giovedì 17 gennaio 2013

Capitolo 1 - Il Regno di Kotor


CAPITOLO 1
IL REGNO DI KOTOR

«Uff, si ricomincia a lavorare… io però volevo rimanere a *yawn* dormire»

«E muoviti che siamo già in ritardo, poi il re Zelos ci rimprovererà di nuovo»

“Salve a tutti! Il mio nome è Isaac e sono un Paladino al servizio di re Zelos. Qui nel regno di Kotor oramai viviamo in un periodo di pace tra le nazioni confinanti, quindi vi chiederete come mai tutta questa fretta di lavorare. Beh, purtroppo l’isola di Tahalakas, patria dei demoni, è tornata all’attivo. Il re demoniaco Jikininki per soddisfare la sua enorme fame, sta inviando truppe su truppe per rapire quanti più esseri umani possibili. Sono oramai 6 mesi che combattiamo contro demoni, orchi, elfi oscuri ed ogni sorta di mostro e mostriciattolo conosciuto sulla faccia della Terra! Due giorni fa abbiamo perfino fatto fuori un autentico drago! Beh… non era poi così grosso… però stava incendiando tutti i raccolti, bisognava fermarlo! E così il re Zelos ci ha premiato, dandoci due giorni di riposo ed una promozione. Io infatti da Soldato d’Elite, sono diventato un Paladino!”

«VUOI DARTI UNA MOSSA!»

“Ah già… la ragazza che sta sbraitando come una pazza è una mia carissima amica. Si chiama Marina, è molto giovane ma ha comunque molto talento! Quando l’ho conosciuta era soltanto un’apprendista maga che si stava specializzando nelle arti evocative, ora invece è un’evocatrice coi fiocchi! È anche grazie a lei che abbiamo sconfitto il drago. Però al contrario mio, lei non ha voluto i giorni di riposo… è proprio una stacanovista”

«Ecco, sono pronto», disse Isaac.

«Sì e se la testa non fosse attaccata alle spalle ti scorderesti anche quella… NON POSSO SEMPRE RICORDARTI DI PRENDERE L’ELMO!», tuonò Marina.

«Hai.. hai ragione, scusami…», rispose debolmente Isaac. “Quando fa così mi fa seriamente paura…. ma le voglio un bene dell’anima”

«Ed ora incamminiamoci, abbiamo perso fin troppo tempo!», tuonò nuovamente Marina.

«Ma.. ho l’armatura, è pesante! E poi siamo in ritardo… non è che potresti chiamare Roc? Dai, solo per questa volta, è giusto per non fare tardi dopo i giorni di permesso. Non vorrei che il re pensasse che sia diventato uno scansafatiche e quindi mi togliesse la promozione», supplicò Isaac.

«Isaac… che devo fare con te? Ti ho già detto che non posso usare la mia magia evocativa per scopi personali e per di più futili!», replicò seccata Marina.

«Ma sarebbe solo per questa volta! Ti prego, ti prego, ti prego, ti prego, ti prego, ti prego, ti prego, ti prego, ti prego, ti prego», continuò a supplicare Isaac.

«Va bene, va bene, basta che la smetti! Uff… spero di non venire ripresa dal mio maestro.», Marina aprì un libro e cominciò a recitare: «Con il tuo manto bianco come la neve, la tua potenza per sovrastare le intemperie ed il tuo coraggio a guidarci impavido, io ti evoco possente Roc!»

Dopo aver pronunciato quelle parole, un simbolo magico comparve al suolo di fronte a lei seguito da una forte luce e da un rombo di tuono. Ecco che davanti a loro si ergeva fiero e solenne un grosso uccello dalle piume bianche. Il suo nome era Roc. Era grande come due elefanti ed aveva un’apertura alare di 16 metri. A guardarlo incuteva senz’altro timore.

«Ecco, sarai contento ora. Scusami Roc, non volevo disturbarti, è che Isaac è pesac..»

«MA ANDIAMO NON VORREMO FARE TARDI!», Isaac interruppe bruscamente Marina.

I due salirono su Roc che si levò in volo ad altissima velocità. Isaac non era mai salito sopra Roc, il rinculo dato dalla partenza della bestia lo stava per disarcionare.

«Beh.. tutto sommato non hai avuto una cattiva idea», disse Marina, «da quassù lo spettacolo è bellissimo!»

“Marina aveva ragione, si poteva vedere tutto il regno di Kotor. Beh… quasi. Kotor si trova su di un’isola abbastanza grande, poterlo vedere tutto dall’alto è impensabile. Però si riesce a scrutare il feudo imperiale, Khotim: un enorme feudo in cui la gente vive in armonia e tranquillità. Nel punto più alto si trova il palazzo imperiale, motivo di vanto per il nostro sovrano. Dice di averlo costruito da solo, mattone dopo mattone. Io penso che sia solo una storiella per fare il figo. La città poi, è veramente tranquilla e vivibile, suddivisa in zona commerciale, zona industriale e zona abitabile. Infatti mi domando come mai mi ostino ancora a vivere fuori città…”

Isaac alzò lo sguardo verso Marina

“… ora ricordo il perché *sigh* ”

I due vennero lasciati all’ingresso della città, visto che Roc, essendo troppo grande, avrebbe causato certamente dei problemi.

Dopo aver pronunciato “Io rompo il sigillo, i tuoi servigi sono stati esemplari”, Marina entrò in fretta e furia in città, seguita da Isaac. C’era un bel po’ di movimento, i due riuscivano a fatica a muoversi in mezzo alla folla.

«Visto? Ora per colpa tua siamo bloccati qui, in mezzo alla gente. Sai che la mattina è sempre problematico andarsene in giro, la gente va a far spesa o a lavorare…. ECCO PERCHÉ VENGO OGNI MATTINA A SVEGLIARTI PRESTO!», sbraitò Marina.

“A malincuore devo darle ragione… ma stavo facendo un sogno così bello, non potevo svegliarmi”, pensò Isaac.

Finalmente i due arrivarono al castello. Una guardia aprì loro il cancello e gli fece segno di sbrigarsi. Tutti sapevano che il re Zelos non era una persona che amava aspettare.

«Facciamoci subito ricevere, avrà sicuramente delle missioni importanti da assegnarci», disse frettolosamente Marina. Isaac annuì e la seguì verso la sala del trono. Il castello di Khotim era davvero lussuoso, con muratura in marmo, candelabri in oro, lampadari lussuosi, tende di velluto, tavoli in mogano, tappeti e perfino delle fontane. Il re Zelos non voleva proprio farsi mancare nulla!

Arrivati alla sala del trono, i due trovarono altre persone ad attenderli, oltre a re Zelos ed alla regina Seles. Tra queste figuravano vecchie conoscenze di Isaac e Marina: Cagliostro, l’alchimista di corte, e Cesco, il chierico della parrocchia del castello. Le altre persone erano: una donna, un anziano signore ed una bambina. Né Marina né Isaac avevano mai visto quelle persone in giro per la città o per l’isola. Nemmeno in campagna dove bene o male si conoscevano un po’ tutti. Dovevano per forza provenire da fuori.

Re Zelos ruppe quel silenzio imbarazzante: «Finalmente siete arrivati… sapete quanto ci avete fatto aspettare?»

«Ci dispiace», dissero all’unisono i due.

«E per di più Marina, hai usato un’evocazione per i tuoi scopi personali… questo non farà piacere al maestro Maxwell» continuò re Zelos.

Marina diede uno sguardo pieno di odio e risentimento al povero Isaac.

«Ahahah, dai stavo scherzando! Non prendertela con il povero Isaac!»

I due assunsero un’espressione perplessa.

«Non ha intenzione di punirci o rimproverarci?», chiese sorpreso Isaac.

«La situazione non è delle migliori ragazzi, non c’è tempo per punizioni o rimproveri», re Zelos divenne improvvisamente serio, «sedetevi, vi spiegherò chi sono queste persone e la situazione nel dettaglio»

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