«D-dove mi trovo? Che posto è questo?»
Colin si risvegliò in mezzo a dell'erbaccia, sul ciglio di una strada asfaltata. Il terreno era tutto fangoso a causa della pioggia che cadeva incessantemente. La luna illuminava debolmente l'ambiente circostante: oltre a quelle poche erbacce e a qualche cespuglio, non vi era traccia di vegetazione alcuna: nessun albero, nessun fiore, nessuna pianta. Dall'altra parte, invece, nemmeno l'ombra di una macchina. Completamente deserto. Colin si trovava spaesato e visibilmente impaurito.
"Perché sono qui? Come ci sono arrivato? E come faccio a tornare a casa?"
Improvvisamente nella testa del ragazzo cominciarono ad affiorare dei ricordi dolorosi: una ragazza, ulra, disperazione, pianti, allontanamento, rabbia, depressione, pasticche.....
"No, non voglio tornare a casa... non voglio. La mia vita oramai non ha più senso..."
Ecco che improvvisamente si udì un rumore in lontananza provenire dalla strada. Un paio di luci si stavano avvicinando velocemente. Pochi secondi dopo, un grande autobus grigio si fermò accanto al ragazzo, benché non ci fosse nessuna fermata nelle vicinanze. La destinazione recitava "NOWHERE". Colin scrutò l'autista: era alto e magro, molto magro. Poteva scorgerne l'eccessiva magrezza dai polsi cadaverici. Aveva la pelle di un bianco pallido, le guance infossate, lunghe occhiaie, pochi denti e gli occhi spenti. Sembrava uno scheletro senza vita. Colin era lì che lo fissava senza proferire parola, alché il conducente si girò verso di lui dicendo: «Ragazzo che fai: sali o no?». Quegli occhi spenti, senza vita, fecero titubare il ragazzo. Superata la paura iniziale però, Colin trovò la forza per domandare: «Dov'è diretto questo autobus?»
«Non sai leggere? Quest'autobus non è diretto da nessuna parte. Vuoi salire o no?»
Colin non era ancora del tutto convinto. Allungò lo sguardo per vedere se ci fosse qualcun altro su quell'autobus. Vide un signore di mezza età in piedi ed una signora seduta, intenta a piangere. Vedendo quindi altre persone, decise di salire. Una volta salito, le porte dietro di lui si richiusero e l'autobus ripartì per quella strada buia e desolata, mentre la pioggia non accennava a diminuire.
Una volta sopra il mezzo, il ragazzo poté notare che c'erano più di quelle due persone che aveva notato. In totale erano in 5: la signora che piange seduta, il signore di mezza età che sospira in piedi, una bambina per terra che gioca con una bambola di pezza senza un braccio ed una gamba, una giovane ragazza seduta, intenta a guardare fuori dal finestrino, ed infine un distinto uomo in giacca e cravatta, in piedi in fondo all'autobus.
«Un'altra anima senza uno scopo. Benvenuto!» esordì l'uomo in giacca e cravatta.
«Chi sei tu?» chiese Colin.
«Io sono il controllore di questo autobus. Sicuramente sarai perplesso e ti starai domandando 'ma dove sono capitato?', giusto?»
«Beh sì, qualche domanda me la sto facendo...»
«Ebbene, lascia che ti spieghi! Questo è un autobus che ospita passeggeri che non hanno più un motivo per vivere. Ognuno di loro ha una motivazione per la quale non trovano più la forza di vivere e quindi salgono a bordo, su quest'autobus senza una destinazione. Ovviamente sono liberi di scendere quando vogliono, ma nessuno ha mai trovato la forza necessaria per questo passo. E tu? Qual è il tuo problema? Perché hai perso la voglia di vivere?»
I ricordi dolorosi di prima si riproposero violentemente nella testa del ragazzo. «Non sono affari tuoi» tagliò corto Colin.
«Come vuoi.... beh, buona permanenza! Accomodati pure dove meglio credi»
Il ragazzo era curioso di sapere le storie dei vari passeggeri. Il primo da cui andò, fu il signore di mezza età. Era alto e magro, come se fosse malnutrito. Pochi capelli in testa e lunghe occhiaie sotto i suoi occhi castani. Indossava un completo elegante ed aveva una valigetta vicino alla sua gamba destra.
«Salve! Posso domandarle perché lei è qui?»
Il signore piegò lievemente la testa verso di lui e, prendendo un profondo respiro, cominciò a raccontare: «Mi chiamo Michael, sono un uomo d'affari. Ho una bellissima moglie e due figli stupendi di 4 e 9 anni. Ho una bella casa, una bella macchina, dei bei vestiti... o sarebbe meglio dire avevo. Pian piano la società che gestivo ha cominciato ad accumulare debiti su debiti. Per pagarli, ho dovuto vendere tutto quello che avevo, ma non bastava mai.... Non riuscivamo ad arrivare a fine mese, litigavo continuamente con mia moglie, i miei figli indossavano stracci e non potevano permettersi nulla, nemmeno un gioco o uno sfizio. Ero stanco di tutto quello.... stanco. Così un giorno, decisi di farla finita. Con la mia assicurazione, loro avrebbero ricevuto una grossa somma di denaro che li avrebbe aiutati a ricominciare una vita più che dignitosa. Aspettai di rimanere da solo a casa, andai in cucina e legai un'estremita di una corda al soffitto. L'altra me la legai intorno al collo, ben stretta. Saltai dalla sedia e.... il buio. Mi risvegliai ai lati di una strada. Questo autobus passò ed io ci salii. Sono 2 anni che sono qui sopra oramai. Non so se sia morto o meno, so solo che non ho il coraggio di scendere, di andare dalla mia famiglia e guardarli ancora negli occhi.... spero solo che stiano bene»
«Capisco.... mi dispiace per ciò che ti è successo....»
Il signore sbuffò e tornò a fissare il vuoto. Colin decise quindi di proseguire, andando dalla signora intenta a piangere. Era una signora grassoccia, con lunghi capelli ricci biondo cenere. Il trucco che aveva in faccia le stava colando a causa delle lacrime. Il rossetto era quasi del tutto tolto, finito sul fazzoletto di stoffa che teneva in mano. Indossava un abito semplice da casalinga.
«Scusi, posso chiederle cos'ha? Perché sta piangendo?»
La signora si asciugò le lacrime col fazzoletto di stoffa, guardò il ragazzo e disse singhiozzando: «Cosa ci fa un ragazzo come te su quest'autobus?»
Colin stava per dire qualcosa, ma la signora lo interruppe: «Quanti anni hai? Venti? Venticinque? La mia Maggy avrebbe la tua stessa età sai....» e ricominciò a piangere.
«Maggy?» chiese il ragazzo.
«Sì, Maggy.... era mia figlia. Un maledetto incidente stradale me l'ha portata via 6 anni fa. Appena ho saputo la notizia, sono letteralmente impazzita. La depressione mi lacerava giorno dopo giorno, finché non ho deciso di prendere dei sonniferi per calmarmi.... evidentemente ne ho presi fin troppi. Mi sono risvegliata sul ciglio di una strada e quest'autobus mi ha raccolta. Da 6 anni sono qui sopra e non faccio altro che piangere. Non ho il coraggio di tornare da mio marito, di ricominciare....». La donna riprese a piangere. Colin non disse nulla ed andò dalla bambina. Era una bella bimba, con un elegante abito rosa e lunghi capelli castani. Il suo grazioso viso mostrava due grandi occhi verdi e delle belle guance rosse. Era seduta a terra, intenta a giocare con la sua bambola di pezza.
«Ciao! Che stai facendo?» chiese Colin.
«Sto giocando con la mia bambola... o con quello che ne è rimasto» rispose la bambina senza distogliere lo sguardo dalla bambola.
«Lo vedo... ma come mai sei qui?»
«Non lo so. L'ultima cosa che ricordo è che stavo giocando col mio cane Spike nel giardino di casa. Per sbaglio ho lanciato la palla troppo forte ed è andata in mezzo alla strada. Spike la stava rincorrendo.... io non volevo che si facesse male e sono corsa subito a riprenderlo. Poi, un rumore straziante di frenata.... un clacson che suona incessantemente..... la paura sale. Vedo Spike che viene colpito. Mi metto ad urlare, continuando a correre. Lascio cadere la mia bambola. Un'altra frenata. Mi giro e.... buio. Mi sono risvegliata tra dei cespugli, con la mia bambola mezza rotta in mano. Ho aspettato un po' e subito è apparso questo autobus. Non sapevo dove andare e sono salita. Non ricordo da quanto tempo sia qui sopra.... so solo che.... mi manca tanto il mio cagnolino.... Spike... dove sei....». La bambinia iniziò a singhiozzare. Colin tirò fuori dalla tasca un fazzoletto, lo porse alla bambina e passò oltre.
Rimaneva solamente la ragazza che guardava fuori dal finestrino. Era completamente priva di capelli, aveva la pelle rovinata e delle grandi occhiaie sotto i suoi bellissimi occhi azzurri. Colin si sedette vicino a lei e stava per rivolgerle la parola, quando la ragazza disse: «Sono malata di cancro. All'ultimo stadio. La chemio non è servita a nulla, se non a farmi perdere i capelli e rovinare il mio aspetto. Quando i medici hanno detto che non c'era più nulla da fare, sono scappata. Scappata dalla mia famiglia, scappata dai miei amici, scappata dal mio ragazzo.... non so nemmeno se sanno che sono spacciata oramai. Mi sono nascosta in un vicolo. Avevo una lametta con me....». La ragazza mostrò i polsi. Entrambi presentavano dei tagli piuttosto profondi. «Sembra però che non abbia funzionato. Mi sono risvegliata su del terriccio, vicino ad una strada, quando è passato questo autobus. Da 2 settimane sono qui sopra, aspettando la fine e guardando fuori dal finestrino. Sempre e solo il vuoto.... come quello che ho dentro. Perché la vita deve essere così ingiusta?»
Colin non sapeva cosa dire.
«E tu? Perché sei qui? Non mi sembra tu abbia qualche problema di salute. Hai per caso perso una persona a te cara?»
Il ragazzo ripensò a ciò che successe negli ultimi giorni. Le litigate che ebbe con la sua ragazza. La decisione di lei di farla finita e lasciarsi. Il suo non essere d'accordo con quella scelta. Ancora litigate. Pianti. Rabbia. Dirsi addio. Non accettare la cosa. Disperarsi. Fino ad arrivare a prendere delle pastiglie. Troppe pastiglie.
"Ma cosa sto facendo?". Colin si alzò, andò dal controllore e gli disse: «fermi subito l'autobus. Voglio scendere»
«Senti senti. E come mai questa scelta, ragazzo?»
«Ho capito di essere un idiota. Ci sono persone che hanno problemi seri, che soffrono per motivi ben più gravi dei miei, che hanno veramente perso tutto ciò che avevano. Poi ci sono io, che sono solamente un venticinquenne immaturo che appena gli si presenta un problema, all'apparenza insormontabile, decide di fuggire, disperandosi. Non voglio più comportarmi così. Voglio affrontare la vita e cercare di riuscire a farcela, malgrado le difficoltà. Voglio vivere! Anche per rispetto di queste persone. Voglio andare avanti anche per loro. Quindi la prego, fermi il bus». Colin era fermamente convinto. I suoi occhi brillavano di volontà e voglia di vivere.
L'uomo lo stava fissando. Abbassò lo sguardo e, con un sorrisetto, disse: «Ferma il bus». L'autista fermò delicatamente l'autobus. Colin diede un ultimo sguardo a quelle persone, salutandole con un cenno della testa e scese dal mezzo. Mentre stava scendendo, un ragazzo con le stampelle, senza una gamba e con una grave infezione al viso, era sul ciglio della strada. Colin lo guardò e non poté provare nient'altro che pena. Quel ragazzo salì sull'autobus che poi sparì nel buio della notte.
Colin allora iniziò a camminare, verso l'ignoto. L'unica cosa che poteva guidarlo... era una piccola luce all'orizzonte. Non era la luce della luna e nemmeno quella del sole. Era come una minuscola lucciola che se ne stava ferma in un punto. Colin la stava pian piano raggiungendo, passo dopo passo....
Il reparto di terapia intensiva del Lenox Hill Hospital di New York era sempre pieno di gente, un via vai continuo di medici e pazienti. Il Dr. Matt uscì dal reparto, visibilmente agitato. Stava cercando i signori Wilson, doveva parlargli.
Il signore e la signora Wilson erano nella sala d'attesa, seduti vicini, stringendosi le mani a vicenda. Erano tesi, molto tesi. La signora era sul punto di piangere. Quando videro il Dr. Matt, corsero verso di lui con la speranza negli occhi.
«Allora dottore, ci dica... ci sono novità?»
Il Dr. Matt riprese fiato per la corsa fatta per arrivare fin lì. Guardò la coppia e, sorridendo, disse: «Vostro figlio è uscito dal coma!»
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sabato 15 marzo 2014
Bus to Nowhere
sabato 1 giugno 2013
To the Feels
«Ciao! Io mi chiamo George, tu come ti chiami?»
«....»
«Hey, dico a te! Allora, come ti chiami?»
«....»
«Il gatto ti ha morso la lingua? Perché non mi rispondi?»
«I...io... m..mi chiamo....»
*DRRRRRIIIIIIIIIINNNNNN*
George: «UUUAAAAHHH»
Sasha: «Mmmmmm perché urli amore? Ancora uno di quegli incubi?»
George non rispose ed andò in bagno a sciacquarsi la faccia.
"Che cosa mi succede? È una settimana che oramai vado avanti così... non ce la faccio più. Perché continuo a sognare questa ragazza?"
Sasha: «Amore tutto ok? Ti preparo la colazione, va bene?»
George: «S-sì, grazie amore. Finisco in bagno ed arrivo»
"Per di più io sono già impegnato, sto con Sasha. Anche se sono pochi mesi che stiamo insieme, io so di amarla. Perché allora continuo a sognare questa ragazza?"
Il suo nome è George, un uomo di 34 anni che lavora come impiegato per una ditta assicurativa. È fidanzato da 4 mesi con Sasha, 26enne impiegata alle poste. Da una settimana però, continua a fare degli strani sogni, con protagonista sempre la stessa ragazza. Anche se ogni volta cambia la situazione, il contesto è sempre lo stesso: loro due sono fatti l'uno per l'altra, c'è un feeling particolare tra loro e finiscono per trascorrere del meraviglioso tempo insieme. Almeno fino al risveglio di George.
"Questa volta ho sognato che eravamo all'asilo e la vedevo seduta su di un'altalena da sola. Sono andato subito a presentarmi per fare amicizia perché mi sembrava una bimba simpatica e non volevo stesse sola. Ma se nemmeno la conosco, come faccio a provare queste sensazioni? Bah, maledetti sogni"
Maestra: «Bambini state buoni, c'è una sorpresa! Da oggi avrete una nuova compagna di classe. Entra pure cara. Lei è Laurel, mi raccomando trattatela bene e fatela sentire a suo agio. Direi che...mmm sì, puoi sederti vicino a George.»
George: «Ciao! Io sono George, piacere di conoscerti»
Laurel: «....»
George: «Perché non parli?»
Laurel: «....»
George: «Maestra, la nuova arrivata è difettosa... non parla»
Risata generale, mentre Laurel divenne rossa come un peperone.
Maestra: «George mi meraviglio di te! Laurel è solo un po' timida e non è in questo modo che l'aiuti a sentirsi a suo agio. Chiedile subito scusa»
George: «... va bene. Ti chiedo scusa Laurel»
Laurel: «N..non fa.. niente»
George: «Ah niente, non è difettosa. Maestra aveva ragione»
Altra sonora risata da parte della classe mentre la povera Laurel era in lacrime per l'imbarazzo.
Maestra: «Ti avevo avvertito George, vai subito in presidenza»
George si alzò sbuffando ed uscì dalla classe. Giunse il momento della ricreazione, tutti uscirono in cortile per svagarsi. Laurel si mise in un angolino a mangiare un panino in solitudine. Sembrava non fosse interessata a fare amicizia con gli altri bambini.
George arrivò in cortile a metà ricreazione, dopo essersi preso una sonora strigliata sia dal preside prima che nuovamente dalla maestra in seguito. Puntò subito la nuova arrivata e le andò incontro con rabbia.
George: «Hey tu! Mi hai fatto rimproverare dal preside!»
Laurel: «T...ti chiedo....d-di... p-p-perdonarmi...» disse la ragazza con gli occhi lucidi mentre si copriva il volto con le mani.
George «Ah... ma dai, stavo scherzando! Anzi, sono io a doverti chiedere scusa, non dovevo prenderti in giro davanti a tutti.... sai, sono un po' una frana quando si tratta di sentimenti»
Laurel: «N-non t-ti p-preoccupare!»
George: «Come mai te ne stai qui tutta sola?»
Laurel: «È che... sono m-molto t-timida... mi v-vergogno...»
George: «E di cosa? Guarda che non ti mangiamo mica! Dai vieni che ti presento agli altri, è tutta gente simpatica, tranquilla!»
*DRRRRRIIIIIIIIIINNNNNN*
George: «LA CAMPANELLA, PRESTO TORNIAMO IN CLASSE PRIMA CHE LA MAESTRA CI SGRIDI!»
Sasha: «Mmmmm amore che c'è? Quale campanella? Quale maestra? È soltanto la sveglia.... ancora uno dei tuoi strani sogni?»
"...l'ennesimo sogno? Questa volta in terza elementare... perché tutti questi ricordi distorti? Sono sicuro che i miei compagni, la mia maestra, perfino il preside fossero tutti ricordi reali. Solamente lei non ci azzecca nulla. Non è mai stata nella mia scuola, né tanto meno nella mia classe e seduta al mio stesso banco!"
George: «Non preoccuparti amore, non è niente. Ora vado in bagno, mi do una sciacquata e mi passa tutto»
Sasha: «Intanto io vado a prepararti la colazione come sempre *smack* »
"Ho una ragazza davvero premurosa, devo smetterla di sognare questa tipa. Non posso rovinare tutto"
«Hey George! Oggi abbiamo una lezione speciale con quelli della sezione D, sei pronto a fare nuove amicizie? Sai bene a cosa mi riferisco, ahahah»
George: «Kevin, non farmi prendere questi spaventi facendomi questi agguati da dietro! Comunque figurati, non mi interessano queste cose»
Kevin: «Eddai amico, che hai gli ormoni fuori uso? Com'è possibile che non ti interessino queste cose? E con queste cose intendo le ragazze. E con ragazze intendo le tettine!»
George: «Sai Kevin, ogni volta devo capire come mai frequento ancora un moccioso come te»
Kevin: «Guarda che abbiamo la stessa età! E poi, senza di me tu saresti finito.»
George: «A differenza tua però, io non sono interessato alle ragazze per le loro 'tettine'. Io sono un tipo sentimentale, quando vedo una ragazza devo provare qualcosa per interessarmene. E non essere attratto solamente dal suo corpo. Deve scattare la scintilla, esserci quell'alchimia che..»
Kevin: «Sì sì basta ho capito. Che palle amico, sei davvero noioso quando fai così. Beh, ci vediamo in palestra»
Per l'occasione, la lezione fu spostata nella palestra per permettere agli alunni di entrambe le sezioni di stare più comodi. Tutti erano ancora suddivisi in base alla sezione di appartenenza, forse per vergogna di fare amicizia.
Professore: «Abbiamo avuto l'idea di fare una lezione congiunta per amalgamare le sezioni e favorire l'amicizia e la socializzazione e voi che fate? Ve ne state per conto vostro? Cominciamo subito a fare le coppie, dannati timidoni!»
Professoressa: «Whinchester con Alley»
Kevin: «Bene! Chissà chi sarà questo Alley? Spero sia una bella ragazza!»
Jordan: «Non dirmi che sei tu Winchester!?»
Kevin: «E tu sei Alley? Ma noooo, che sfiga!»
Jordan: «Non dirlo a me... speravo in qualche bella ragazza»
Kevin: «Eh a chi lo dici...»
Jordan: «Avrei voluto avere un paio di tettine da fissare per tutto il tempo»
Kevin: «Guarda non me ne parl... ma anche tu provi interesse per le tettine delle ragazze!?»
Jordan: «Certo che sì! Chi è il pazzo a cui non interessano?»
Kevin: «Eh conosco una persona.... ma lasciamo perdere. Mio nuovo amico, lascia che ti mostri le mie foto che tengo sul cellulare, se sai a cosa mi riferisco, ahahahah!»
Jordan: «Amico, ti seguo a ruota»
Professoressa: «Smettetela di chiacchierare voi due e mettetevi a lavorare! I prossimi sono: Smith e Taylor»
"Chissà chi sarà questo Taylor", pensò George.
«C-ciao... io sono in c-coppia con te. M-mi chiamo Laurel»
George: «Ciao Laurel, io sono George. Sono sicuro che sarà un piacere lavorare con te»
Laurel: «S-senz'altro!»
"Però, non è niente male questa tipa. Anche le sue tett... ma cosa vado a pensare! Quel maledetto di Kevin deve avermi deviato..."
La lezione passò velocemente, tra George e Laurel c'era un'intesa molto alta. L'ora era quasi finita, ma loro avevano già terminato il progetto. I due professori si congratularono con loro.
Professore: «Bravi ragazzi, siete stati veramente in gamba. Non come gli altri fannulloni qui presenti»
Professoressa: «Se dovessimo organizzare altre iniziative simili, state sicuri che voi sarete sempre in coppia»
I due professori si allontanarono per andare a riprendere gli altri studenti.
George: «Non avevo mai ricevuto così tanti complimenti ed è tutto merito tuo»
Laurel: «Ma che dici... non ho fatto nulla di particolare... »
George: «Ed ora non balbetti nemmeno più! Questo è un bel passo avanti non trovi?»
Laurel: «... hai ragione! Non mi era mai capitato di entrare in sintonia con qualcuno in così poco tempo. Devi essere una persona veramente speciale...»
George: «Noi due insieme siamo speciali»
Laurel: «.... sai, stavo pensando... potrem...»
*DRRRRRRRRIIIIIIIIIINNNNNNN*
George: «Maledetta campanella! Stavi dicendo Laurel?»
Sasha: «Chi sarebbe questa Laurel? Sentiamo!»
"Oh no... questa non ci voleva"
George: «No amore... non è niente. È stato soltanto un sogno»
Sasha: «Ah, quindi è questa Laurel che ti sogni tutte le notti? Bravo, complimenti! Sai che c'è? Oggi la colazione te la prepari da solo, io vado a lavoro».
Sasha si preparò in fretta e furia ed uscì di casa sbattendo la porta.
George: «Questa volta l'ho combinata grossa....»
«Che vuoi che sia George! Un 5 in matematica non è la fine del mondo.»
George: «Lo so Igor. Però mi rovina la media. Se solo avessi studiato di più.....»
Igor: «E che cos'è che non ti lascia studiare eh? Forse una ragazza? O anche più di una... ahahahah!»
George: «Non scherzare. Son questi esami di maturità che mi preoccupano. Mi stanno mettendo un'ansia tremenda addosso. La notte dormo poco, il giorno sono poco attento... rischio di impazzire»
Igor: «Ma dai George, proprio tu ti preoccupi? Sei il migliore della classe, hai tutti voti alti, in questi 5 anni di liceo sei sempre andato bene. Perché dovrebbe andarti male proprio all'esame finale? Rilassati»
George: «Mah, forse hai ragione tu... »
Igor: «Piuttosto, hai saputo? Quest'anno ci sarà un privatista, verrà a svolgere l'esame insieme a noi, sia le prove scritte che quelle orali. Si vocifera che sia una ragazza.... ed anche che sia carina!»
George: «Ho proprio la testa da tutt'altra parte che preoccuparmi delle ragazze»
Igor: «Come sei noioso....»
George: «Non sei la prima persona che mi dice ciò»
Arrivò il giorno dell'esame. Tutti gli studenti erano in agitazione, però ce n'era una in disparte che sembrava tranquilla. George, incuriosito, si avvicinò a lei.
George: «Ciao. Tu devi essere la privatista»
???: «....»
George: «... sei nervosa anche tu per gli esami? È normale sai, perfino io sono nervoso!»
???: «....»
George: «.... ah già, non mi sono ancora presentato. Io sono George Smith, piacere di conoscerti»
???: «Ah tu saresti Smith? Sei il primo della classe a quanto ne so»
George: «Beh sì, non mi piace vantarmi però»
???: «Vedo. Io comunque sono Laurel Taylor. Scusami se ti ignoravo, ma non mi piace parlare con chi non reputo alla mia altezza.
"Modesta la ragazza, eh?" pensò George con una punta di disprezzo. I due cominciarono a parlare e ad approfondire la conoscenza. Durante le prove si aiutarono a vicenda, intensificando quel rapporto che si era venuto a creare poche ore prima. Finiti gli scritti era il turno degli orali. Loro due erano gli ultimi. Ne approfittarono per parlare ulteriormente.
George: «Wow, non avevo mai incontrato nessuno intelligente quanto te, sei davvero straordinaria»
Laurel: «Ti ringrazio, ma lo stesso posso dire io nei tuoi confronti! Sei fantastico!»
George arrossì lievemente.
Laurel: «Devo chiederti scusa per prima... sai, non è che non parli con chi non reputo all'altezza. È che mi considero una ragazza noiosa, con poche e stravaganti passioni, quindi preferisco non rivolgere la parola a nessuno per evitare di annoiarlo, o peggio, di essere presa in giro»
George: «Beh, chi non sa apprezzarti non è degno della tua compagnia a mio avviso»
Laurel: «Grazie, sei gentile.... beh, dov'è finita tutta la tua paura per gli esami?»
George: «Dentro di me ora ci sono tanti di quei sentimenti e di quelle sensazioni che non ti immagini, gli esami sono passati in secondo piano proprio.....»
Laurel: «E la causa di tutto questo qual è se posso chiedere?», disse Laurel con il sorriso sulle labbra.
George: «Beh... ecco... io.... veramente....»
George era visibilmente imbarazzato. Laurel si stava avvicinando. George indietreggiava. Laurel si avvicinava. George era con le spalle al muro. Laurel lo fissava negli occhi ed avvicinava il suo viso a quello di George.
Laurel: «Allora George?»
*DRRRRRRRIIIIIIIIINNNNNN*
George: «NO ASPETTA NON SONO ANCORA PRONTO!»
Sasha: «Non sei ancora pronto a fare cosa?»
George: «... ah no, nulla amore. Ho sognato di ripetere gli esami di maturità.... è stato orribile, non ero pronto, non sapevo nulla»
Sasha: «Beh, potevi farti aiutare dalla tua 'amica' Laurel»
George: «Ancora con questa storia? Eddai amore, ti ho già chiesto scusa. Che altro devo fare? Non è che possa controllare i sogni a mio piacimento»
Sasha: «Ad ogni modo, anche oggi ti prepari la colazione da solo. Io mi rimetto a dormire perché oggi è il mio giorno libero. Ci rivediamo questa sera, buona giornata 'amore'!»
George si recò in bagno e si mise a pensare.
"La notte scorsa ero in seconda media. C'era il mio amico Ivan, chissà che fine ha fatto. Ricordo quell'esperimento di scambio delle sezioni, ma non ricordo ci fosse questa Laurel. Oggi invece ho sognato il mio quinto anno di liceo, più precisamente gli esami di maturità. C'era anche Igor, mio fidato amico fin dalla prima liceo. Anche qui però c'era Laurel. Io non ricordo di nessun privatista.... che mi sta succedendo?"
«E quindi ragazzi, questa è la formula che dovremmo utilizzare per ricavarci il PIL, è tutto chiaro? Ci sono domande?»
Igor: «Devi spiegarmi come hai fatto a convincermi ad iscrivermi ad economia con te»
George: «Perché, non ti piace?»
Igor: «È una noia mortale!»
Professore: «Se non siete interessati alla lezione, siete pregati di fare silenzio!»
George & Igor: «Ci scusi professore...»
Professore: «Lei con la mano alzata, mi dica»
«Lei ha mostrato quella formula per calcolarci il PIL, ma è vero che ne esiste anche un'altra che prende in esame diversi fattori?»
Professore: «È esatto! Davvero notevole, qual è il suo nome?»
George ed Igor si girarono per vedere chi fosse questo 'genio'.
«Mi chiamo Laurel Taylor»
Igor: «Però, in gamba la tipa!»
George: «Ed è pure carina!»
Igor: «Ma sentilo! Ora fa tutto il marpione quando ai tempi delle superiori era tutto serioso»
George: «Che ti devo dire, si vede che ho sviluppato in ritardo, eheh»
Il ragazzo andò da Laurel per fare amicizia.
George: «Ciao! Complimenti, sei stata veramente brillante prima»
Laurel: «Ti ringrazio! È che a me piace particolarmente tanto l'economia e quindi mi porto avanti col programma»
George: «Vedo... comunque piacere, io sono George Smith»
Laurel: «Laurel Taylor, il piacere è mio!»
George: «Perdonami se ti sembro sfrontato, ma non è che qualche volta potremmo studiare insieme queste lezioni di economia? Sai, faccio un po' fatica ad apprenderle»
Laurel: «Per me non ci sono problemi, sarà un vero piacere poter studiare con qualcuno!»
George: «Grazie mille, sei gentilissima! Ti va di scambiarci i numeri di telefono?»
Laurel: «Certamente! Il mio è 333....»
*DRRRRRRIIIIIIIIIIIIINNNNNNNN*
George: «Come finisce, ti prego dimmelo!»
Sasha: «Come finisce COSA?»
George: «Ah no, non è nulla»
Sasha: «tsk....»
George: «..... vado in bagno»
Sasha: «....»
"Anche all'università mi perseguita.... eppure ora son convinto che questa ragazza l'abbia già vista da qualche parte. Però dove? Forse al lavoro? Ho la mente confusa ed i ricordi annebbiati...."
«George! Puoi venire un attimo?»
George: «Eccomi capo, cosa le serve?»
Sam: «Sto facendo dei colloqui per assumere nuovi stagisti, però mi sono accorto che da solo impiegherei troppo tempo, non è che potresti darmi una mano?»
George: «Ma certo capo, lasci fare a me!»
Sam: «Ero certo che potevo contare su di te. Io già ne ho fatti cinque, ma ne abbiamo altri 10 da visionare. Quando sei pronto, vieni nel mio ufficio»
George: «Senz'altro, vado a prendere un caffè ed arrivo!»
George si recò alla macchinetta, dove trovò una ragazza alle prese con la macchinetta.
«Stupida macchinetta, dammi il mio caffè»
George: «Hey hey, non credo serva a qualcosa prenderla a calci»
???: «Ma questa stupida macchinetta mi ha rubato i soldi! Io volevo solo una tisana per rilassarmi....»
George: «Ci penso io, non preoccuparti.... Ecco la tua tisana»
???: «Ah, la ringrazio! Quanto le devo?»
George: «Ma nulla, ci mancherebbe. E per favore, diamoci del tu»
???: «Va bene! Lei.... ehm cioè, tu sei?»
George: «Io sono George Smith, lavoro in questa ditta da qualche anno»
???: «Ah... mi dispiace per aver preso a calci la vostra macchinetta, chiedo umilmente perdono!»
George: «Non importa, non importa. Questa macchinetta fa i capricci a volte, in effetti dovremmo farla controllare... Ma come mai volevi una tisana?»
???: «È che sono nervosa, ho appena sostenuto un colloquio di lavoro come stagista per questa azienda e penso sia andato male... per questo dovevo calmarmi.»
George: «Ah cavolo, i colloqui! Perdonami ma devo scappare, il mio capo mi sta aspettando! Spero di rivederti presto... come hai detto che ti chiami?»
???: «Non l'ho detto, ahah! Mi chiamo Laurel Taylor»
*DDDDRRRRRRRIIIIIIIIINNNNN*
George: «MA SI! ECCO DOVE L'HO GIA' VISTA!»
George si accorse troppo tardi di aver urlato di nuovo, era pronto a sorbirsi il rimprovero di Sasha. Ma non avvenne nulla. Si girò e vide che sul letto non c'era Sasha, bensì un biglietto. George lo raccolse e cominciò a leggere:
«Mi dispiace George, ma io me ne vado. Ho bisogno di riflettere su cosa voglio, su noi due. In questi giorni sei cambiato, non so da cosa possa essere dipeso, ma io non ti capisco più. Forse un giorno tornerò.
Sasha»
Fu allora che George capì. Strappò il biglietto, si preparò in fretta e furia e corse al lavoro. Una volta lì, imboccò sparato la strada per l'ufficio del capo.
George: «Sam deve avere le informazioni di tutte le stagiste che si sono presentate più di una settimana fa. Devo solo trovarla. Devo! Non posso più mentire a me stesso. Devo accettare i miei sentimenti ed andare verso di loro, non fuggire da loro!»
Prima di arrivare alla stanza di Sam, bisogna inesorabilmente passare di fronte alla macchinetta delle bevande. Lì c'era una ragazza che stava tirando dei calci alla macchinetta mentre imprecava frasi del tipo "Ridammi i miei soldi, è la seconda volta che me li rubi!". George si fermò di colpo. La ragazza si accorse che c'era qualcuno e si girò di scatto con aria preoccupata. Quando si videro in faccia, entrambi si sorrisero a vicenda ed esclamarono
«....»
«Hey, dico a te! Allora, come ti chiami?»
«....»
«Il gatto ti ha morso la lingua? Perché non mi rispondi?»
«I...io... m..mi chiamo....»
*DRRRRRIIIIIIIIIINNNNNN*
George: «UUUAAAAHHH»
Sasha: «Mmmmmm perché urli amore? Ancora uno di quegli incubi?»
George non rispose ed andò in bagno a sciacquarsi la faccia.
"Che cosa mi succede? È una settimana che oramai vado avanti così... non ce la faccio più. Perché continuo a sognare questa ragazza?"
Sasha: «Amore tutto ok? Ti preparo la colazione, va bene?»
George: «S-sì, grazie amore. Finisco in bagno ed arrivo»
"Per di più io sono già impegnato, sto con Sasha. Anche se sono pochi mesi che stiamo insieme, io so di amarla. Perché allora continuo a sognare questa ragazza?"
Il suo nome è George, un uomo di 34 anni che lavora come impiegato per una ditta assicurativa. È fidanzato da 4 mesi con Sasha, 26enne impiegata alle poste. Da una settimana però, continua a fare degli strani sogni, con protagonista sempre la stessa ragazza. Anche se ogni volta cambia la situazione, il contesto è sempre lo stesso: loro due sono fatti l'uno per l'altra, c'è un feeling particolare tra loro e finiscono per trascorrere del meraviglioso tempo insieme. Almeno fino al risveglio di George.
"Questa volta ho sognato che eravamo all'asilo e la vedevo seduta su di un'altalena da sola. Sono andato subito a presentarmi per fare amicizia perché mi sembrava una bimba simpatica e non volevo stesse sola. Ma se nemmeno la conosco, come faccio a provare queste sensazioni? Bah, maledetti sogni"
Maestra: «Bambini state buoni, c'è una sorpresa! Da oggi avrete una nuova compagna di classe. Entra pure cara. Lei è Laurel, mi raccomando trattatela bene e fatela sentire a suo agio. Direi che...mmm sì, puoi sederti vicino a George.»
George: «Ciao! Io sono George, piacere di conoscerti»
Laurel: «....»
George: «Perché non parli?»
Laurel: «....»
George: «Maestra, la nuova arrivata è difettosa... non parla»
Risata generale, mentre Laurel divenne rossa come un peperone.
Maestra: «George mi meraviglio di te! Laurel è solo un po' timida e non è in questo modo che l'aiuti a sentirsi a suo agio. Chiedile subito scusa»
George: «... va bene. Ti chiedo scusa Laurel»
Laurel: «N..non fa.. niente»
George: «Ah niente, non è difettosa. Maestra aveva ragione»
Altra sonora risata da parte della classe mentre la povera Laurel era in lacrime per l'imbarazzo.
Maestra: «Ti avevo avvertito George, vai subito in presidenza»
George si alzò sbuffando ed uscì dalla classe. Giunse il momento della ricreazione, tutti uscirono in cortile per svagarsi. Laurel si mise in un angolino a mangiare un panino in solitudine. Sembrava non fosse interessata a fare amicizia con gli altri bambini.
George arrivò in cortile a metà ricreazione, dopo essersi preso una sonora strigliata sia dal preside prima che nuovamente dalla maestra in seguito. Puntò subito la nuova arrivata e le andò incontro con rabbia.
George: «Hey tu! Mi hai fatto rimproverare dal preside!»
Laurel: «T...ti chiedo....d-di... p-p-perdonarmi...» disse la ragazza con gli occhi lucidi mentre si copriva il volto con le mani.
George «Ah... ma dai, stavo scherzando! Anzi, sono io a doverti chiedere scusa, non dovevo prenderti in giro davanti a tutti.... sai, sono un po' una frana quando si tratta di sentimenti»
Laurel: «N-non t-ti p-preoccupare!»
George: «Come mai te ne stai qui tutta sola?»
Laurel: «È che... sono m-molto t-timida... mi v-vergogno...»
George: «E di cosa? Guarda che non ti mangiamo mica! Dai vieni che ti presento agli altri, è tutta gente simpatica, tranquilla!»
*DRRRRRIIIIIIIIIINNNNNN*
George: «LA CAMPANELLA, PRESTO TORNIAMO IN CLASSE PRIMA CHE LA MAESTRA CI SGRIDI!»
Sasha: «Mmmmm amore che c'è? Quale campanella? Quale maestra? È soltanto la sveglia.... ancora uno dei tuoi strani sogni?»
"...l'ennesimo sogno? Questa volta in terza elementare... perché tutti questi ricordi distorti? Sono sicuro che i miei compagni, la mia maestra, perfino il preside fossero tutti ricordi reali. Solamente lei non ci azzecca nulla. Non è mai stata nella mia scuola, né tanto meno nella mia classe e seduta al mio stesso banco!"
George: «Non preoccuparti amore, non è niente. Ora vado in bagno, mi do una sciacquata e mi passa tutto»
Sasha: «Intanto io vado a prepararti la colazione come sempre *smack* »
"Ho una ragazza davvero premurosa, devo smetterla di sognare questa tipa. Non posso rovinare tutto"
«Hey George! Oggi abbiamo una lezione speciale con quelli della sezione D, sei pronto a fare nuove amicizie? Sai bene a cosa mi riferisco, ahahah»
George: «Kevin, non farmi prendere questi spaventi facendomi questi agguati da dietro! Comunque figurati, non mi interessano queste cose»
Kevin: «Eddai amico, che hai gli ormoni fuori uso? Com'è possibile che non ti interessino queste cose? E con queste cose intendo le ragazze. E con ragazze intendo le tettine!»
George: «Sai Kevin, ogni volta devo capire come mai frequento ancora un moccioso come te»
Kevin: «Guarda che abbiamo la stessa età! E poi, senza di me tu saresti finito.»
George: «A differenza tua però, io non sono interessato alle ragazze per le loro 'tettine'. Io sono un tipo sentimentale, quando vedo una ragazza devo provare qualcosa per interessarmene. E non essere attratto solamente dal suo corpo. Deve scattare la scintilla, esserci quell'alchimia che..»
Kevin: «Sì sì basta ho capito. Che palle amico, sei davvero noioso quando fai così. Beh, ci vediamo in palestra»
Per l'occasione, la lezione fu spostata nella palestra per permettere agli alunni di entrambe le sezioni di stare più comodi. Tutti erano ancora suddivisi in base alla sezione di appartenenza, forse per vergogna di fare amicizia.
Professore: «Abbiamo avuto l'idea di fare una lezione congiunta per amalgamare le sezioni e favorire l'amicizia e la socializzazione e voi che fate? Ve ne state per conto vostro? Cominciamo subito a fare le coppie, dannati timidoni!»
Professoressa: «Whinchester con Alley»
Kevin: «Bene! Chissà chi sarà questo Alley? Spero sia una bella ragazza!»
Jordan: «Non dirmi che sei tu Winchester!?»
Kevin: «E tu sei Alley? Ma noooo, che sfiga!»
Jordan: «Non dirlo a me... speravo in qualche bella ragazza»
Kevin: «Eh a chi lo dici...»
Jordan: «Avrei voluto avere un paio di tettine da fissare per tutto il tempo»
Kevin: «Guarda non me ne parl... ma anche tu provi interesse per le tettine delle ragazze!?»
Jordan: «Certo che sì! Chi è il pazzo a cui non interessano?»
Kevin: «Eh conosco una persona.... ma lasciamo perdere. Mio nuovo amico, lascia che ti mostri le mie foto che tengo sul cellulare, se sai a cosa mi riferisco, ahahahah!»
Jordan: «Amico, ti seguo a ruota»
Professoressa: «Smettetela di chiacchierare voi due e mettetevi a lavorare! I prossimi sono: Smith e Taylor»
"Chissà chi sarà questo Taylor", pensò George.
«C-ciao... io sono in c-coppia con te. M-mi chiamo Laurel»
George: «Ciao Laurel, io sono George. Sono sicuro che sarà un piacere lavorare con te»
Laurel: «S-senz'altro!»
"Però, non è niente male questa tipa. Anche le sue tett... ma cosa vado a pensare! Quel maledetto di Kevin deve avermi deviato..."
La lezione passò velocemente, tra George e Laurel c'era un'intesa molto alta. L'ora era quasi finita, ma loro avevano già terminato il progetto. I due professori si congratularono con loro.
Professore: «Bravi ragazzi, siete stati veramente in gamba. Non come gli altri fannulloni qui presenti»
Professoressa: «Se dovessimo organizzare altre iniziative simili, state sicuri che voi sarete sempre in coppia»
I due professori si allontanarono per andare a riprendere gli altri studenti.
George: «Non avevo mai ricevuto così tanti complimenti ed è tutto merito tuo»
Laurel: «Ma che dici... non ho fatto nulla di particolare... »
George: «Ed ora non balbetti nemmeno più! Questo è un bel passo avanti non trovi?»
Laurel: «... hai ragione! Non mi era mai capitato di entrare in sintonia con qualcuno in così poco tempo. Devi essere una persona veramente speciale...»
George: «Noi due insieme siamo speciali»
Laurel: «.... sai, stavo pensando... potrem...»
*DRRRRRRRRIIIIIIIIIINNNNNNN*
George: «Maledetta campanella! Stavi dicendo Laurel?»
Sasha: «Chi sarebbe questa Laurel? Sentiamo!»
"Oh no... questa non ci voleva"
George: «No amore... non è niente. È stato soltanto un sogno»
Sasha: «Ah, quindi è questa Laurel che ti sogni tutte le notti? Bravo, complimenti! Sai che c'è? Oggi la colazione te la prepari da solo, io vado a lavoro».
Sasha si preparò in fretta e furia ed uscì di casa sbattendo la porta.
George: «Questa volta l'ho combinata grossa....»
«Che vuoi che sia George! Un 5 in matematica non è la fine del mondo.»
George: «Lo so Igor. Però mi rovina la media. Se solo avessi studiato di più.....»
Igor: «E che cos'è che non ti lascia studiare eh? Forse una ragazza? O anche più di una... ahahahah!»
George: «Non scherzare. Son questi esami di maturità che mi preoccupano. Mi stanno mettendo un'ansia tremenda addosso. La notte dormo poco, il giorno sono poco attento... rischio di impazzire»
Igor: «Ma dai George, proprio tu ti preoccupi? Sei il migliore della classe, hai tutti voti alti, in questi 5 anni di liceo sei sempre andato bene. Perché dovrebbe andarti male proprio all'esame finale? Rilassati»
George: «Mah, forse hai ragione tu... »
Igor: «Piuttosto, hai saputo? Quest'anno ci sarà un privatista, verrà a svolgere l'esame insieme a noi, sia le prove scritte che quelle orali. Si vocifera che sia una ragazza.... ed anche che sia carina!»
George: «Ho proprio la testa da tutt'altra parte che preoccuparmi delle ragazze»
Igor: «Come sei noioso....»
George: «Non sei la prima persona che mi dice ciò»
Arrivò il giorno dell'esame. Tutti gli studenti erano in agitazione, però ce n'era una in disparte che sembrava tranquilla. George, incuriosito, si avvicinò a lei.
George: «Ciao. Tu devi essere la privatista»
???: «....»
George: «... sei nervosa anche tu per gli esami? È normale sai, perfino io sono nervoso!»
???: «....»
George: «.... ah già, non mi sono ancora presentato. Io sono George Smith, piacere di conoscerti»
???: «Ah tu saresti Smith? Sei il primo della classe a quanto ne so»
George: «Beh sì, non mi piace vantarmi però»
???: «Vedo. Io comunque sono Laurel Taylor. Scusami se ti ignoravo, ma non mi piace parlare con chi non reputo alla mia altezza.
"Modesta la ragazza, eh?" pensò George con una punta di disprezzo. I due cominciarono a parlare e ad approfondire la conoscenza. Durante le prove si aiutarono a vicenda, intensificando quel rapporto che si era venuto a creare poche ore prima. Finiti gli scritti era il turno degli orali. Loro due erano gli ultimi. Ne approfittarono per parlare ulteriormente.
George: «Wow, non avevo mai incontrato nessuno intelligente quanto te, sei davvero straordinaria»
Laurel: «Ti ringrazio, ma lo stesso posso dire io nei tuoi confronti! Sei fantastico!»
George arrossì lievemente.
Laurel: «Devo chiederti scusa per prima... sai, non è che non parli con chi non reputo all'altezza. È che mi considero una ragazza noiosa, con poche e stravaganti passioni, quindi preferisco non rivolgere la parola a nessuno per evitare di annoiarlo, o peggio, di essere presa in giro»
George: «Beh, chi non sa apprezzarti non è degno della tua compagnia a mio avviso»
Laurel: «Grazie, sei gentile.... beh, dov'è finita tutta la tua paura per gli esami?»
George: «Dentro di me ora ci sono tanti di quei sentimenti e di quelle sensazioni che non ti immagini, gli esami sono passati in secondo piano proprio.....»
Laurel: «E la causa di tutto questo qual è se posso chiedere?», disse Laurel con il sorriso sulle labbra.
George: «Beh... ecco... io.... veramente....»
George era visibilmente imbarazzato. Laurel si stava avvicinando. George indietreggiava. Laurel si avvicinava. George era con le spalle al muro. Laurel lo fissava negli occhi ed avvicinava il suo viso a quello di George.
Laurel: «Allora George?»
*DRRRRRRRIIIIIIIIINNNNNN*
George: «NO ASPETTA NON SONO ANCORA PRONTO!»
Sasha: «Non sei ancora pronto a fare cosa?»
George: «... ah no, nulla amore. Ho sognato di ripetere gli esami di maturità.... è stato orribile, non ero pronto, non sapevo nulla»
Sasha: «Beh, potevi farti aiutare dalla tua 'amica' Laurel»
George: «Ancora con questa storia? Eddai amore, ti ho già chiesto scusa. Che altro devo fare? Non è che possa controllare i sogni a mio piacimento»
Sasha: «Ad ogni modo, anche oggi ti prepari la colazione da solo. Io mi rimetto a dormire perché oggi è il mio giorno libero. Ci rivediamo questa sera, buona giornata 'amore'!»
George si recò in bagno e si mise a pensare.
"La notte scorsa ero in seconda media. C'era il mio amico Ivan, chissà che fine ha fatto. Ricordo quell'esperimento di scambio delle sezioni, ma non ricordo ci fosse questa Laurel. Oggi invece ho sognato il mio quinto anno di liceo, più precisamente gli esami di maturità. C'era anche Igor, mio fidato amico fin dalla prima liceo. Anche qui però c'era Laurel. Io non ricordo di nessun privatista.... che mi sta succedendo?"
«E quindi ragazzi, questa è la formula che dovremmo utilizzare per ricavarci il PIL, è tutto chiaro? Ci sono domande?»
Igor: «Devi spiegarmi come hai fatto a convincermi ad iscrivermi ad economia con te»
George: «Perché, non ti piace?»
Igor: «È una noia mortale!»
Professore: «Se non siete interessati alla lezione, siete pregati di fare silenzio!»
George & Igor: «Ci scusi professore...»
Professore: «Lei con la mano alzata, mi dica»
«Lei ha mostrato quella formula per calcolarci il PIL, ma è vero che ne esiste anche un'altra che prende in esame diversi fattori?»
Professore: «È esatto! Davvero notevole, qual è il suo nome?»
George ed Igor si girarono per vedere chi fosse questo 'genio'.
«Mi chiamo Laurel Taylor»
Igor: «Però, in gamba la tipa!»
George: «Ed è pure carina!»
Igor: «Ma sentilo! Ora fa tutto il marpione quando ai tempi delle superiori era tutto serioso»
George: «Che ti devo dire, si vede che ho sviluppato in ritardo, eheh»
Il ragazzo andò da Laurel per fare amicizia.
George: «Ciao! Complimenti, sei stata veramente brillante prima»
Laurel: «Ti ringrazio! È che a me piace particolarmente tanto l'economia e quindi mi porto avanti col programma»
George: «Vedo... comunque piacere, io sono George Smith»
Laurel: «Laurel Taylor, il piacere è mio!»
George: «Perdonami se ti sembro sfrontato, ma non è che qualche volta potremmo studiare insieme queste lezioni di economia? Sai, faccio un po' fatica ad apprenderle»
Laurel: «Per me non ci sono problemi, sarà un vero piacere poter studiare con qualcuno!»
George: «Grazie mille, sei gentilissima! Ti va di scambiarci i numeri di telefono?»
Laurel: «Certamente! Il mio è 333....»
*DRRRRRRIIIIIIIIIIIIINNNNNNNN*
George: «Come finisce, ti prego dimmelo!»
Sasha: «Come finisce COSA?»
George: «Ah no, non è nulla»
Sasha: «tsk....»
George: «..... vado in bagno»
Sasha: «....»
"Anche all'università mi perseguita.... eppure ora son convinto che questa ragazza l'abbia già vista da qualche parte. Però dove? Forse al lavoro? Ho la mente confusa ed i ricordi annebbiati...."
«George! Puoi venire un attimo?»
George: «Eccomi capo, cosa le serve?»
Sam: «Sto facendo dei colloqui per assumere nuovi stagisti, però mi sono accorto che da solo impiegherei troppo tempo, non è che potresti darmi una mano?»
George: «Ma certo capo, lasci fare a me!»
Sam: «Ero certo che potevo contare su di te. Io già ne ho fatti cinque, ma ne abbiamo altri 10 da visionare. Quando sei pronto, vieni nel mio ufficio»
George: «Senz'altro, vado a prendere un caffè ed arrivo!»
George si recò alla macchinetta, dove trovò una ragazza alle prese con la macchinetta.
«Stupida macchinetta, dammi il mio caffè»
George: «Hey hey, non credo serva a qualcosa prenderla a calci»
???: «Ma questa stupida macchinetta mi ha rubato i soldi! Io volevo solo una tisana per rilassarmi....»
George: «Ci penso io, non preoccuparti.... Ecco la tua tisana»
???: «Ah, la ringrazio! Quanto le devo?»
George: «Ma nulla, ci mancherebbe. E per favore, diamoci del tu»
???: «Va bene! Lei.... ehm cioè, tu sei?»
George: «Io sono George Smith, lavoro in questa ditta da qualche anno»
???: «Ah... mi dispiace per aver preso a calci la vostra macchinetta, chiedo umilmente perdono!»
George: «Non importa, non importa. Questa macchinetta fa i capricci a volte, in effetti dovremmo farla controllare... Ma come mai volevi una tisana?»
???: «È che sono nervosa, ho appena sostenuto un colloquio di lavoro come stagista per questa azienda e penso sia andato male... per questo dovevo calmarmi.»
George: «Ah cavolo, i colloqui! Perdonami ma devo scappare, il mio capo mi sta aspettando! Spero di rivederti presto... come hai detto che ti chiami?»
???: «Non l'ho detto, ahah! Mi chiamo Laurel Taylor»
*DDDDRRRRRRRIIIIIIIIINNNNN*
George: «MA SI! ECCO DOVE L'HO GIA' VISTA!»
George si accorse troppo tardi di aver urlato di nuovo, era pronto a sorbirsi il rimprovero di Sasha. Ma non avvenne nulla. Si girò e vide che sul letto non c'era Sasha, bensì un biglietto. George lo raccolse e cominciò a leggere:
«Mi dispiace George, ma io me ne vado. Ho bisogno di riflettere su cosa voglio, su noi due. In questi giorni sei cambiato, non so da cosa possa essere dipeso, ma io non ti capisco più. Forse un giorno tornerò.
Sasha»
Fu allora che George capì. Strappò il biglietto, si preparò in fretta e furia e corse al lavoro. Una volta lì, imboccò sparato la strada per l'ufficio del capo.
George: «Sam deve avere le informazioni di tutte le stagiste che si sono presentate più di una settimana fa. Devo solo trovarla. Devo! Non posso più mentire a me stesso. Devo accettare i miei sentimenti ed andare verso di loro, non fuggire da loro!»
Prima di arrivare alla stanza di Sam, bisogna inesorabilmente passare di fronte alla macchinetta delle bevande. Lì c'era una ragazza che stava tirando dei calci alla macchinetta mentre imprecava frasi del tipo "Ridammi i miei soldi, è la seconda volta che me li rubi!". George si fermò di colpo. La ragazza si accorse che c'era qualcuno e si girò di scatto con aria preoccupata. Quando si videro in faccia, entrambi si sorrisero a vicenda ed esclamarono
George: «Sei tu finalmente.... Ti devo parlare!»: Laurel
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