò, trovò la porta aperta. Si precipitò all'interno della sua abitazione e trovò il padre pieno di ferite e sangue. Aveva in mano un biglietto.
"PAPA'! RISPONDIMI, COS'È SUCCESSO, PAPA'!"
L'uomo oramai era morto. Eva, dopo essersi ripresa, prese la lettera e la lesse.

"Cara Eva, purtroppo gli uomini di Ching sono arrivati anche da noi. Non avevo i soldi per pagarli, così mi hanno picchiato. Purtroppo non sono mai stato forte di costituzione e sento che sto morendo, quindi ti scrivo quest'ultima lettera. Ho messo dei soldi da parte, sono sotto al divano. Volevo usarli per comprarti un bel vestito elegante per il tuo 18esimo compleanno, così da poter contribuire al realizzarsi del tuo 'lieto fine'. Utilizza quei soldi per scappare da questa città e farti una nuova vita altrove. So che riuscirai a realizzare il tuo lieto fine. Non ti arrendere e non perdere MAI la speranza. Spero di essere stato un buon padre nonostante tutto. Vai piccola mia e buona fortuna.

Il tuo papà"

Eva non aveva nemmeno più la forza di piangere. Prese i soldi ed andò al mercato nero per comprare: una spada, un fucile semi-automatico e dell'esplosivo. Si diresse quindi verso la base di Ching. Eliminò tutte le guardie che le si paravano davanti, fino ad arrivare all'ufficio di Ching, residente all'ultimo piano.

"E tu chi salesti?"
"I tuoi scagnozzi hanno ucciso mio padre!"
"Non ha pagato pizzo? Beh, non è un mio ploblema se non liesce ad incassale qualche colpo. Mi dispiace pel te, ma tutti devono pagale"
"Hai ragione, tutti devono pagare. Ora tocca a te"
Eva si scaglio contro Don Ching e gli puntò la spada alla fronte.
"F-felma, cosa cledi di fale? Ho dato l'allalme, sei platicamente spacciata! Se pelò mi lascelai andale, potlai salvalti. Perlché non te ne tolni a casa?"
"Quale casa? Una casa vuota, una casa senza nessuno che ti aspetti, una casa buia. Dimmi Don Ching, tu credi nel lieto fine?"
"Eh? Ti semblano domande da fale?"
"RISPONDI! CREDI NEL LIETO FINE?"
"NO CHE NON CI CLEDO, NON SIAMO MICA IN FIABA!"
"È quello che volevo sentire". Detto questo, infilzò la lunga lama nella testa del cinese. Arrivarono gli uomini di Ching che, vedendo la scena, cominciarono a sparare. Eva fu ripetutamente colpita in ogni parte del corpo. Ma prima di morire, pensò: "..sei un bugiardo papà.. non esiste il lieto fine... ma ti ringrazio per avermi dato la speranza... la speranza per una vita migliore... Ora cenerentola cadrà e la scarpetta andrà in frantumi. E non ci sarà nessun principe azzurro disposto a raccoglierla e sistemarla"

Eva era a terra esanime, in una pozza di sangue.
Era oramai mezzanotte. Il Big Ben stava facendo gli usuali 12 rintocchi. Giunto al 12esimo, un'enorme esplosione distrusse la base di Ching e tutti quelli al suo interno.

sabato 18 maggio 2013

Come è concepito il romanticismo dall'uomo? (Ask.fm)


In un bar, quattro amici stavano allegramente bevendo qualcosa e chiacchierando del più e del meno. Ad un certo punto, uno degli amici esclamò: "Ragazzi, toglietemi una curiosità: voi come vi comportate con le vostre dolci metà? Qual è la vostra idea di romanticismo?". Uno dopo l'altro risposero:

"Ah io alla mia gli faccio assaggiare ogni notte l'uccello! Sentiste come le piace, è veramente una furia! A volte fa pure la preziosa dicendo che non vuole o cose così, ma io insisto e alla fine cede. Invece a volte non va a me e quindi mi metto a dormire. Quando capita lei vuole dormirmi abbracciata... vabbè glielo concedo, tranne d'estate che fa troppo caldo. Se non è romanticismo questo!"

"Io ho una storia a distanza, quindi la mia ragazza la vedo poco. Però cerco di sentirla quando posso e poi facciamo insieme tutte le cose che mi piacciono: giochiamo ai giochi online, vediamo gli anime insieme. Poi quando ci vediamo non usciamo quasi mai perché ci divertiamo troppo in casa. Siamo veramente due piccioncini romantici"

"Io alla mia faccio fare tutto quello che vuole, se però la cosa a me non interessa cerco di stare in disparte. Per esempio se lei vuole andare a fare shopping, io l'accompagno al centro commerciale e la faccio andare da sola, mentre io rimango ad aspettarla da qualche parte oppure me ne vado per conto mio. O se devo aiutarla a fare qualcosa, chiamo qualcuno che lo faccia al posto mio, alla fine l'importante è che la cosa si risolva. Poi le mando anche dei fiori e dei biglietti ogni tanto. Ma mai dal vivo che mi vergogno. Esaudire tutti i desideri della mia lei, questo per me è il romanticismo!"

Il ragazzo che aveva posto inizialmente la domanda, squadrò gli altri tre e poi rispose ad ognuno rispettivamente:

"Quello per te sarebbe romanticismo? Utilizzare la tua donna come fosse un oggetto per i tuoi porci comodi? E quella poverina che ci sta pure perché evidentemente ti ama alla follia. Ma non te ne accorgi? Quando tu vuoi lei ci sta, quando non vuoi lei si accontenta di dormire abbracciata al tuo fianco, senza dire nulla per non ferirti o farti arrabbiare. Lei si che ci tiene a te a tal punto da farsi sottomettere completamente. Complimenti.
E tu non sei da meno: hai mai chiesto alla tua ragazza se le cose che fate insieme piacciano anche a lei? Perché da quel che ho capito sono cose che piacciono a te, lei semplicemente per amore si adegua, ma magari sono cose che a lei non interessano. Hai mai provato ad interessarti alle cose che piacciono a lei? Hai mai provato a fare qualcosa che piacesse a lei senza sbuffare o lamentarti?
Stessa cosa a te: la tua ragazza vuole fare le cose che fa in tua compagnia. Non desidera un autista che l'accompagna ai posti e la va a riprendere, non desidera un segretario che gli manda la gente per riparare le cose. Lei vuole fare queste cose con te. Magari non risolvete il problema, ma almeno l'avete affrontato insieme!
Se questa è la vostra idea di romanticismo, siete stati miracolati ad aver trovato le vostre rispettive ragazze!"

Gli altri tre si guardarono con aria affranta, poi guardarono di nuovo il ragazzo e gli dissero: "Amico... hai ragione. Siamo stati degli stupidi egoisti nel trattare così le nostre ragazze. Grazie per averci aperto gli occhi. Pensiamo che la tua ragazza sia veramente fortunata ad avere un romanticone come te al suo fianco"


"Io non ce l'ho la ragazza"

venerdì 17 maggio 2013

Life is like a melody

Questa è una nota che ho fatto su facebook tempo fa, vorrei riproporla anche qui



E boh, sarà che ho lavorato troppo e non sono perfettamente lucido, ma m'è venuto in mente questo pensiero filosofeggiante sentendo questa canzone http://www.youtube.com/watch?v=4YriByfkn8w (più che per la canzone in se, per il titolo) e mi andava di condividerlo (tanto non fregherà una mazza a nessuno, giusto un +1 allo scrolling del vostro mouse).

Life is like a melody. La vita è come una melodia. Effettivamente sì, potremmo intendere la vita come fosse una melodia: noi siamo i compositori e noi decidiamo come farla andare. Possiamo deciderne l'andatura in modo da avere una vita tutta di corsa, piena di impegni o una più tranquilla e rilassata, possiamo usare accordi minori o note basse per indicare uno stile di vita cupo, triste o introverso, oppure degli accordi maggiori o note alte per indicarne uno diametralmente opposto (vivo, solare, estroverso) o ancora combinare il tutto a seconda dello stato d'umore attuale. Inoltre, cosa più importante, come compositori possiamo decidere quali strumenti adottare. Ciò si ripercuote sulla nostra personalità: squillanti come trombe, intriganti come violini, eleganti come un pianoforte, semplici come un triangolo, chiassosi come una batteria e via discorrendo. Non solo, un compositore può anche scegliere altri strumenti, per rendere la melodia più bella ed interessante! E questo si traduce nelle relazioni interpersonali. Potremmo incontrare occasionalmente delle persone che colorino un po' la nostra melodia per un breve lasso di tempo, sia in negativo che in positivo e questi sono gli amici o i conoscenti. Poi ci sono quegli strumenti che invece li ritrovi a più riprese all'interno del brano, che a volte si fanno sentire con più foga, altre invece sono più silenziosi, che ti accompagnano durante la tua esecuzione o che invece creano casino tutti insieme. Questi sono gli amici stretti, quelli veri, quelli che non vorresti mai perdere e che coloreranno sempre la tua melodia. E poi c'è quello strumento speciale che ti accompagnerà sempre, che se inizi una scala minore, con un paio di note ti cambia la tonalità e te la mette in maggiore, quello strumento che non sovrasta gli altri, ma che riesce comunque a far distinguere la sua melodia. Lo strumento ideale per un duetto.

Ma in ogni melodia, può capitare che ci sia un cambio drastico e che alcuni strumenti possano venir messi da parte, a volte per una parte del brano, altre volte per sempre. Ed anche se triste, bisogna comunque continuare la nostra melodia, fino all'ultima nota, fino all'ultimo accordo, fino alla doppia stanghetta che indica la fine del brano. Un brano unico, un unico brano. Il NOSTRO unico brano.

















E se invece noi fossimo dei semplici esecutori?

Vorresti essere una persona famosa? (Ask.fm)

"Da quando hai vinto quel maledetto oscar non sei più lo stesso: trascuri la tua famiglia, trascuri i tuoi figli, trascuri me. Perché sei cambiato così?"

"Tu non puoi capire, non hai il successo che ho io. Sono sulla cresta dell'onda, tutti mi amano, tutti mi vogliono, non ho tempo per la famiglia o sciocchezze simili"

"Così noi saremmo una sciocchezza? Bene, io ed i nostri figli andremo a stare da mia madre per un po'. Goditi pure tutta questa fama in completa solitudine!"

"Andate pure, tanto non sono solo. Ho questa mega villa, la mia servitù e, soprattutto, ho i miei numerosissimi fan! Chi ha bisogno di un peso come voi? AHAHAHAH!"



Un giorno, a notte fonda mentre passeggiava per una strada poco illuminata, la nostra stella del cinema incontrò una mendicante.

"La prego signore, mi dia una moneta"

"Mi dispiace ma non ho soldi"

"Ma guarda che razza di bugiardo, una stella del cinema che non ha soldi..."

"Quindi la mia fama è arrivata anche nei bassifondi! Oh oh bene bene. Beh signora, visto che lei sembra conoscermi, le darò una moneta. Contenta?"

"Perché sei in giro a quest'ora?" chiese la mendicante.

"Beh, perché avevo voglia di uscire e di svagarmi!"

"Non puoi svagarti a casa o con la tua famiglia?"

"La mia famiglia... e chi ha bisogno di quelli. Io sto benissimo così! Ho tutto quello che posso desiderare: soldi, fama, donne, amici. Sono l'uomo più felice del mondo!"

"E non credi che questa sia tutta un'illusione? Le donne vengono con te solo per soldi, gli amici sono dalla tua parte solo per ricevere dei favori. Perfino i tuoi fan, perché dovrebbero volerti bene? Cosa hai fatto tu per loro di concreto? In realtà tutti ti invidiano, tutti vorrebbero essere al tuo posto e potrebbero farti fuori se solo ne avessero l'occasione. Tu hai rinunciato al dono più grande di tutti: la famiglia. Hai rinunciato a questo dono per intraprendere una strada che ti porterà all'oblio. Pensaci, la fama non sarà eterna, una volta finita cosa farai?"

"Stai zitta vecchia, cominci a seccarmi. Non ti darò più la moneta che ti avevo promesso"

"Oh ma io non voglio una sudicia moneta, io voglio tutto il malloppo"

Dopo queste parole, la mendicante estrasse una pistola e fece fuoco. Prese il portafoglio dal cadavere dell'uomo e se ne andò via bisbigliando:"Se fossi rimasto con la tua famiglia, tutto questo non sarebbe accaduto"

Tu pensi che tutto accada per una ragione? (Ask.fm)

"Guarda come corro papà!"
*SBANG*
"AIIIAAAAAAA IL GINOCCHIO CHE DOLOREEE"
"Vai ad aiutare tuo figlio che è caduto" disse una giovane donna al marito.
"Figliolo basta piangere, non è successo niente". Il padre cercava di consolare il suo piccolo figlio dopo una caduta.
"Sì... ma fa male...."
"Vedi figliolo, tutto accade per una ragione. Questo è stato un insegnamento, la prossima volta starai più attento ed eviterai così di farti male"

"Ma papà devo proprio andare dal dentista?"
"Hai una brutta carie e bisogna toglierla. Ma non disperare, tutto accade per una ragione: così imparerai a curare di più i tuoi denti!"

"Ho preso un brutto voto alla verifica di matematica"
"Tutto accade per una ragione, la prossima volta ti impegnerai di più e vedrai che andrà meglio!"

"Mi son proprio preso un brutto raffreddore"
"Tutto accad..."
"Lo so, accade per una ragione. Così imparo ad andare in giro a maniche corte d'inverno"
"Bravo figliolo!"

"Papà... la mia ragazza mi ha lasciato... Siamo stati insieme per tutti gli anni del liceo, ed ora che era il momento di affrontare la vita universitaria, ecco che mi lascia, dice di non amarmi più, che la nostra storia è ormai finita... non so se riuscirò ad andare avanti."
"Figlio non demoralizzarti. Tutto accade per una ragione. Se è accaduto ciò, significa che non era la ragazza giusta per te. Fatti forza, rialzati in piedi e continua per la tua strada, prima o poi arriverà la ragazza giusta per te"

"Uffa papà, perché deve piovere nel giorno del mio matrimonio? E guarda che casino di traffico, non si riesce a proseguire! Speriamo di non arrivare tardi."
"Tutto accade per una ragione: se fossimo arrivati in orario avremmo dovuto aspettare non sai quanto, invece così aspetteremo solo qualche minuto. E poi, sposa bagnata sposa fortunata!"

"Papà perché la mamma si è ammalata?"
"Beh figlio mio, tutto accade per una ragione.. probabilmente perché così ci siamo potuti riunire. Dopo che ti sei sposato e vi siete trasferiti, oramai vederci era diventata un'impresa. Vedrai che la mamma guarirà presto, non ti preoccupare"

"Avevi detto che sarebbe guarita..... che sarebbe andato tutto bene... Ora dimmi papà, se tutto accade per una ragione, perché è accaduto ciò? Dimmelo papà! Dimmelo qui, davanti alla tomba di mamma!"
L'uomo non disse nulla ed il figlio se ne andò pieno di rabbia. L'uomo si chinò sulla tomba e, versando copiose lacrime, sussurrò: "tutto accade per una ragione... vorrei tanto sapere quale sia allora..."

martedì 14 maggio 2013

Qual è l'animale più pericoloso? (Ask.fm)

"Papà, qual è l'animale più pericoloso?"

"Beh figliolo, per rispondere a questo dobbiamo partire dal basso. Prendiamo ad esempio le formiche: insaziabili lavoratrici che vivono in colonie formate da centinaia e centinaia di loro. Però il formichiere è più forte e se le mangia tutte!"
"Quindi il formichiere è l'animale più pericoloso?"
"Oh, no di certo figliolo. Il formichiere potrà anche sopraffare le formiche, ma con quella boccuccia non rappresenta un pericolo. Ecco perché gli avvoltoi riescono a farlo fuori senza problemi."
"Ho capito, bisogna stare attenti agli avvoltoi quindi"
"No figliolo. Appena gli avvoltoi sono a terra a mangiare il formichiere, ecco che la iena ne approfitta e li divora"
"Le iene mi mettono i brividi.... non mi stupirei se fossero loro gli animali più pericolosi."
"Ma non sono nemmeno le iene. Perché peccano di superbia e vogliono mangiare anche prede non alla
loro altezza. Come lo gnu che con una cornata può mandarle ko."
"Ma gli gnu non sono animali erbivori? Come fanno ad essere pericolosi?"
"Figliolo non significa che se non mangiano quelli come noi allora non siano pericolosi. Loro si sentono sicuri di se per via della loro forza. Fortuna che sono dei fifoni e si spaventano per niente"
"Quindi c'è un animale più forte di loro?"
"Certamente! Il ghepardo grazie alla sua velocità sai quanti se ne mangia di gnu!"
"Allora l'animale più forte è il..."
"IL LEONE FIGLIO MIO! Siamo noi gli animali più forti ed intelligenti. Tutti ci temono, nessuno ci può contrastare e quindi possiamo fare quello che vogliamo! AHAHAHAHAH"
*BANG*
"P..papà? Che hai? Perché sei caduto a terra? Papà... rispondimi... papà... PAPA'!"
"L'ho preso Carl! Che bell'esemplare tra l'altro. Dovrebbe essere il re della savana... tsk. L'uomo è il più forte, riesce a sconfiggere anche il re nel suo impero, AHAHAHAHAH. Oh, ma aveva anche un cucciolo... beh, mi dispiace piccolo, ma siamo noi i più forti"
*BANG*
L'animale più pericoloso è quello che si crede superiore agli altri.

lunedì 13 maggio 2013

Che cos'è "L'Intelligenza"? (Ask.fm)


C'era una volta un piccolo gattino randagio di nome Ray. Essendo un gatto non faceva altro che andare in giro per la città in cui viveva, mangiare le cose che trovava nella spazzatura o che gli venivano offerte dagli uomini e dormire il più a lungo possibile. A lui non dispiaceva quella vita, anche se sentiva che tutto ciò non gli bastasse. Osservando gli umani, pensò che dovesse essere bello fare le cose che facevano loro.
Un giorno, mentre stava rovistando tra i rifiuti in cerca di cibo, notò un piccolo insetto: era una mantide religiosa che lo osservava da lontano. "Finalmente del cibo!" pensò Ray. Si preparava ad un balzo felino per agguantare la preda, quando ad un tratto la mantide parlò: "preferisci mangiarmi o starmi a sentire?". Ray interruppe l'attacco e si avvicinò lentamente alla mantide. Non aveva capito cosa avesse detto visto che non comprendeva il linguaggio umano. "Ah già, sei solo uno stupido gatto. Vediamo se ora riesci a capirmi!", con uno sfregamento di zampe, la mantide fece apparire un lampo che colpì Ray in faccia.
"Che cosa mi hai fatto?.... ma aspetta un attimo... so parlare! Io sto parlando!". Ray non credeva a ciò che gli stava accadendo.
"Certo che parli, ti ho donato l'intelletto umano. Allora, cosa ne pensi?", replicò la mantide.
"Penso che sia una cosa bellissima! Ora potrò fare tutte le cose che fanno gli umani... ovviamente ai limiti delle mie possibilità. Che bello, non vedo l'ora!" disse entusiasta Ray.
"Bene.. allora passerò tra una settimana, vediamo se sei ancora della stessa opinione". Detto questo, la mantide sparì.
Ray cominciò la sua vita da "intellettuale": si godeva al musica, cercava cibo più raffinato, seguiva delle lezioni, imparando sempre più cose, si trovò una micetta per stabilire una relazione e mettere su famiglia... insomma sembrava andare tutto bene. Però la vita non era così facile come lui credeva fosse: per rimediare del cibo decente doveva impegnarsi, i gatti randagi non erano ben accetti nelle cucine. Una volta provò a parlare con un umano e per tutta risposta stava quasi per lasciarci le zampe! "Perché gli umani devono accanirsi con chi è diverso da loro?". Ma non solo con chi è diverso da loro, anche con se stessi. Guardando il TG o leggendo i giornali per strada infatti aveva appreso come l'uomo fosse una creatura orribile che massacra i suoi simili anche per delle sciocchezze. Ed ovviamente massacra chiunque sia più debole di lui, per puro sport o divertimento. "Non posso credere che lo stesso essere che ha dato vita all'arte, alla musica ed a tante altre belle cose, sia una creatura così orribile....". Decise quindi di andare dalla sua micetta e trasferirsi altrove... la gatta però era in calore e la trovò mentre si accoppiava con un altro gatto. "Rosy! Come hai potuto farmi questo! Io credevo nella nostra storia!"
"Guarda che facevi le stesse cose anche tu prima di diventare intelligente... o te ne sei dimenticato?"
Ray si girò e vide la mantide parlante che lo fissava.
"È passata una settimana, allora che mi dici? È ancora un bene possedere l'intelligenza?", chiese la mantide.
Ray aveva la testa china e stette zitto per un po'... quando alla fine disse:"L'intelligenza è un grande dono che può portare a tante di quelle belle cose. Però è anche una maledizione se non si è capaci di utilizzarla. Io personalmente non riesco a gestirla. Credevo di potercela fare, ed invece no, è troppo per me. Sono stati più i dolori che le gioie durante questa settimana quindi ti chiedo... fammi tornare come prima."
"La prossima volta caro Ray, non essere superficiale. Ragiona sulle cose prima di dare giudizi affrettati."
*zack*
La stessa luce colpì Ray in volto, era tornato il solito gatto di sempre. Si rivolse verso la mantide, chinò la testa come per ringraziarla e se ne andò.
"Peccato che la prossima volta non avrai un intelletto per poter ragionare... affidati all'istinto che ti ha guidato fino ad ora."
E così la mantide sparì di nuovo, questa volta per sempre.