sabato 22 giugno 2013

Io ti salverò

Edoardo è un ragazzo di 18 anni con tanti sogni nel cassetto: vorrebbe diventare un ingegnere aerospaziale, entrare nella NASA e progettare qualche apparecchiatura per i viaggi nello spazio. Un ragazzo veramente ambizioso e volenteroso, quando si mette in testa qualcosa è difficile fargli cambiare idea. Un giorno decise di andare a far visita al suo migliore amico Umberto, ricoverato in ospedale in seguito ad una brutta caduta.

Edoardo: «Eccoti qui finalmente, non riuscivo a trovare la stanza! Ma tu proprio adesso dovevi farti male? Mancano tre mesi alla maturità!»

Umberto: «Eccolo il peggiore della scuola! Lascia perdere guarda, per guardare una ragazza mentre andavo in moto mi son distratto e sono andato a sbattere contro un muro»

Edoardo: «Certo che sei proprio un idiota. Per guardare una ragazza poi»

Umberto: «Sai che ho un debole per le ragazze, non sono mica un finocchio come te, ahahah! Ed a proposito, sai con chi sono in camera?»

Edoardo: «In effetti te lo stavo per chiedere, ho notato che c'è un altro letto»

Umberto: «È una ragazza veramente bellissima! So che si chiama Alice e... basta. Ho provato a scambiarci due parole ma niente, non vuole parlarmi. Forse si vergogna perché sono troppo un figo, la metto a disagio poverina»

Edoardo: «Sicuro di non aver sbattuto anche la testa?»

Umberto: «Giudica tu stesso quando tornerà allora! Ora è fuori stanza per una visita e... oh eccola che arriva!»

Dall'uscio comparve una ragazza in stampelle che, faticosamente, stava cercando di raggiungere il suo letto.

Edoardo: «Aspetta, ti aiuto». Il ragazzo si diresse verso di lei, ma venne subito fermato da una frase: «Non serve, posso farcela da sola, non preoccuparti. Grazie per la cortesia»

Edoardo: «... di niente».

La ragazza arrivò a fatica al suo letto, prese un libro dal comodino vicino e cominciò a leggere.

Edoardo: «Beh dai, sarà meglio che vada. Riposati e riprenditi presto! E nel frattempo studia le cose che ti ho portato»

Umberto: «Sì sì certo... che seccatura»

Alice: «Non c'è bisogno che tu te ne vada a causa mia, puoi rimanere a far compagnia al tuo amico, non mi da nessun fastidio»

Edoardo: «No ma tanto sarei dovuto andare via ugualmente che devo studiare per la maturità»

Alice: «In bocca al lupo» disse poggiando momentaneamente il libro sul letto e guardando in faccia il ragazzo. Edoardo ora poteva osservarla per bene: era veramente una ragazza bellissima, con lunghi capelli neri ed occhi scuri, un grazioso naso ed una piccola bocca con delle fossette. Il ragazzo pensò che fosse una persona veramente interessante, decise quindi che sarebbe andato a trovare l'amico più spesso.

Ed infatti, il giorno dopo, terminate le lezioni, ecco che Edoardo era già lì, in ospedale.

Umberto: «E tu cosa ci fai qui?»

Edoardo: «Dov'è Alice?»

Umberto: «Scusami se il tuo migliore amico è così insignificante»

Edoardo: «Eddai, non fare il cretino!»

Umberto: «Eheh, ti sei preso una cotta per quella ragazza eh? Beh, se riesci a farla ragionare è tutta tua, non voglio buttarmi in imprese impossibili»

Edoardo: «Sì, ma mi dici dov'è?»

Alice: «Scusa, potresti spostarti dalla porta? Dovrei entrare»

La ragazza comparve alle spalle di Edoardo che subito si spostò per lasciarla passare. Era visibilmente imbarazzato. La ragazza raggiunse il letto, prese il solito libro e si mise a leggere. Edoardo la osservava in silenzio.

Alice: «Beh, devi dirmi qualcosa?» disse senza distogliere lo sguardo dal libro.

Edoardo: «C-chi i-i-io? I-io e-ecco.... veramente....»

Alice: «Rilassati, non ti mangio mica!»

Umberto: «Ricordati di respirare Edo, altrimenti collassi e ricoverano anche a te! Solo che in questa stanza i letti son finiti»

Edoardo: «Beh, potremmo cacciare via te tanto per dirne una!»

Alice: «Potreste smetterla cortesemente? Non riesco a leggere»

Umberto: «Ma se ieri avevi detto che non ti davamo fastidio!»

Alice: «Mi da fastidio sentire due idioti che discutono di idiozie»

Umberto: «Ma chi ti credi di essere?!»

Edoardo: «Forse è il caso che vada... ci vediamo Umberto. Ciao... Alice»

Alice: «Ciao», disse freddamente e senza distogliere lo sguardo dal libro.

Arrivo il fine settimana, niente scuola ed Edoardo poteva andare a trovare il suo amico e restare più a lungo. Ma ovviamente non era lui che sperava di incontrare.

Edoardo: «Ciao Umberto, ti son venuto a trov... dov'è Umberto?»

Nella stanza c'era soltanto Alice intenta a leggere quel suo libro.

Alice: «È andato a fare riabilitazione, tornerà tra qualche ora»

"Bene, finalmente siamo soli!", pensò Edoardo che si mise a sedere sul letto di Umberto, accanto alla ragazza.

Edoardo: «....ehm... che stai leggendo?»

Alice: «Ti interessa?»

Edoardo: «Beh, se te l'ho chiesto evidentemente sì»

Alice: «Non era una semplice scusa per attaccare bottone?»

Edoardo: «Perché avrei bisogno di una simile scusa? Ho notato che stai leggendo sempre lo stesso libro e mi chiedevo di che libro si trattasse»

Alice: «La bella addormentata nel bosco. Parla di una principessa che, a causa di una maledizione, è costretta a dormire finché il bacio del suo principe azzurro non la risvegli spezzando il maleficio»

Edoardo: «Sì conosco la storia, me la leggeva sempre mia madre da bambino. Come mai la stai leggendo? Non l'avevi mai letta»

Alice: «Sì, la conoscevo già. Però ora che mi sento come Aurora, la principessa della fiaba, mi è venuta voglia di rileggerla»

Edoardo: «Se non sono troppo indiscreto, potrei chiederti come mai ti paragoni ad Aurora?»

Alice: «No, non sei indiscreto, non preoccuparti. Tanto la mia situazione è tranquillamente leggibile sulla cartella clinica situata ai piedi del letto. Io sono affetta da una rara malattia che distrugge lentamente il sistema nervoso. Come avrai notato, faccio fatica a camminare. Prima o poi smetterò di camminare e di muovermi del tutto. C'è il rischio anche che finisca in coma e forse potrei non risvegliarmi più.... proprio come Aurora»

Edoardo: «Ma lei alla fine si risveglia, sii ottimista avanti!»

Alice: «Ma nella realtà il principe azzurro non esiste»

Umberto: «Perché, io cosa sono? Sono il principe azzurro più azzurro di tutti, così azzurro che quando mi sporco con la panna, mi scambiano per il cielo!»

Umberto fece il suo trionfale ingresso, rovinando l'atmosfera che si era venuta a creare.

Alice: «Oh, è tornato il tuo amico idiota»

Umberto: «Sempre gentile tu, come al solito. Scusa se ti ho fatto aspettare Edo. Ho una bella notizia per te, sono praticamente guarito e domani mi dimetteranno!»

Alice: «Oh meno male, si riuscirà ad avere un po' di calma qui dentro finalmente»

Umberto: «La parte migliore sarà che non ti rivedrò mai più, che sollievo!»

Edoardo: «Potreste smetterla voi due? È una bellissima notizia Umberto, finalmente potrai tornare a frequentare le lezioni»

Umberto: «....devi sempre rovinare tutto tu»

Alice abbozzò un sorriso. Edoardo pensava che finalmente poteva rimanere tutto il tempo da solo con lei, parlando di tutto quello che gli passava per la testa. Il ragazzo tornò il giorno seguente.... e quello dopo ancora.... ed ancora... ogni giorno andava a trovarla. Alice stava ricominciando a sorridere, era contenta di avere finalmente qualcuno con cui parlare.

Edoardo: «Ma tu sei sempre qui da sola? Dove sono i tuoi genitori?»

Alice: «Sono in giro per il mondo a cercare un qualche dottore che possa curarmi. Mi telefonano ogni giorno e mi mandano delle lettere. Mi piacerebbe averli qui, al mio fianco piuttosto che lontano... ma so che lo fanno per il mio bene»

Edoardo: «Sei una persona molto forte sai?»

Alice sorrise dolcemente. Quel sorriso colpì molto il ragazzo che arrossì e distolse immediatamente lo sguardo. La ragazza ridacchiò.

Alice: «Scusami Edo, potresti aiutare ad alzarmi? Dovrei andare in bagno ma non ci riesco»

Edoardo: «Subito, aggrappati a me»

Edoardo aiutò la ragazza ad alzarsi dal letto. Una volta a terra l'accompagno fin fuori dalla porta ed in quel momento Alice disse: «Ora posso farcela anche da sola, puoi lasciarmi andare, grazie». Non appena Edoardo lasciò la ragazza, ella cadde a terra pesantemente. Gli infermieri accorsero subito e visitarono la ragazza. Purtroppo ciò che Alice aveva predetto si era avverato: il sistema nervoso era pesantemente compromesso che la ragazza non riusciva più a muovere le gambe. A malapena riusciva a muoversi dal busto in su. Edoardo era molto triste. Pensò molto alla situazione ed a una possibile soluzione. Pensò e pensò, ci rimuginò sopra per ore ed ore, finché non arrivo ad una conclusione. Il giorno dopo andrò a trovare come si consueto Alice.

Edoardo: «Sai Ali, ci ho pensato molto attentamente e sono arrivato alla conclusione che... io ti salverò. Io troverò una cura. Io sarò il tuo principe azzurro!»

Alice abbozzò a fatica un sorriso e, sempre con molta fatica, disse: «C...cosa ne sarà... dei.... dei tuoi sogni....?»

Edoardo: «Non devi preoccuparti, andrà tutto bene. Non sforzarti, ora pensa solo a riposarti»

Alice: «N...non voglio che... rinunci ai.... tuoi sogni... a causa mia....»

Edoardo: «Ora la cosa più importante è farti guarire, per realizzare i miei sogni c'è sempre tempo. E poi oramai ho già preso la mia decisione: ho comprato dei libri di medicina e mi son messo a studiarli. Mi son informato sulla tua malattia e ho scoperto che il rischio del coma è veramente basso e che col tempo e le giuste cure, il sistema nervoso torna ad essere efficiente! Io dico che ce la possiamo fare, dobbiamo crederci!»

Alice: «G....grazie... mi.... hai... resa.... felice... ora però... se non ti dispiace.... vorrei riposarmi....», detto questo, la ragazza chiuse gli occhi e si addormentò.

"Dormi piccola Alice, ci vediamo domani. Non arrenderti, io non lo farò", pensò il ragazzo guardando dolcemente la ragazza.

Il giorno seguente, Edoardo puntualmente andò a trovare Alice nella sua stanza di ospedale, ma non trovò nessuno. Chiese allora informazioni ad un'infermiera.

Infermiera: «Ah sì, la paziente della 401..... povera ragazza. Purtroppo è entrata in coma questa notte e l'abbiamo spostata in un'altra stanza, nella 507. Ora è attaccata ad un macchinario che almeno la tiene in vita. I dottori non sanno se potrà risvegliarsi, la malattia ha colpito in profondità il sistema nervoso... mi dispiace. Eri un suo amico?»

Edoardo corse immediatamente verso la stanza 507, situata un piano più in alto. Si avvicinò al vetro della stanza e la vide: era in condizioni pessime, ferma, immobile, con un'espressione triste ed attaccata a quell'enorme macchinario che la teneva in vita. Il ragazzo pensò tra se e se: "Io ti salverò.... te lo prometto!" e tornò a casa.


Passarono sette lunghi anni.

Padre di Alice: «Oggi la nostra piccolina verrà operata... oramai le abbiamo provate tutte»

Madre di Alice: «Tutti i dottori che abbiamo incontrato in giro per il mondo ci hanno detto la stessa identica cosa. Avremmo dovuto rassegnarci ed aspettare che la nostra piccolina morisse. Ma noi egoisticamente, abbiamo voluto sperare ed abbiamo continuato ad andare avanti. Chissà quanto deve aver sofferto....»

Padre di Alice: «Già.... siamo due pessimi genitori. Questa è l'ultima speranza che abbiamo, se dovesse fallire anche questa operazione, daremo il consenso a staccare la spina. Alice, spero tu possa perdonarci per tutto il male che ti abbiamo fatto...»

In sala operatoria, dopo tre lunghe ore....

Infermiera: «Il.... il battito sembra essersi stabilizzato! L'encefalogramma sta registrando dell'attività cerebrale! Dottore c'è riuscito!»

Assistente: «Questo è un vero miracolo, oramai la ragazza era spacciata!»

Infermiere: «Non è un miracolo, è la bravura umana e la voglia di salvare una vita a tutti i costi che ha permesso ciò, giusto dottore?»

«Giusto Umberto! Guardate, la paziente si sta svegliando, fatemi parlare con lei»

Alice: «D...dove mi trovo? Che posto è questo? Sono forse in paradiso?»

«Sei in una fiaba ed io sono il tuo principe azzurro. Ben svegliata mia cara!»

Alice: «... tu? TU! Cosa? Tu.... mi hai salvata?»

Edoardo: «Te l'avevo promesso. E poi, dovevo assolutamente rivedere quel meraviglioso sorriso che mi regalasti sette anni fa»

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