lunedì 1 luglio 2013

Il desiderio di una stella

"Le stelle. Piccoli puntini luminosi che colorano un cielo altrimenti scuro. Protagoniste di molte storie e leggende, in grado di guidare l'uomo per la sua strada e di fare innamorare. Le stelle... lì immobili e..."

«FRENA FRENA FRENA! Così è questa l'opinione che avete di noi? Chi ti credi di essere?»

"Sarei il narratore..."

«Beh, dovresti informarti un po' di più prima di sparare sentenze a caso. Senti bello, lascia che ti spieghi un po' di cose su noi stelle. PRIMO: Non siamo delle masse gassose che bruciano a miliardi di km di distanza dalla terra, ma dico sei fuori? Chi te l'ha detta questa cosa? E non siamo nemmeno come ci disegnate, con le cinque punte e quella roba lì. Il nostro aspetto è più simile ai vostri folletti: siamo piccoli e carini! E possiamo volare, il che ci rende più adorabili. SECONDO: abbiamo anche noi una differenza sessuale. Ci sono stelle maschi come stelle femmine. Abbiamo anche stelle travestite... le stelle comete, avete presente no? Quelle femmine con quella lunga coda.... peccato che quella non sia la coda! Ci siamo capiti. TERZO: NON.BRILLIAMO.DI.LUCE.PROPRIA! Non siamo mica delle lucciole! Abbiamo questa piccola lanterna portatile, vedi? È grazie a questa che riusciamo a captare i desideri della gente. Sì perché il compito di noi stelle è quello di esaudire i desideri di voi esseri umani. Di notte ci muoviamo ed andiamo a sondare la Terra, in cerca di qualche desiderio. Uno qualsiasi, spetta ad ognuno di noi decidere di propria iniziativa quale desiderio poter avverare. Una volta avverato il desiderio, la nostra vita si spegne.... o meglio, torniamo ad essere parte del cosmo! Infatti cominciamo a brillare di luce propria e.... come dici? Prima ti ho detto che non brilliamo di luce propria? MA PRIMA ERA PRIMA, ADESSO È ADESSO!» *tossisce* «Dicevo..... una volta esaudito il desiderio, noi stelle cominciamo a brillare e ci allontaniamo dalla Terra, sgretolandoci pian piano per tornare a far parte del cosmo. Il processo non è per niente doloroso, anzi è bellissimo, sia per noi che per voi che ci guardate dalla Terra. Ci chiamate 'stelle cadenti' anche se non è vero che cadiamo... dovrò ancora capire cosa vi passa per la testa»

"E che mi dite dei vostri sentimenti? Qualcuno di voi ha mai desiderato qualcosa? Un desiderio che avrebbe voluto veder realizzato?"

«Ma che dici, sei impazzito? Noi siamo stelle, siamo noi che esaudiamo i desideri degli altri!.... beh, effettivamente conosco una storia di una stella; una stella che avrebbe voluto veder realizzato il proprio desiderio più di qualsiasi altra cosa al mondo... ma che dico al mondo, dell'intero universo! Vorresti sentirla?»

"Se non ti dispiace..."

«E allora lascia a me il posto di narratore! Via, sciò!»

Questa storia ebbe luogo non molto tempo fa. Il protagonista della nostra storia è Max, una giovane stella intraprendente a cui piace bighellonare e divertirsi. "Quand'è che esaudirai un desiderio Max? Sei grande oramai, è tempo che ti prenda le tue responsabilità!", lo rimproveravano spesso gli amici e le altre stelle. Ma lui non li stava a sentire. Perché, anche se esternamente era un carattere vispo e ribelle, dentro di lui risiedeva l'animo di una stella leale e coraggiosa. "Non voglio esaudire un desiderio qualunque! Sono alla ricerca di quel desiderio speciale, che farà sicuramente felice per sempre la persona a cui lo esaudirò!". Agli occhi di tutti quindi passava come un perdigiorno, quando invece era alla disperata ricerca di quel desiderio speciale....
Una sera, mentre stava setacciando il cielo, cercando di captare un desiderio...
"Vorrei vincere un milione di dollari alla lotteria!"
«Eccone un altro che vuole i soldi.... vai a lavorare e mettine un po' da parte!»
"Vorrei che il tema di italiano domani mi vada bene..."
«E allora studia, capra! Finché scriverai con quelle diavolo di 'k' non sperare di avere un voto superiore al 4!»
"Desidero mangiare tante torte fino a scoppiare!"
«Sì, mangia un altro po' te....»
"Vorrei tanto che il mio cagnolino tornasse in vita...."
«Sì vabbè.... desideri FATTIBILI, non miracoli!»

Stava per gettare la spugna, ma volle fare un ultimo tentativo. Chiuse gli occhi per concentrarsi meglio.

«Forza Max, avanti... concentrati! Un desiderio... un desiderio puro.... deve pur esserci...»
"Io desidero...."
«Ecco.... forse ci siamo!»
"Io desidero.... che il mio sogno si avveri!"

Max aprì gli occhi ed esclamò: «Qualcuno con un sogno nel cassetto! Andiamo a controllare AAAAAAAHHHHHHH». Preso dall'entusiasmo, perse il controllo del volo e si schiantò a terra.
«Ai ai ai che male... la mia lanterna!». A poca distanza da lui, la lanterna stellare portatile era in frantumi. «Uff e adesso come faccio a vedere il desiderio di questa persona? Non mi resta che tornare a casa e....AAAAAAAAAAIIIIIIAAAAAAA». La piccola stella provò ad alzarsi, ma un dolore lancinante la colpì alla gamba, impedendogli qualsiasi movimento. «Ed ora come faccio? Non posso volare in queste condizioni.... sono bloccato qui! Pensa Max... deve pur esserci qualcosa che possa fare.... forse se mi arrampico su quel fiore, potrò farmi notare da qualche altra stella e farmi soccorrere!». Il piccolo Max si trascinò verso il fiore più vicino che trovò, resistendo al dolore con tutte le sue forze. Provò a scalare il gambo ma, arrivato a metà strada, cadde sbattendo la testa. La forte botta lo fece svenire.

Al suo risveglio, si ritrovò in una scatola di sardine, sul tavolo di quella che sembrava una vecchia casetta di campagna. Guardandosi intorno, Max notò un essere umano di sesso femminile, intenta a tagliuzzare qualcosa con un grosso coltello da cucina. "Ma che s'è messa in testa questa? Vuole forse cucinarmi? No no, io me ne vado, adios!". Fece per muoversi, ma la ferita gli faceva ancora male. Notò inoltre che le gambe erano state fermate con delle bende ed una piccola stecca. "Mi ha pure legato! Questa vuole proprio farmi fuori! Devo scappare... farò affidamento sulla forza delle mie possenti braccia!". Ma le braccia di Max erano tutto fuorché possenti. Risultato? Un gran frastuono che attirò l'attenzione della donna.

«Oh, ti sei svegliato finalmente! Ma cosa stai combinando? Forza, rimettiti a letto! Il minestrone sarà pronto a momenti»

"Ma cosa sta dicendo? Minestrone?", Max non capiva cosa stesse succedendo.

«Oh ma guarda, non riesci a risalire.... aspetta, ti aiuto io». La ragazza si avvicinò alla piccola stella e la adagiò delicatamente nella scatola di sardine, coprendola con un fazzoletto di velluto. «Ancora un po' di pazienza, ho quasi finito. Stai per mangiare il miglior minestrone che tu abbia mai mangiato in vita tua!.... o almeno lo spero»

"Ma.... chi è questa? Perché si sta prendendo cura di me?"

La donna riprese a tagliuzzare le verdure, dando le spalle a Max.

«Ad ogni modo... posso domandarti come ti chiami?» chiese la donna.

Nessuna risposta, Max era perso nei suoi pensieri.

«Che sciocca pensare che potessi essere un folletto o roba del genere... probabilmente sei solo un topolino un po' più strano degli altri»

«A CHI HAI DATO DEL TOPO EH?!», urlò Max.

La donna si girò di scatto, sorpresa: «Ma allora parli! Non sei un topo!»

«No che non sono un topo» rispose seccato Max, «sono una stella!»

«Una stella? Una stella stella?», disse la ragazza incredula.

«Una stella stella che più stella non si può!» rispose Max indispettito, «voi ci dipingete in maniera errata, non abbiamo cinque punte, non brilliamo di luce propria generando un calore elevato grazie a reazioni nucleari!»

«Però, sei colto per essere un piccoletto» disse ridendo la ragazza.

«Cosa c'entra l'altezza ora? E poi ci siamo fatti una cultura sui modi bizzarri con cui ci descrivete voi esseri umani», Max era sempre più indispettito.

«Hai ragione, ti chiedo scusa, volevo solo prenderti un po' in giro»

«Non si prendono in giro i malati» sentenziò Max.

«.... suvvia, non farmi sentire in colpa ora.... piuttosto, hai anche un nome? O devo chiamarti Mr. Stellario?»

«MR COSA? CERTO CHE HO UN NOME! MI CHIAMO MAX! E TU SIGNORINELLA, CE L'HAI UN NOME SOTTO TUTTA QUELLA STRAFOTTENZA!», Max era su tutte le furie.

«Eheh, sei carino quando ti arrabbi. Comunque sì, ce l'ho un nome: mi chiamo... IL MINESTRONE SUL FUOCO!». La ragazza corse a spegnere il fuoco sotto la pentola che stava ribollendo.

«Ehm... strano nome per un essere umano... e dimmi, 'sul fuoco' è il nome o il cognome?»

«Spiritoso....»

"Ma non ero ironico...."

«Comunque mi chiamo Claire» disse la ragazza.

«Solo Claire?» chiese Max.

«SOLO CLAIRE SI'! E TU SOLO MAX?»

«SOLO MAX, SI'!»

I due si fissarono per qualche secondo e poi scoppiarono a ridere. Si venne subito a creare un legame speciale tra la ragazza e la stella. Claire era dolce, affettuosa, premurosa, cordiale, gentile, intelligente, bella... ehm, avete capito l'antifona! Max non aveva mai incontrato nessuna così. Dentro di se si stava muovendo qualcosa... e non era il suo stomaco! Stava provando sensazioni mai provate prima. Il calore di quella ragazza, il suo profumo, il suo aspetto, la sua gentilezza... erano tutte cose che Max apprezzava e che avrebbe voluto apprezzare sempre. Avete capito? Si stava innamorando. Una stella che si innamora di un essere umano... roba da pazzi! Ma non era colpa di Max... era capitato. E come si dice: 'al cuore non si comanda'. Una sera, i due erano usciti per fare una passeggiata. Max stava ricominciando a camminare con le sue gambe.

Claire: «Guardati Max, stai camminando! Oramai sei quasi guarito»

Max: «Così sembra...»

Claire: «C'è qualcosa che non va?»

Max: «No, nulla»

Claire: «Dai che ti conosco... quella non è la faccia di uno che non ha fatto nulla»

"Secondo me è una strega.... mi legge nel pensiero!" pensò Max: «È che... una volta guarito, dovrò tornare a casa»

Claire: «Dove? La su in cielo?»

Max: «No, sottoterra»

Claire: «Davvero?!»

Max: «CERTO CHE NO! Ma come ti viene in mente?»

Claire: «Ahahahah, ti prendevo in giro sciocco, lo sai che mi piace quando ti arrabbi, sei così grazioso!»

Max arrossì.

Claire: «Sei diventato rosso.... non avrai mica la febbre?»

Max: «N-no, ma che febbre!», "Che diavolo mi sta succedendo? Perché sto arrossendo?"

Claire: «Eheheh.... comunque, posso farti una domanda?»

Max: «Dimmi pure»

Claire: «.... sei per caso una stella cadente? O non so come le chiamate voi.... insomma, quelle stelle in grado di far avverare i desideri»

"Oh oh, si mette male! Non posso rivelarle di essere una stella che avvera i desideri, se non è lei la persona del desiderio rischierei di sprecarlo a vuoto, buttando al vento tutta la mia fatica. Anche se non credo che lei si possa approfittare di me per esaudire un suo desiderio.... ma sempre meglio essere prudenti!" si disse Max tra sé e sé, rispondendo con: «No, io sono una semplice stella luminosa. Infatti avevo una lanterna con cui illuminavo la mia porzione di cielo, poi sono inavvertitamente inciampato e son caduto qui sulla Terra, rompendo lanterna e gambe, ahah!»

Claire: «Capisco.... beh non importa»

Max: «Perché, hai forse un desiderio da far avverare?»

Claire: «Più che un desiderio, si tratta di un sogno»

"Un sogno? 'Io desidero.... che il mio sogno si avveri!', che sia la sua quella voce che sentii allora?". Max era speranzoso: forse aveva trovato il desiderio per il quale aveva faticato tanto, addossandosi colpe che non aveva.

Max: «Ti va di parlarne?»

Claire: «Sicuro? Ho paura di annoiarti, è una storia un po' lunga»

Max: «Figurati se posso annoiarmi sentendo una storia raccontata da te!». Il piccolo Max si sedette sulla spalla della ragazza che cominciò a raccontare: «Io sono nata in una famiglia povera di contadini. Non abbiamo mai avuto molti soldi e per andare avanti dovevamo arrangiarci»

"Aia... ora mi dirà che il suo sogno è di diventare ricca.... evidentemente mi ero sbagliato"

Claire: «Ma questo non ci importava: eravamo una bella famigliola felice ed unita! Mia madre e mio padre facevano enormi sacrifici per non farmi mancare nulla. Io dalla mia ho sempre cercato di non forzarli troppo. Le uniche cose che abbia mai chiesto sono state un libro di favole quando avevo sei anni e delle scarpe nuove quando ne avevo nove. Il libro lo ricevetti, era davvero un bellissimo libro di favole»

Max: «E le scarpe?»

Claire: «Quelle no... in compenso ricevetti uno schiaffo da mio padre. Mi disse 'che te ne fai di un paio di scarpe nuove se vivi in una fattoria' con quel suo tono da burbero. Quanto lo detestai all'epoca... ma quanto aveva ragione. Però all'età di dieci anni le ricevetti per regalo.... io però sai cosa feci?»

Max: «Che cosa?»

Claire: «Andai in paese e le rivendetti alla metà del prezzo, lavorando part time per guadagnare l'altra metà»

Max: «Che cosa nobile», "Mi ero sbagliato sul suo conto, è più pura di quanto pensassi"

Claire: «Purtroppo però di lì a poco le cose sarebbero precipitate... mio padre si ammalò per il troppo lavoro. Io fui convinta che fosse colpa mia, che per pagare quelle stupide scarpe, abbia lavorato il doppio o anche il triplo rispetto al normale. Ma mia madre mi rassicurava sempre che non fu colpa mia. Dopo qualche mese.... mio padre morì»

Max: «Cavolo Claire, mi dispiace tanto...»

Claire: «Oh non preoccuparti, oramai è passato. Dopo quel tragico evento, io e mia madre andammo avanti a fatica. Per qualche anno riuscimmo a cavarcela, poi però subentrarono i problemi: i debiti non facevano che accumularsi, ho dovuto abbandonare gli studi e cominciare a lavorare anche io. Abbiamo venduto i nostri animali, il trattore... tutto ciò che potevamo vendere, per riuscire a trovare qualche soldo per andare avanti! Senza più animali né trattore, non ci restava che coltivare la terra a mani nude... e qui mia madre non resse. Dopo un mese... mi lasciò anche lei. È stato orribile, mi ritrovai completamente sola.... inizialmente volevo farla finita, ma poi alzai gli occhi al cielo.... e le stelle mi rincuorarono. Sono passati tre anni oramai dalla morte di mia madre e, nonostante tutto, riesco ancora ad andare avanti»

"Non vorrà chiedermi di riportarle in vita i genitori? Non posso fare miracoli! Ti prego Claire, non chiedermi una cosa simile!", dentro di se Max sperava che non fosse quello il desiderio della ragazza, avrebbe sofferto troppo sapendo che non avrebbe potuto realizzarlo

Claire: «Ed ora arriviamo al mio sogno. Qualche giorno fa, prima di incontrarti, ritrovai in soffitta quel mio vecchio libro di favole. Iniziai a sfogliarlo e vidi come tutte le principesse raffigurate nel libro avessero il proprio principe azzurro. Quando ero piccola non facevo caso a queste cose... ora però sì. Vorrei qualcuno al mio fianco, qualcuno che mi aiuti»

Max: «Quindi ti serve un aiutante?», "non è molto nobile come cosa.... vai in paese ed assumine uno!", la stella non poteva esimersi dal commentare ogni desiderio altrui che riteneva inopportuno.

Claire: «No, ma cosa hai capito? Io vorrei una persona al mio fianco.... a cui possa sostenermi. Ed io vorrei essere per lui, la persona a cui lui possa sostenersi! Vorrei qualcuno con cui confidarmi, con cui poter parlare di tutto, con cui poter affrontare le difficoltà e le paure. Una persona speciale. Una persona da amare..... io sogno quel principe azzurro delle favole che tanto ho amato da bambina e che amo tutt'ora. Sono stanca di combattere da sola....»

Max non sapeva cosa dire. Provava solo un forte dolore dentro di se. Alla fine pronunciò qualche parola: «Beh... ma tu non sei sola.... tu hai me...»

Claire accarezzò la guancia di Max con delicatezza e disse: «Ti ringrazio piccolo Max... sei un caro amico. Ma quello che cerco io, non può darmelo nessuno.... nemmeno tu....»

Quelle parola ferirono profondamente Max: «Ti dispiace se torniamo a casa? Alla fine credo di averla un po' di febbre....»

Claire acconsentì ed insieme tornarono a casa. Lui si mise sulla testa di lei, sdraiato di schiena e, mentre osservava le stelle, pensò: "Claire.... io potrei esaudire il tuo desiderio.... ma ciò significa che non ci vedremo più. Che devo fare? Io non voglio perderti.... ma non voglio nemmeno vederti triste. Uff, che situazione. Ma perché sono caduto in questo amore impossibile? Che io sia maledetto".

Arrivati a casa, Claire si rivolse alla piccola stella: «Hey Max, sei ancora sveglio? Sei stato zitto per tutto il viaggio... c'è qualcosa che non va?»

Non ricevette alcuna risposta.

Claire: «Capisco... stai dormendo. Cercherò di metterti a letto in modo da non svegliarti allora». La ragazza prese delicatamente la piccola stella nella sua mano e la adagiò in quella scatola di sardine dove era solito dormire. «Grazie per avermi ascoltata e scusami se sono stata troppo pesante.... prometto che non ti farò più carico dei miei problemi. Buonanotte mio piccolo amico». Avvicinò le sue labbra alla sua fronte e gli diede un piccolo bacio. Dopo di che, spense la luce ed andò a dormire. Max faceva finta di dormire e, avvolto dall'oscurità, iniziò a piangere. "Come ho potuto essere così egoista? Claire, mi dispiace! Io... io... farò ciò che è giusto...". Sì alzò e, nel pieno della notte, sgattaiolò fuori casa.

«Addio, mia dolce Claire.... grazie di tutto.....»

Quelle parole giunsero all'orecchio di Claire che si svegliò di soprassalto: «MAX? Sei tu?.... Dev'essere stato un sogno. Sai Max, ho sognato che te ne andavi e...»

Claire accese la luce e vide che Max era sparito: «MAX!? DOVE SEI? RISPONDIMI AVANTI!». Nessuna risposta. Claire si vestì velocemente ed uscì a cercarlo. "Dove sarà andato quello stupido? Non era ancora guarito del tutto!". La ragazza corse, corse e corse, fino ad arrivare nel luogo dove si erano fermati prima. Lì trovò un biglietto. La calligrafia era pessima, ma si riusciva a leggerne il contenuto.

"Cara Claire,
devo innanzitutto chiederti scusa: sì, io sono una stella che può avverare i desideri. Ma sono stato uno schifoso egoista mentendoti. Ti starai chiedendo il perché.... beh, quando una stella avvera il desiderio di qualcuno, ecco che diventa una stella cadente e pian piano scompare. Questa però non è una brutta cosa, anzi! Ritorniamo a far parte del cosmo da cui siamo nate. Io però questo non lo volevo.... volevo rimanere sempre con te, al tuo fianco. È bizzarro non trovi? Una stella che si innamora.... roba da pazzi! Eppure è successo... io mi sono innamorato di te. Un amore impossibile, me ne rendo conto, ma non ho potuto farci nulla. Un amore che mi ha accecato... ma che poi mi ha aperto gli occhi. Claire, tu meriti il meglio. E per la tua felicità, ho deciso di esaudire il tuo desiderio. Spero non ti scorderai mai di me.
Il tuo caro amico

Max"

Claire era triste e confusa. Qualche lacrima scese lungo il suo viso.

«Perché stai piangendo?»

Claire alzò lo sguardo dalla lettera e lo vide: un ragazzo.... un BEL ragazzo.

«Scusami.... è che... ho appena perso un amico....», disse Claire, asciugandosi le lacrime dagli occhi.

«Mi dispiace... ma sei sicura di averlo perso? Finché il suo ricordo rimarrà indelebile nella tua mente, lui vivrà in te», disse saggiamente il ragazzo.

Claire si gettò tra le braccia dello sconosciuto, piangendo a dirotto: «S..scusami... n... non so cosa... mi sia preso....»

«Non preoccuparti, sfogati pure se questo servirà a farti stare meglio» la rassicurò il ragazzo con una voce dolce e soave. Claire si sentiva finalmente protetta tra quelle calorose braccia. Il ragazzo cominciò ad accarezzarle i capelli, cosa che la fece stringere ancora di più a lui. Ad un tratto il ragazzo esclamò: «Guarda! Una stella cadente!». Claire alzò subito lo sguardo. Ulteriori lacrime uscirono dai suoi meravigliosi occhi azzurri.

Ragazzo: «Perché non esprimi un desiderio?»

Claire: «L'ho già fatto e si è avverato.... grazie.... Max...»

I due restarono abbracciati a guardare le stelle e a parlare.

Nel frattempo, quella stella cadente....

Max: «Alla fine ce l'ho fatta, sono diventato una stella cadente! Ma non è ancora finita.... devo sbrigarmi, ho poco tempo.... direzione: SOLE!». La piccola stella cadente si diresse verso il Sole, l'enorme ammasso di gas incandescente. Ok ok, è una stella anche lui... noi però le chiamiamo "Sorellone" perché sono appunto stelle più grandi! Come dite? Se sono dei maschi? No, le Sorellone sono tutte femmine. Perché? PERCHE' SI'! Torniamo alla nostra storia....

Max stava avvicinandosi sempre di più al Sole, sgretolandosi pian piano.

"Non ancora.... non ancora..." si ripeteva tra sé e sé. Più si avvicinava e più il calore eccessivo della 'Sorellona' gli procurava dolore. "Brucia... fa male.... ma non è niente in confronto al dolore che ho dentro.... devo continuare... devo farlo!". L'avanzata continuava, ancora.... e ancora.... e ancora.... finché.... Max sparì, inghiottito dal Sole. La piccola stella di nome Max non esisteva più.

"Caspita che storia triste...."

«L'hai detto fratello narratore»

"Mi dispiace per il povero Max.... ma purtroppo l'amore può fare questo ed altro. Solo una cosa mi sfugge... tu come fai a sapere questa storia?"

«Amico, non l'hai ancora capito? Allora fammi raccontare com'è andata a finire»

"Perché, non è ancora finita?"

«Perché, ti pare che abbia raccontato di che fine abbia fatto Claire?»

"Hai ragione.... ti lascio la scena!"

«Grazie collega!»

Dicevo, Claire ha trovato finalmente il suo principe azzurro grazie al desiderio di Max, ha messo su famiglia e ha avviato un'attività ristorativa: 'La Taverna Stellata'. Ora lei, suo marito e le sue due bambine, vivono felici e contenti, lavorando sodo ma anche divertendosi, organizzando delle cene sotto le stelle veramente suggestive. D'estate poi è l'ideale. Ma la parte interessante arriva ora: ogni mattina, Claire viene svegliata da un raggio di sole. E questo accade ogni giorno, sia che il cielo sia limpido, sia che sia nuvoloso. Con la pioggia o con la grandine, con la tempesta o con il bel tempo, quel piccolo raggio di sole è sempre lì, pronto a darle il buongiorno. E vedere il sorriso di Claire al mattino, mi riempie sempre il cuore di gioia....

"Ti riempie il cuore di gioia? Un momento... non sarà che... !?"

«Alla fine ci sei arrivato! Quando mi sono diretto verso il sole, non era per fare una morte plateale! Come ho detto, quando noi stelle diventiamo stelle cadenti, pian piano ci ricongiungiamo al cosmo da cui siamo nate. Il Sole fa parte del cosmo, ecco perché sono andato a 'morire' lì vicino! In questo modo sono diventato parte del Sole, ed ora faccio il mestiere del 'raggio di sole'! Non è difficile, devo solo illuminare un po' qui ed un po' lì, ci si fa presto l'abitudine, ahahahah!»

"Ma... perché l'hai fatto? Insomma, potevi benissimo farti assorbire dal cosmo e goderti il meritato riposo"

«... allora non hai seguito la storia, amico così mi deludi! Quando lei mi prendeva in giro e rideva per le mie reazioni.... quel sorriso... mi scaldava l'anima. Avrei fatto di tutto pur di avere la possibilità di vederlo di nuovo! E direi che sono riuscito nell'intento.... ora ogni mattina, lei mi scalda l'anima....»

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