giovedì 22 agosto 2013

Burn baby burn, till the end

Questa storia è una fanfic basata sul videogioco "Little Inferno"

BURN BABY BURN, TILL THE END

Mike è un tenero ragazzo di 13 anni che vive con i suoi genitori in una piccola città del nord America. Tranquillo, intelligente, gentile, diligente… l’orgoglio di mamma e papà. Non ha caratteristiche fisiche o doti particolari, ma è comunque circondato da amici che gli vogliono bene ed una fidanzatina che lo ama. Le giornate in quella cittadina passano facendo sempre le stesse cose, ma tutto sommato la vita è piacevole e lui è felice. Tranne nel periodo invernale…. Quando arriva l’inverno, la temperatura si abbassa inesorabilmente, rendendo difficile vivere: le strade ed i vetri si ghiacciano rendendo difficile lo spostamento con i mezzi, l’acqua fatica a scorrere nelle tubature, tormente di neve causano incidenti alle abitazioni o alla linea elettrica/telefonica della città, molte persone rischiano l’assideramento, specialmente anziani e bambini, il cibo scarseggia e le fabbriche lavorano a rilento. Un periodo chiamato “Little Inferno” dalla gente del luogo. La situazione peggiorava di anno in anno, dovevano quindi correre ai ripari. Le menti più brillanti della città si riunirono e decisero di fondare una fabbrica, la “Little Inferno Corporation”, finanziata interamente dai cittadini. Essa aveva il compito di trovare una soluzione all'eccessivo freddo che puntualmente ogni inverno colpiva la città. Furono creati progetti, fatti esperimenti, creati prototipi. Per mesi e mesi la fabbrica ha lavorato a pieno regime, specialmente nel periodo estivo, periodo che preannunciava l’arrivo del “Little Inferno”. Finalmente i numerosi sforzi furono ripagati ed il prodotto venne realizzato: la “Fornace Little Inferno” era finalmente realtà. Ma in cosa consisteva? Semplice: una piccola fornace dove inserire dei materiali e vederli prendere fuoco grazie ad una piccola fiammella sempre presente all'interno della fornace stessa. Il materiale inserito (che può essere di qualsiasi entità, dal ferro all'oro alla seta fino a materiale biologico) prende rapidamente fuoco ed il calore sprigionato viene contenuto nella fornace, generando così riscaldamento autonomo per tutta la casa! Per fare un esempio: una banalissima mela può generare riscaldamento sufficiente per dieci minuti. Nemmeno i creatori di questa fornace conoscono i livelli di calore generati dalla combustione di tutti gli oggetti. La gente avrebbe dovuto sperimentare. Visti i copiosi investimenti forniti dalla popolazione, la Fornace Little Inferno fu concessa gratuitamente. In questo modo la cittadina era salva e poteva superare l’inverno senza troppe difficoltà.

«Finalmente è arrivato l’inverno!» disse Mike entusiasta.

«Come mai sei così agitato Mike?» chiese suo padre, comodamente seduto in poltrona e con una pipa in bocca, intento a leggere un giornale. Con il sorriso sulle labbra continuò: «È per via del nuovo ‘giocattolo’ che è andata a prendere la mamma?»

*DLIN DLON*

«ECCOLA È ARRIVATA!»

Mike corse verso la porta d’ingresso. Il padre piegò il giornale e lo poggiò sul tavolino del salone, aspirò una grossa boccata di fumo dalla sua pipa e si alzò, seguendo lentamente il figlio verso l’ingresso. Mike aprì la porta e vide sua madre con in mano una grossa scatola. La scritta riportava “Fornace Little Inferno: riscaldiamo la tua vita con divertimento!”. Sembrava più un gioco da tavolo che un sofisticato elettrodomestico di riscaldamento.

«Oh, finalmente è arrivata! Perché non mi aiuti a montarla Mike?» disse l’uomo rivolgendosi al figlio.

«Sììììììì!» rispose Mike entusiasta.

I due assemblarono ed installarono la fornace nel salone in modo che fungesse anche come elegante camino.

«Ora non ci resta che provarla…. ecco qui della carta», la madre porse a Mike dei fogli di carta.

«Ma…. mamma! Non è divertente così! Perché non proviamo con qualcosa di più resistente? Come.. come..»

«Come questo attizzatoio?», il padre tirò fuori da sotto al divano un attizzatoio in solido ferro.

«Caro, dove hai preso quell’attizzatoio?» chiese incuriosita la moglie.

«L’ho comprato alla fine di quest’estate, quando uscì il comunicato stampa dove vennero divulgati i dettagli della Fornace Little Inferno. Così possiamo testare le reali capacità della macchina». L’uomo porse l’attizzatoio a Mike che intanto aveva acceso la macchina. Al centro di essa vi era una piccola fiammella di un colore blu acceso. Il ragazzo avvicinò la punta dell’oggetto alla fiamma e…. dopo pochi secondi prese fuoco!

«È incredibile….» esclamò il padre di Mike.

«Sbalorditivo…» disse la madre.

Mike invece non disse nulla. Continuò ad osservare quel piccolo pezzo di metallo che pian piano prendeva fuoco.

«MIKE PRESTO! BUTTALO NELLA FORNACE!». Il padre gli urlò contro, ma il ragazzo era come ipnotizzato ed il fuoco stava raggiungendo il suo braccio. Con un movimento deciso allora, l’uomo tolse dalle mani del ragazzo l’attizzatoio e lo gettò nella fornace, osservando come il fuoco pian piano lo consumava, lasciando solamente della cenere.

«Che ti ha preso Mike? Stavi per ustionarti il braccio!» lo rimproverò l’uomo.

«Sc…scusa papà… mi sono distratto» disse mortificato il ragazzo.

«Devi stare più attento la prossima volta Mike» sentenziò sua madre.

«Sentite…. che… che…. CHE BEL TEPORE!» esclamò l’uomo sentendo che la temperatura stava lentamente aumentando in tutta la casa.

«Finalmente passeremo un inverno come si deve! Non dovremmo più coprirci con strati e strati di cappotti, non dovremmo più lottare per non morire congelati… mi sembra un sogno…» la donna cominciò a versare qualche lacrima di gioia.

Mike si mise seduto davanti alla fornace, osservando la piccola fiammella blu. La cenere venne raccolta automaticamente dalla macchina ed espulsa grazie ad un sistema di “scarico”. «Mamma… mi passeresti un foglio di carta per favore?» chiese il ragazzo a sua madre, ma senza distogliere lo sguardo dalla fornace. La madre gli passò i fogli che voleva dargli prima e lui, uno per uno, li mise nella fornace, vedendoli bruciare uno dopo l’altro. La vista delle fiamme… del consumarsi degli oggetti ed infine della cenere che si deposita alla base della fornace… quella scena a Mike piaceva. Piaceva veramente tanto! Ed ogni volta che la fornace scaricava la cenere, un alone di tristezza sovrastava il ragazzo. «Uff sono già finiti…. Mamma, hai dell’altra carta?» chiese Mike sempre senza distogliere lo sguardo.

«Mi dispiace tesoro, ma non ne ho più. Domani ne andrò a comprare ancora e.. »

«MA A ME SERVE ADESSO!», era la prima volta che Mike alzava la voce, per di più contro sua madre.

Il padre si avvicinò al ragazzo e lo rimproverò pesantemente, mandandolo a letto senza cena. Mike si scusò con la madre ed andò in camera sua con la testa chinata per il dispiacere.

«Caro, sei sicuro che sia una buona idea mandarlo a letto senza cena? L’inverno è praticamente arrivato e…»

«Non ti preoccupare, non fa ancora così freddo e poi abbiamo la Fornace Little Inferno! Per questa notte dovremmo avere riscaldamento a sufficienza. Domani dovremmo andare a far scorta di tutto ciò che potrebbe servirci: passeremo l’inverno a carbonizzare di tutto, ahah!»

Quella notte, Mike non riuscì a chiudere occhio. Nella sua testa vedeva sempre la stessa sequenza di immagini: gli oggetti che venivano messi sulla fiammella della fornace, gli stessi che prendevano fuoco, le fiamme che si sviluppavano per poi morire ed, infine, la cenere che si depositava sulla base della fornace. Quella sequenza lo accompagnò per tutta la notte, facendolo esaltare come non mai. Solitamente era un ragazzo tranquillo e niente era mai riuscito a farlo emozionare come quella piccola fornace. Doveva bruciare altra roba… doveva rivedere ancora quello spettacolo…. Ancora e ancora e ancora….

Giunse finalmente il mattino ed il primo freddo invernale si stava facendo sentire. Mike era riuscito infine ad addormentarsi, i suoi genitori quindi lo lasciarono dormire. Al loro rientro, il ragazzo trovò diversi scatoloni ammassati nello sgabuzzino.

«Ah finalmente ti sei svegliato! Hai visto quegli scatoloni?» domandò la madre vedendo Mike sopraggiungere nel salone.

«S.. sì… cosa sono?» chiese il ragazzo ancora intontito dal sonno.

«Quegli scatoloni contengono tutta la roba da bruciare durante questo inverno. Ce n’è veramente tantissima! Perché non ne utilizzi subito qualcuna? Sta cominciando a fare freddo» disse sorridendo il padre.

Mike non se lo fece ripetere due volte e si fiondò nello sgabuzzino. Negli scatoloni c’era ogni genere di cosa: dai giocattoli a degli attrezzi da lavoro, dalle stoffe a dei pezzi di metallo di vario genere e tipo, c’era perfino della spazzatura. “Direi di cominciare dai rifiuti” pensò Mike. Il ragazzo portò in salone uno scatolone contenente tutti rifiuti: pezzi di cibarie, vestiti logori, giocattoli rotti, elettrodomestici oramai consumati, barattoli vuoti ed unti, bottiglie di vetro e di plastica… insomma, un vero letamaio. Arrivato nel salone, Mike cominciò a buttare nella fornace tutto ciò che gli capitava di prendere dallo scatolone: prima prese una bottiglia di vetro, poi un orsacchiotto di peluche senza un braccio, poi ancora un paio di jeans. La fiamma era viva più che mai all'interno della fornace, illuminando l’ambiente circostante e generando calore in uno spettacolo magnifico. Le fiamme danzavano in maniera quasi ipnotica, proiettando inquietanti ombre per tutta la stanza. Improvvisamente Mike estrasse dallo scatolone una bottiglia di plastica che conteneva ancora del latte. Ma lui non se ne accorse e buttò l’oggetto nella fornace.

«MIKE CHE COSA FAI?! NON TI SEI ACCORTO CHE QUELLA BOTTIGLIA CONTENESSE ANCORA DEL LIQUIDO?» Il padre andò su tutte le furie: se la prima Fornace Little Inferno era gratuita, le successive, in caso di guasto della prima, dovevano essere regolarmente acquistate ed il costo era tutt'altro che irrisorio. Ma accadde qualcosa di strepitoso: il fuoco… stava bruciando il latte! Il liquido cominciò a bruciare lentamente… per poi divenire cenere.

«Co…com'è possibile tutto ciò? Cosa diavolo è quella fiammella?» si domandò l’uomo preoccupato.

«Caro, forse è un aggeggio pericoloso? Forse dovremmo riportarlo indietro?» la donna era ancora più preoccupata del marito.

«No… la fornace resta dov'è… è totalmente sicura… queste sono solamente delle misure di sicurezza nel caso qualcuno versi inavvertitamente del liquido nella fornace… va tutto bene….» Mike continuava a vedere il fuoco e a buttare roba nella fornace, quasi fosse ipnotizzato. Quando lo scatolone fosse completamente vuoto, buttò anch'esso nel fuoco.

«Mike…. va tutto bene figliolo?» chiese il padre al ragazzo.

«Sì papà… va tutto a meraviglia…»

L’uomo si avvicinò alla moglie e le sussurrò all'orecchio: «Io vado a chiedere spiegazioni alla ditta di fabbricazione di quei cosi… tu tieni d’occhio nostro figlio. Se fa qualcosa di strano, cerca di fermarlo». Detto ciò, l’uomo prese il suo pesantissimo cappotto ed uscì di casa. Mike si alzò e si diresse verso lo sgabuzzino.

«Dove stai andando tesoro?» chiese la madre preoccupata.

«Vado a prendere un altro scatolone mamma, per bruciare altra roba»

«N-non credi che possa bastare? Ne hai bruciata così tanta, abbiamo riscaldamento a sufficienza»

«No mamma, non è abbastanza. Bisogna bruciare ancora e ancora e ancora…»

Il ragazzo stava per dirigersi verso gli scatoloni, ma la madre lo prese per un braccio. Mike guardò la donna e poi la mano che aveva usato per fermarlo ed esclamò: «Bella quella fede mamma…. secondo te quanto tempo impiegherà per bruciare?»

«Che.. che cosa stai dicendo?»

Il ragazzo non rispose: afferrò la madre con entrambe le braccia e la trascinò verso la fornace. La donna cercò di liberarsi dimenandosi ed urlando, ma fu tutto inutile: Mike era incredibilmente più forte. Quando fu davanti alla fornace, anziché togliere la fede e buttarcela dentro, mise direttamente la mano della madre all'interno, la quale cominciò immediatamente a bruciare. L’urlo di dolore della donna risuonò in tutto l’appartamento. Alla vista del fuoco, Mike allentò la presa. La donna poté così ritirare il braccio, ma oramai la mano era coperta dalle fiamme. Provò a spegnerle ma senza successo. Alla fine le fiamme si spensero da sole, lasciando cadere della cenere sul pavimento. La donna era in preda al terrore: la perdita della mano destra l’aveva scioccata.

«Cosa dirà il papà vedendoti in quello stato? Non possiamo lasciarti così… e poi il fuoco che hai generato era così bello mamma….», Mike si avvicinò pericolosamente a sua madre.

Dopo un paio di ore, il padre del ragazzo tornò a casa e vide Mike davanti alla fornace intento a bruciare altra roba presa dai soliti scatoloni.

«Dov'è la mamma?» chiese l’uomo.

«È uscita, doveva fare delle commissioni»

«Le avevo detto di rimanere a casa a controllarti… che testarda. Noi due dobbiamo fare un discorsetto, appendo il cappotto e sono subito da te»

Mike continuava ad osservare il fuoco.

«Senti Mike, devo parlar… che ci fa qui una scarpa di tua madre?», l’uomo notò poco distante dalla fornace una delle scarpe indossate dalla moglie prima che lui uscisse di casa. C’era anche della cenere sparsa lì vicino. «Sai spiegarmi perché questa scarpa si trovi qui? E cos'è questa cenere?», l’uomo indicò l’oggetto sul pavimento.

«Ah ecco, si era salvato un pezzo», Mike prese la scarpa e la buttò nella fornace.

«Ma che stai facendo!? E dov'è la mamma!?» l’uomo si stava seriamente preoccupando.

Mike estrasse dallo scatolone una chiave inglese: «Vedi papà… la mamma non voleva che bruciassi altra roba… così… è diventata parte della roba da bruciare»

«Cos…», la chiave inglese colpì alla testa l’uomo che non riuscì ad evitarla: Mike fu così rapido da lasciarlo spiazzato.

«Ed ora anche tu farai parte di questo magnifico spettacolo, papà!». Il ragazzo cominciò a trascinare il corpo dell’uomo verso la fornace…

Passarono un paio di giorni. Mike passava tutto il tempo a bruciare cose nella fornace. Non aveva più alcun  contatto con nessuno: non aveva più un pc, altra vittima della fornace ed il cellulare lo teneva per la maggior parte del tempo spento, per non essere disturbato dagli amici e dalla ragazza che lo tartassavano di chiamate e messaggi. Aveva bruciato quasi tutti gli scatoloni e la roba della casa, restava solo uno scatolone di attrezzi ed i grandi mobili della casa: librerie, armadi, scaffali, mensole, letti… Con gli attrezzi dell’ultimo scatolone decise quindi di smontare tutti i mobili per farne “legna da ardere”. In un altro paio di giorni, tutti i mobili della casa divennero cenere così come gli attrezzi stessi. Era rimasto completamente solo, senza più roba da bruciare. L’ultima cosa che bruciò fu il suo cellulare…. Improvvisamente si sentì bussare alla porta. Mike trovò la forza per andare ad aprire: era la sua ragazza.

«Mike! Allora stai bene!» gli si buttò al collo e lo abbracciò con passione: «Perché non mi hai aperto subito? Ho suonato quattro o cinque volte al campanello»

«L’ho buttato, era rotto. Devo sostituirlo»

«Ed i tuoi dove sono?»

«Sono partiti per un viaggio, io son voluto rimanere qui»

«Come mai non rispondi ai miei messaggi? Alle mie mail?»

«Il pc è dal tecnico per un problema, mentre il cellulare mi è caduto e si è rotto». I due erano nel salone e Mike stava dando le spalle alla sua ragazza, non guardandola negli occhi.

«Mike… c’è forse qualche problema? Perché non mi guardi? Che cos’hai? Dimmelo avanti… posso aiutarti in qualche modo?»

Il ragazzo si girò di scatto e diede un fortissimo pugno in faccia alla ragazza che cadde rovinosamente a terra e perse i sensi.

«Certo che puoi aiutarmi amore… brucia di passione per me!». Pian piano Mike bruciò anche la sua ragazza.

«Oh mio dolce e magnifico fuoco… perché il tuo spettacolo dura sempre così poco? Non ho più nient’altro per poterti vedere… nient’altro… tranne….». Mike si guardò le mani e poi guardò la piccola fiammella blu. Pian piano avvicinò la sua mano verso la fiammella. Sentiva il calore crescere, ma non voleva ritirare la mano. Toccò la fiamma blu e… la sua mano cominciò a prendere fuoco. Mike gridò, ma non era un grido di dolore quanto di piacere. Ora anche lui faceva parte di quel meraviglio spettacolo. “Non ne faccio solamente parte…. IO SONO IL PROTAGONISTA!”, pensò. Si buttò nella fornace, venendo divorato tra le fiamme. Pochi secondi e tutto ciò che rimase fu un mucchio di cenere. Cosa che la Fornace Little Inferno provvide subito a “scaricare”.

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