martedì 23 luglio 2013

Il binario in costruzione

Uff... dura la vita della trave di ferro: stai fermo tutto il giorno finché non decidono di sballottarti da qualche parte e metterti insieme ad altri attrezzi. E lì aspetti di venir sballottato nuovamente o venir finalmente usato per qualche costruzione. Una vita abbastanza noiosa, salvo rare occasioni in cui puoi fare degli incontri davvero interessanti. Per esempio una volta ho incontrato un martello di nome Marty, un tipetto tutto sommato simpatico anche se non la smetteva un attimo di parlare.... era 'martellante'... Altre volte mi sono ritrovato vicino ad un secchio pieno di chiodi ed un martello pneumatico: i chiodi non la smettevano di piangere, mentre il martello cercava in tutti i modi di zittirli, ma senza successo. Poi c'è stata la volta di quel gruppo di travi... e chi se la scorda più! È dove ho incontrato lei.... Travina, una trave di ferro dai bulloni favolosi! Ammetto che inizialmente ero timido e nervoso, non mi ero mai trovato vicino ad una trave... come dire... diversa! Qualcosa in me si smosse, provavo sensazioni mai provate prima. E così, molto timidamente, provai un primo approccio...

«...c-c-ciao...», dissi con molto imbarazzo, ma non ricevetti alcuna risposta. Non mi ha sentito o semplicemente mi stava ignorando? «...C-C-CIao....» riprovai con un po' più di convinzione.

«Hai detto qualcosa Mark?» disse lei rivolgendosi al vicino sacco di cemento, sentendosi rispondere con un «No, non ho detto nulla. Forse è il mio stomaco che brontola, desideroso di acqua»

«....CIAO!» dissi ad alta voce. Tutti si girarono, facendomi sprofondare in un terribile disagio.

«Hey, mi sa che questo ce l'ha con te Travina» disse un piccone. Sentendo il suo nome, già me ne innamorai.

«Sei tu prima che mi stavi chiamando? Scusami, non ti avevo sentito a causa del rumore del martello pneumatico». Finalmente mi rivolse la parola, ed io non riuscii a dirle niente di sensatamente accettabile: «A-a-a-h, f-f-figurati, a-anche a m-me f-fanno m-male le o-orecchie». Solo dopo che tutti scoppiarono a ridere, capii di aver appena fatto una misera figura.

«Figliolo, parti col piede sbagliato per rimorchiare Travina», un martello si rivolse a me prendendomi in giro.... divenni così rosso che sembravo fresco fresco di fiamma ossidrica.... beh si fa per dire!

«Sei diventato tutto rosso, ti stai per caso fondendo al sole?» mi disse lei, con la sua voce soave.

«N-n-n-o NO!» ero completamente nel panico, non sapevo proprio cosa dire.

«Ragazzi, ho bisogno di 5 sacchi di cemento, 3 martelli, 2 picconi, un martello pneumatico con un secchio di chiodi e 24 travi, E NE HO BISOGNO ORA!». Il capo cantiere sbraitò contro gli altri operai che vennero verso di noi e presero molti degli attrezzi nei paraggi. Fortunatamente io e Travina fummo risparmiati e rimanemmo soli.

«Se ne sono andati via tutti eh?» dissi sicuro di me. Ogni sorta di insicurezza ed imbarazzo sparirono dal momento in cui rimanemmo soli.

«Come mai così spavaldo ora?» disse lei senza distogliere lo sguardo dal cielo

«Beh, perché non ci sono più i tuoi amici che mi prendono in giro, quindi posso parlare liberamente»

«E non hai paura che IO ti prenda in giro?»

«P-perché d-d-dovresti?». Sentivo il panico che stava riaffiorando.

«... stavo solo scherzando, rilassati» mi rispose accennando un sorriso.

«Perché sembri così distaccata?» chiesi un po' titubante.

«Non sembro, io SONO distaccata. Hai idea di cosa stiano costruendo qui? A cosa serviamo noi qui?». Sembrava leggermente alterata. Io non ne avevo la più pallida idea. «Qui sono in corso dei lavori per costruire una ferrovia, hai idea di cosa sia? Due linee parallele, destinate a non incontrarsi mai. MAI! Capisci? Avere un legame significherebbe soffrire per l'eternità ed è proprio la cosa che voglio evitare. Così mantengo le distanze con tutti». Era veramente molto seria, faceva quasi paura. Volevo stare con lei, donarle il mio amore e ricevere il suo, ma questa cosa dei binari paralleli mi spaventava terribilmente. Come avrei potuto vivere nel vederla sempre davanti a me, senza mai raggiungerla? Sarebbe stata una sofferenza troppo grande.... Dovevo fare qualcosa... ma cosa?

«DAVE! PORTAMI QUELLE DUE TRAVI LI' DA SOLE, DAI CHE DOBBIAMO FINIRE QUESTO PUNTO ESSENZIALE!». Un operaio urlò contro un altro e quest'ultimo si avvicinò pericolosamente a noi due. La nostra avventura era già finita? Dovevamo già divenire parte dei binari? NO, NON VOGLIO! FERMATI, NON SIAMO ANCORA PRONTI! CI SIAMO APPENA CONOSCIUTI, ALLONTANATI TI PREGO! Ti prego... non è giusto....


Sono passati già 5 anni da quando quell'operaio ci prese e ci fissò per farci diventare parte del binario.... beh, fissare non è il termine corretto, eheh. Eccolo che arriva...

«AMOREEEE STO ARRIVANDOOOO!» dissi col cuore pieno di gioia.

«Uff, sempre a fare l'esibizionista tu, ci siamo abbracciati nemmeno cinque minuti fa!»

«Sì ma ogni volta è una gioia infinita! Ecco che scatta lo scambio e....». Io e Travina siamo stati fissati all'altezza di uno scambio: in questo modo, ogni volta che passa un treno per determinate direzioni, lo scambio scatta ed io posso stare qualche minuto vicino a lei. Fortunatamente di treni ne passano a bizzeffe e non passa molto tempo tra.... un abbraccio e l'altro! Lei fa tutta la dura, ma sotto sotto so che anche lei è pazza di gioia. Infatti ogni volta che qualche treno è in ritardo o c'è qualche sciopero, lei se ne esce sempre dicendo 'stupidi treni', cosa che mi fa quasi commuovere.

Spero che tutti, prima o poi, possano avere la fortuna che abbiamo avuto noi due.

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