giovedì 8 agosto 2013

L'Istituto Nashira - prologo



Hiroshi Tanaka, studente appena trasferitosi nell'illustre istituto Nashira. Quest'anno avrebbe frequentato l'ultimo anno del liceo e si sarebbe diplomato, riuscendo a realizzare il suo sogno di iscriversi all'università di Tokyo e di diventare un famoso magistrato. Hiroshi quel giorno si alzò di buon'ora, fece un'abbondante colazione, prese i suoi bagagli e salutò i suoi zii.

«Zio Isei, zia Ruriko, grazie per esservi presi cura di me in questi mesi. Intendo dopo l'accaduto....», Hiroshi si fece silenzioso.

«Non devi preoccuparti Hiroshi caro, è stato un vero piacere. Ora non pensarci e raggiungi pure l'istituto che sarà la tua nuova casa d'ora in avanti.... beh, almeno per quest'anno» disse cordialmente zia Ruriko.

«Sicuro che non ti serva un passaggio? Posso accompagnarti con la macchina fino all'istituto», zio Isei era sempre così premuroso.

«Non serve, ti ringrazio zio. Avete fatto abbastanza per me, è ora che tolga il disturbo e me la cavi da solo. Non appena mi diplomerò, tornerò a salutarvi, promesso!». Il ragazzo si chinò in segno di saluto e i due zii fecero lo stesso. Dopodiché si incamminò con un pesante zaino sulle spalle ed un trolley. Era abbastanza agitato per tutto quei cambiamenti. Si toccò la fronte: la benda era ancora ben salda. Nella sua mente tornarono vivi i ricordi dell'incidente e della sua permanenza in ospedale... Scosse la testa per allontanare quei ricordi dolorosi e si concentrò sul suo presente, sulla sua nuova avventura in questa nuova scuola: nuovi compagni, nuovi professori, nuove esperienze. "Spero che ci siano delle ragazze carine" pensò lui facendo dei pensieri sconci.

«Ecco l'istituto!» disse il ragazzo pieno di entusiasmo. L'ingresso era deserto. "Beh, visto che sono l'unico nuovo e che tutti gli altri già abitano all'interno dell'istituto, è normale che non ci sia nessuno all'ingresso". Hiroshi non sapeva a chi chiedere informazioni. Si stava guardando intorno, quando ecco spuntare un gruppo di studenti in tenuta da ginnastica intenti a correre nel cortile. Un uomo muscoloso li incitava a non battere la fiacca. Il ragazzo si avvicinò verso l'uomo e chiese informazioni: «Buongiorno, il mio nome è Hiroshi Tanaka e sono un nuovo studente dell'istituto Nashira. Potrebbe indicarmi dove si trova la presidenza?»

«Ah tu sei quello nuovo! Piacere di conoscerti, io sono Jin Mori, insegnante di educazione fisica» rispose l'uomo dall'alto della sua imponenza. Era molto alto e muscoloso, caso abbastanza raro per un giapponese. Aveva dei capelli corti a spazzola biondi, un sopracciglio spezzato e due grandi occhi verdi. Indossava una canottiera blu e dei pantaloncini corti neri che esaltavano la sua muscolatura I due continuarono a parlare e mentre Jin indicava come raggiungere la presidenza a Hiroshi, gli studenti smisero di correre per riprendere fiato. Un gruppetto di ragazzi cominciò a parlottare tra loro.

«Chi sarà quel tizio?»

«Magari è un nuovo studente»

«Secondo voi... cosa avrà fatto?»

«Mah, chi può dirlo... a me sembra un sempliciotto»

«E se fosse uno schizzato? O magari è autistico come te Iwao»

«SMETTILA DI DIRE CHE SONO AUTISTICO! SONO SOLO PIU' INTELLIGENTE DI VOI E BASTA!»

«Certo certo... comunque spero che sia nella nostra classe.... vorrei proprio vedere la reazione di Kojiro»

«Ci sarà sicuramente da ridere. E da ripulire dopo...»

«No, vi prego, state calmi! Oggi è il mio turno per le pulizie, non combinate macelli»

«Ben detto, sarà un vero e proprio macello!»

Hiroshi ringraziò con un piccolo inchino e si diresse verso l'ingresso. Incrociò con lo sguardo il gruppo di ragazzi che lo fissarono con indifferenza.

«HEY VOI! NON VI HO DETTO DI FERMARVI! CONTINUATE A CORRERE SE NON VOLETE PASSARE GUAI!» disse adirato l'insegnante.

Dopo la lezione di educazione fisica, i ragazzi tornarono in classe, 3° anno, sezione D. Ad attenderli c'era il preside con accanto il ragazzo di prima. Gli studenti rimasero inizialmente interdetti, poi si diressero verso i loro rispettivi posti a sedere.

«Ragazzi, da oggi avrete un nuovo compagno di classe! Il suo nome è Hiroshi Tanaka e frequenterà il nostro istituto. Siccome l'anno scolastico è iniziato già da una settimana, mi aspetto che sarete tutti gentili e disponibili nell'aiutarlo a mettersi in paro con il programma. Ora vi lascio che ho delle faccende importanti da sbrigare. Avete ancora 10 minuti prima della fine dell'ora, utilizzate questo tempo per conoscervi meglio. Li affido a lei, Mori-san, stia attento che non combinino guai. Sarebbe un peccato dover perdere subito un nuovo arrivato». Detto questo, il preside uscì dall'aula abbastanza di fretta.

"Chissà dove deve andare con tanta urgenza" pensò Hiroshi.

«Da dove vieni?» chiese un ragazzo.

«Vengo dall'Hokkaido»

«E che ci fai qui a Shimoda!? È praticamente dalla parte opposta!» disse un altro ragazzo.

«Un tempo vivevo con i miei... poi però abbiamo avuto un incidente e loro sono morti. Dopo alcuni mesi passati in ospedale, sono stato costretto a trasferirmi qui dai miei zii, gli unici parenti che mi sono rimasti»

«Sicuro che si sia trattato di un incidente?» disse sospettosa una ragazza.

«...che vuoi dire?» chiese indispettito Hiroshi.

«Voglio dire... che se sei qui, qualcosa devi aver pur fatto»

«Perché dovrei aver fatto qualcosa?», Hiroshi non riusciva a capire dove volesse arrivare quella ragazza.

«..19... 20... 21....diciannove..... venti.... ventuno.... DICIANNOVE, VENTI E VENTUNO! SIAMO IN VENTUNO! VENTUNO, CAPITE?! E TUTTO PER COLPA SUA» un ragazzo si alzò in piedi di scatto e puntò un dito contro Hiroshi.

«Ed ecco che Kojiro sbrocca... godiamoci pure lo spettacolo» disse una ragazza.

Il ragazzo di nome Kojiro scostò con violenza la sedia su cui era seduto e si avvicinò a rapido passo verso Hiroshi, con gli occhi pieni di rabbia. Con una mano gli afferrò il collo mentre l'altra l'agitava con il pugno chiuso: «ALLORA, LO SAI COSA HAI FATTO? CI HAI FATTO DIVENTARE UNA CLASSE DI VENTUNO PERSONE! PRIMA ERAVAMO IN VENTI, UN BELLISSIMO NUMERO. ORA SIAMO IN VENTUNO! TE NE DEVI ANDARE ED ALLA SVELTA SE NON VUOI FINIRE MALE! HAI CAPITO!??!»

«Ch...che diavolo stai... stai dicendo?». Hiroshi parlava a fatica.

«BASTA COSI', ADESSO SMETTILA!», il professore di educazione fisica separò i due ragazzi e Hiroshi poté così riprendere fiato.

«SE NON TE NE VAI IMMEDIATAMENTE, IO TI AMMAZZO, HAI CAPITO? TI AMMAZZO!!!» continuava ad urlare Kojiro.

«Adesso calmati Kojiro. La prossima sarà l'ora di storia ed avremmo Fujiwara sensei.... potrai sfogarti come e quanto vuoi». Un ragazzo dal fondo dell'aula riuscì a far calmare Kojiro.

«... già, hai ragione. Preparati novellino, oggi sarà il tuo primo ed ultimo giorno di scuola, te lo garantisco». Dopo aver puntato nuovamente il dito contro Hiroshi ed avergli lanciato un'occhiata minacciosa, Kojiro tornò a sedere al suo posto.

"Ma dove sono capitato? Che razza di posto è questo?!"

Nessun commento:

Posta un commento